Aletta, la regina di ghiaccio

Categoria: Etero
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Stile: Fantasy

Era da tanto tempo che non uscivo perché ero rimasto molto deluso da come era finita la mia ultima relazione. Ero caduto in buco nero fatto di apatia e isolamento, finché un mio collega non era riuscito a convincermi a provare questo nuovo locale milanese: il Serdtse. Questo locale si trovava in una zona periferica, un piccolo ingresso accoglieva i clienti che venivano fatti entrare da un buttafuori che, sicuramente, non era italiano. Il suo accento, così come i suoi modi e i suoi lineamenti tradivano il fatto che lui venisse dall’est europa.

Il piccolo ingresso al Serdtse illudeva i clienti su quanto grande in realtà fosse al suo interno. Il locale era molto grande, conteneva una ventina di grandi tavoli, un palco per spettacoli e un grande bar, inoltre, si poteva vedere anche un piccolo soppalco dal quale dominare l’intero parterre. 

Io e il mio collega ci siamo accomodati al bancone del bar perché i tavoli erano già tutti prenotati. Sembrava essere una serata tranquilla, finché non è iniziato lo spettacolo sul palco. Uno spettacolo sensuale, una danza che trasudava piacere con ogni movimento, teneva incollati tutti le persone del locale. Lo spettacolo stava giungendo al termine quando la mia attenzione è stata attirata da una presenza nel piccolo soppalco, una donna in ombra applaudiva compiaciuta. Quando le luci del Serdtse si sono riaccese l’ho vista bene, vestiva con dei jeans e una camicetta nera che le esaltava i capelli dai riflessi dorati. In un attimo, il suo sguardo si è rivolto interamente sulla sala, sembrava quasi avesse sentito uno sguardo su di sé e doveva colpire colui che aveva osato tanto. I suoi occhi mi hanno squadrato da cima a fondo in un istante, quasi senza che io me ne accorgessi, poi è tornata a guardare la sala, la sua creatura.

Il suo sguardo freddo mi aveva gelato il sangue ma, al tempo stesso, aveva riacceso qualcosa dentro di me.

Il mio collega e io siamo tornati diverse volte al Serdtse, ogni volta cercavo quella donna con lo sguardo nella speranza di cogliere qualcosa in più della sua figura. Era sicuramente alta, probabilmente 1,75, era snella con un corpo tonico e ben allenato. Il suo seno era abbondante, ma non rifatto. Il suo viso era incorniciato da capelli neri che fluivano sinuosamente in un biondo naturale, le grandi labbra sembravano emettere musica con ogni sua risata o esclamazione. Gli occhi erano verdi scuro e freddi, brillavano di una luce particolare, come la tundra quando è il primo momento del disgelo. Sembrava dura come il ghiaccio eterno, inarrivabile come la luna.

Una sera, io e il mio collega ci siamo diretti al locale, ma una volta arrivati il buttafuori ci ha intimato di andarcene perché era in corso una festa privata. Stavamo per andar via, quando l’energumeno ci ha fermati.

Tu, puoi entrare – ha detto al mio amico, poi guardandomi con un sorrisetto malvagio, ha aggiunto – Tu, invece, sei desiderato al piano superiore. Ti accompagno io.

Io e il mio collega siamo rimasti sbigottiti, ci siamo salutati e ci siamo ripromessi di ritrovarci dopo. Sono stato accompagnato dal buttafuori a una scalinata interna che non avevo mai notato, ho raggiunto il soppalco e lì, finalmente, ho visto da vicino la regina del Serdtse.

Lei sedeva su una grande poltrona, era vestita con un abito da sera bianco che esaltava ancor di più la sua pelle olivastra. Indossava tacchi neri e mi stava squadrando col suo sguardo freddo e penetrante, poi le sue labbra si sono aperte emettendo un melodioso suono, finalmente sentivo la sua voce.

Ti ho osservato nel corso di questi mesi, sai? Ho notato i tuoi sguardi, come cercavi di cogliere sempre qualcosa di me. Il tuo sguardo infuocato mi riscaldava il cuore ogni volta che lo incrociavo. Alla fine, mi sono decisa a indire questa serata che sarà il coronamento del tuo sogno.

Ero interdetto. Non riuscivo a capire di cosa stesse parlando, il mio sguardo continuavo a essere fisso su di lei, il suo splendido viso, il suo corpo sinuoso e sexy. Era come se un serpente stesse avvolgendo le sue spire su di me, mentre tramite il suo sibilo mi incantava sempre più. Lei si è alzata, è venuta verso di me col suo comportamento regale e mi ha girato verso il parterre del Serdtse.

Ora guarda lo spettacolo che ho preparato per noi. Ah, stavo per dimenticarmi. Il mio nome è Aletta. Te non hai bisogno di presentarti, Davide. Conosco già tutto di te. Ora guardiamo insieme quello che sta per accadere…

Il locale si è tinto di rosso, bianco e oro, poi sono entrate una ventina di donne bellissime, tutte nude, dal palco. Sono sceso all’interno del locale e hanno iniziato danze irresistibili e sensuali. Tutti i partecipanti si sono spogliati, travolti da qualcosa di soprannaturale e, in breve tempo, i corpi di tutti hanno iniziato ad avvinghiarsi, colti da una lussuria e una libido che mai avevo percepito così fortemente e che sentivo crescere in me.

Prima che anche noi diamo inizio alle danze, cosa sei disposto a rinunciare per avermi, Davide? – mi ha sussurrato sensualmente all’orecchio Aletta.

Tutto – ho risposto.

Molto bene. Allora comincia a baciarmi, stupido! – ha detto con un tono perentorio e dolce al tempo stesso, prima di prendere la mia testa fra le mani e baciarmi appassionatamente.

Le nostre lingue hanno iniziato a intrecciarsi l’una con l’altra in un valzer scandito dai gemiti che provenivano dal resto del locale che, con ogni secondo, diventava un rumore di sottofondo per entrambi, una musica dolce che ci avrebbe accompagnato nel nostro momento. Aletta, mi ha spinto col suo corpo sulla poltrona sulla quale sedeva, poi ha iniziato a togliersi l’abito e le scarpe. Indossava una tutina in rete, anche quella completamente bianca, che lasciava scoperte tutte le sue parti intime e erogene. Il suo seno era molto meglio di quello che avevo immaginato, esattamente come il suo culo scultoreo e definito. Come un serpente si è avvicinata a me, mi ha spogliato mentre i nostri baci continuavano. In bocca, sul collo, dietro l’orecchio, sui capezzoli. Ogni movimento era dettato da qualcos’altro, sentivo il mio cuore sempre più caldo e il mio cazzo sempre più duro. 

Aletta ha toccato qualcosa sulla sua sedia, rendendola una sorta di letto, poi i suoi baci sono scesi sempre più, fino al mio membro eretto. La sua bocca era fredda, gli occhi le luccicavano di lussuria e passione. La sua lingua sibilava assaggiando la mia cappella prima di inghiottire completamente il mio cazzo. Il suo movimento era deciso, sapeva perfettamente come far godere il suo partner. In brevissimo tempo ero già sull’orlo di venire, ma lei non ne voleva sapere di fermarsi così, preso da un istinto mai avuto prima, non le ho detto che stavo per schizzare il mio piacere, ma le ho preso la testa tra le mani e l’ho tenuta ben salda mentre il mio membro eruttava sborra nella gola profonda di Aletta. Lei si è alzata, mi ha penetrata nuovamente col suo sguardo austero e freddo, mi ha intimato col solo sguardo di non permettermi mai più di fare qualcosa del genere. Ha ingoiato tutto e mi ha spinto sul letto per poi mettersi cavalcioni sopra la mia faccia.

Tu hai goduto. Ora tocca a me. Giusto?

S-S-Sì.

No, Davide. Da ora in avanti dovrai rispondere solo con “Sì, mia Regina”. Capito?

Sì, mia Regina.

Bravo, e ora lecca le porte del tuo paradiso personale di questa notte.

Vedevo la figa di Aletta avvicinarsi sempre più al mio viso. Splendida, depilata, carnosa e vogliosa. Pulsava, fremeva dal desiderio di venire a più non posso in quella notte dal sapore magico. Ho iniziato a leccarla con calma, poi i miei movimenti ondulatori hanno preso sempre più ritmo, mentre con le mani le stringevo le chiappe sode. Un leggero sussulto mi ha fatto capire che stavo facendo la cosa giusta, così ho infilato la lingua nelle sue labbra e le ho leccato l’interno prima di succhiarle per bene il clitoride. Le sue gambe si sono strette sul mio viso, mentre lei veniva sussultando di piacere. La sua mano immediatamente si è mossa a stringere il mio sesso, nuovamente duro.

Bene, adesso passiamo al piatto principale. Vuoi essere tu in controllo per il momento?

Sì, mia Regina.

Bene. Mi piace quando siete sinceri con me. – Ha detto mentre si metteva a pecora, mostrandomi tutto il suo corpo e il suo splendido culo.

Avanti non aver paura, tocca pure e poi prendimi per farmi tua.

Sì, mia Regina.

Ho avvicinato la mia mano al suo sedere, l’ho preso saldamente e, senza nemmeno pensarci troppo, le sono entrato dentro. Scivolavo perfettamente dentro e fuori dalla sua figa come acqua che scorre sul ghiaccio. Ho iniziato piano, poi sempre più forte. Il mio cazzo allargava l’antro cavernosa della mia Regina a ogni movimento. Incredibilmente, sentivo nuovamente il desiderio e la necessità di venire. Ho trattenuto il mio orgasmo, mentre Aletta era infastidita dal fatto di non essere venuta nuovamente. Con un singolo movimento si è stesa sul lato portando anche me a fare lo stesso, mentre i nostri sessi erano ancora avvinghiati l’un con l’altro. Una volta distesi, ho cominciato a muovermi nuovamente come un indemoniato. La mia mano sinistra stringeva le tette sode della mia Regina, mentre con la destra le stuzzicavo il clitoride. Le sue gambe, inizialmente larghe, si sono strette sempre di più finché il suo corpo è stato scosso tra tremolii e fremiti, mentre lei gemeva di piacere con l’arrivo di un nuovo orgasmo.

Bravo, ma ora devi tornare a essere il paesano che sei. Sdraiati e lascia che sia io a condurre.

Sì, mia Regina.

Mi sono sdraiato sul letto, Aletta ha infilato piano piano il mio cazzo dentro di sé. L’ho guardato sparire all’interno del paradiso caldo che era la sua figa. I suoi movimenti sinuosi erano al ritmo dei gemiti che provenivano dal resto della sala, sentivo qualcosa nell’aria, qualcosa di magico. Lei ha iniziato a cavalcarmi con sempre più foga, mentre io sentivo il corpo diventare più freddo. Sembrava che tutto il calore che avessi in corpo stesse confluendo in unico luogo: il mio sesso pronto a esplodere. I gemiti lussuriosi di tutti riempivano l’aria, l’odore di piacere colmava tutto l’ambiente, Aletta continuava con il suo movimento ipnotico e sensuale, portandomi all’estasi finale.

Vieni con me. Dammi tutto ciò che hai. Adesso! Aaaahhhh!

Sì, mia Reginaaaahhhh!

Siamo venuti entrambi nello stesso momento. I nostri piaceri si mescolavano nel sesso di Aletta, mentre io crollavo sfinito a terra. Proprio prima di crollare, mi era sembrato che la figura di Aletta fosse un’altra, fosse quella di una regina ammantata di bianco e cristallo, esattamente come la dama delle nevi della quale avevo letto in qualche libro folklloristico. Chissà, forse era davvero lei la Regina delle Nevi…

Scritto da:

Mi diverto a scrivere racconti erotici di fantasia. Generalmente, le figure femminili che utilizzo prendono spunto da delle creator. Mi trovate anche su X: @tease_rex

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