Andando per funghi
Parcheggio vicino all’imbocco del sentiero, mi metto gli scarponi mentre guardo in giro, è presto ma ci sono già un paio di macchine, prendo il mio zaino da funghi controllo di avere la licenza e lo metto in spalla.
Percorro un paio di kilometri nel silenzio assoluto del bosco, seguendo il sentiero nel fresco della mattina, quando arrivo alla quercia storta giro a destra e mi immergo nel folto del bosco.
I funghi stanno di qua, in questa parte del bosco che nessuno frequenta, non ci sono sentieri, uso l’orientamento e l’esperienza.
Ecco subito due bei porcini, li pulisco e li metto nello zaino, nell’alzare lo sguardo scorgo sul crinale due figure che avanzano in salita, ma dove vanno? Non ci sono sentieri lì, non è un posto da turisti, prendo il binocolo, non capisco bene sono controluce ma sembrano due ragazze o donne.
Va beh spero solo di non dover tornare con le squadre di ricerca questa sera.
Continuo nella mia raccolta, ma nella testa continua a balenarmi l’immagine di quelle due persone sul crinale, tanto è vero che senza accorgermene sto deviando dal mio giro solito e sto puntando nella loro direzione.
Dal bosco cerco di guardare dove credo possano essere, infatti le scorgo poco più avanti di me, in mezzo ad un prato che camminano sicure verso la cima del vallone.
Ora le vedo bene, sono due ragazze, zainetti leggeri, shorts e reggiseni sportivi, scarponi tecnici e capellino.
Non sono due sprovvedute credo di sapere dove stanno andando, io conosco questa montagna come le mie tasche, ma loro come fanno a conoscere quel posto?
Va beh ora posso anche smettere di preoccuparmi e tornare ai miei funghi.
Certo che erano davvero due bellissime ragazze, ok in viso non le ho viste bene, ma cavolo che fisici!
Sono curioso di sapere se davvero stanno andando dove penso io…
Cambio bruscamente percorso e passo, seguo un sentiero che solo io vedo che mi porterà nel posto più bello e segreto di questa montagna.
Quando sto per arrivare rallento e cerco di fare meno rumore possibile, poco dopo sento delle voci, sono loro due che ridono e scherzano, salgo su un masso e pancia a terra guardo oltre.
Il mio sguardo si posa su una piccola radura, circondata dal bosco fitto, l’erba verde è attraversata da un piccolo rigagnolo che sgorga proprio sotto il masso su cui sono steso, circa tre metri sotto di me.
Le due ragazze hanno lasciato gli zaini sull’erba e si stanno schizzando con l’acqua fredda, ridendo forte.
Eh si, avevo visto bene sono davvero due bellissime ragazze, la biondina ha un caschetto di capelli ricci luminosi come il suo sorriso ed un corpo forte ed atletico, le gambe e il culo di chi è abituato a camminare, la mora ha una coda alta, lunga e liscia che gli accarezza le curve generose del seno esaltato e compresso dal top sportivo, gambe lunghe, affusolate perfette, di chi ci tiene molto…
Non mi piace fare il guardone, sto per strisciare indietro e lasciarle da sole quando il loro scherzare si blocca all’improvviso con un bacio, un bacio passionale, lunghissimo, le mani a cercarsi.
Non avevo mai visto due ragazze baciarsi, anzi a dire la verità, ho visto davvero poca gente baciarsi, sono un montanaro tra i montanari, siamo riservati su queste cose, ma senza dubbio questo è il bacio più erotico e carico di desiderio che io abbia mai visto.
Mi sento di troppo, sto assistendo ad un momento che dovrebbe essere solo loro, faccio il più piano possibile e mi allontano silenziosamente.
Ma la curiosità e l’eccitazione mi costringono a tornare lì mezz’ora dopo, questa volta sono dalla parte opposta della radura, nascosto tra i cespugli, sono arrivato in tempo per assistere ad un 69 forsennato.
La biondina è sotto la mora, dalla mia posizione vedo la sua testa schiacciata sotto un culo maestoso che si muove con forza contro la sua bocca mentre vedo le sue piccole dita affondare nelle sue carni.
Ho un’erezione istantanea, che mi costringe a sistemarmi i pantaloni.
La mora urla mentre si alza a sedere sulla faccia dell’amica, esibendo un paio di tette clamorose, devo assolutamente tirarlo fuori altrimenti vengo nelle mutande, mai vista una scena del genere.
La mora finisce di agitarsi poi si alza, ora la posso ammirare in tutta la sua bellezza, poi si tuffa letteralmente tra le gambe dell’amica che fa un urletto e rigira la testa indietro.
È in questo esatto momento che succede.
Sono sicuro che mi abbia visto.
La vedo puntare i suoi magnifici occhi blu nella mia direzione, la vedo godere e urlare, senza abbassare mai lo sguardo, io sono congelato dallo spettacolo, una mano stretta all’uccello, l’altra a sorreggermi contro un albero.
La vedo godere, la mia mano corre veloce lungo l’asta, la sento urlare il suo piacere ed esplodo tutto il mio piacere nell’erba, nel cespuglio davanti a me.
Quando chiude gli occhi ne approfitto per fare un passo in dietro e nascondermi meglio.
Si stendono al sole, a riposarsi, completamente nude, soddisfatte, felici.
Mi sposto di qualche metro, sono sicurissimo di non fare rumore, eppure mi sento sempre i suoi occhi puntati contro, non è uno sguardo arrabbiato o scocciato, è piuttosto curiosità.
Le sento parlottare, poi la biondina si alza e viene dalla mia parte, faccio in tempo ad allontanarmi ancora un pochino e nascondermi dietro un cespuglio.
La vedo camminare completamente nuda tra i cespugli come se nulla fosse fino ad arrivare dove ero prima, guarda verso la radura, si china, vede le mie tracce, le mie orme, con lo sguardo le segue e guarda nella mia direzione, toccare qualcosa nell’erba, poi sfiora il cespuglio che mi copriva, si rialza mentre si guarda la mano, poi guardando nella mia direzione si mette le dita in bocca, assapora, poi fa l’occhiolino nella mia direzione anche se sono convinto che non possa vedermi, rimane un attimo pensierosa poi si china e con le dita scrive qualcosa nel fango, poi sculettando torna dalla sua amica.
Mi avvicino attento a terra vedo la scritta “domani – 9”
Domani alle 9, cosa?! È un appuntamento a tornare qui domani mattina!?
Torno verso la macchina prendendo la strada più breve, sono pensieroso, sulle spalle lo zaino è meno pieno di quanto dovrebbe, sono frastornato, stupito da quello che ho visto da quello che ho fatto.
Domani alle 9… che succederà domani alle 9!? Saranno ancora lì? Vuole che le spii anche domani!? Magari mi faranno partecipare!?
Sono eccitato come un toro.
Il giorno dopo sono in anticipo sull’appuntamento, pulito, sbarbato, vestiti nuovi e scarponi ingrassati, mi sono pure pettinato, ma non so cosa devo fare…
Non so se anche oggi devo guardare nascosto oppure se oggi posso partecipare… solo l’idea mi eccita oltre misura, l’idea di avere quei due corpi perfetti tra le mie mani grosse da montanaro…
Decido di tentare il tutto per tutto e le aspetto al centro della piccola radura.
Non devo aspettare molto che sento i loro passi decisi nel bosco e poco dopo le vedo comparire al limitare della radura.
La mora è sensibilmente scocciata dalla mia presenza mentre la biondina che mi ha lasciato il messaggio ha un ghigno disegnato sul volto, evidentemente non aveva detto nulla alla sua amica…
Si siedono lontane da me e le vedo parlottare fitto tra di loro, ogni tanto lanciano un’occhiata nella mia direzione, sono tentato dal alzarmi e lasciarle sole, quando la biondina si alza e viene verso di me.
“Non gli ho detto nulla e non ha preso bene la tua presenza…”
“Me ne vado!?”
“No, non serve ma molto probabilmente ci limiteremo a prendere il sole”
Guardo la mora che dandomi le spalle si sta abbassando i pantaloncini, sotto ha un costumino minuscolo, un filo interdentale tra quelle chiappe perfette, poi…
Poi non so cosa è successo ma mi ritrovo pancia a terra, un braccio rigirato dietro la schiena e un ginocchio piantato sul collo.
“Cosa cazzo…” mi infila qualcosa in bocca, un calzino, un fazzoletto non lo so.
Come cazzo ha fatto, è stata velocissima, è muscolosa ma è bassetta, è nulla rispetto a me!
“Anna ma cosa fai!?” la morala guarda con gli occhi di fuori.
“Questo maiale ieri si è segato guardandoci e oggi voleva fare il bis!”
“Ok è un maiale ma ti pare il caso!?”
La sento armeggiare dietro di me, mi strattona le braccia, facendomi un gran male, mi lega i polsi, stretti.
“Ma chi cazzo sei!?” ah è vero ho questa roba in bocca…
Mi rigira come se fossi un fuscello, mi guarda negli occhi, vedo lampeggiare una lama, vede la paura nei miei occhi e scoppia a ridere.
“Come avrai notato non si scherza con me, quindi ora fai il bravo e non ti succederà nulla…”
“La solita esagerata! Cazzo ma si fa così?!” vedo comparire la mora, da steso le sue gambe sembrano infinite e quel costumino ancora più minimo.
“Esagerata?! Guarda è eccitato anche conciato così!” in effetti il mio uccello in tiro deve vedersi bene…
“vero forse una punizione se la merita… ma non quello che pensi tu!”
Si china lentamente su di me, armeggia con la mia cinta, mi sbottona i pantaloni, poi con uno strattone me li abbassa assieme alle mutande.
“Bel mattarello il montanaro!”
“Come sei scurrile!”
Aspetto eccitato che succeda qualcosa, ma si alzano e tornano verso il loro plaid, la mora sculetta vistosamente mentre la bionda le accarezza voluttuosamente una chiappa.
Mi lasciano qua, steso, i polsi legati dietro la schiena, nudo dalla vita in giù, eccitato.
Si stanno baciando lentamente mentre la mora spoglia la biondina, cerco di tirarmi su a sedere, voglio vedere meglio.
L’operazione non è facile, ci vogliono tutti i miei muscoli per riuscirci ma poi quando guardo verso di loro le vedo completamente nude che si baciano ed accarezzano con sempre maggiore eccitazione.
Eccitazione che ci trasmette al mio uccello duro e teso, vorrei toccarlo, segarlo un pochino, ma non posso fare nulla.
Decido di avvicinarmi a loro, non senza sforzo riesco ad alzarmi e lentamente vado da loro.
Arrivo ad un paio di metri quando la biondina ma guarda malissimo, ok ho capito mi fermo qui, mi lascio cadere in ginocchio, l’uccello duro teso verso di loro.
Ma lo sguardo diventa sempre più languido quando l’amica si strofina su di lei, mentre la riempie di baci e piccoli morsi.
Ne approfitto per avvicinarmi un pochino, un altro pochino quando la testa dell’amica scompare tra le sue gambe, mi guarda con la bocca socchiusa mentre gode sulla sua lingua, sono così vicino che potrebbe toccarmi, sono così eccitato che ho paura che la mia cappella esploda tra poco, tanta è la pressione.
La mora rialza la testa, la vedo pulirsi le labbra umide con il dorso della mano, il mio uccello ha un sussulto.
Si alza e con passo felino si avvicina a me, allunga la mano, mi fa sentire quell’odore, chiudo gli occhi per concentrarmi meglio, la sento ridere.
Si gira, mi mostra il suo culo perfetto, è a una spanna dal mio naso, potrei chinarmi in aventi e affondare la faccia tra quelle chiappe, ma lo sguardo della bionda distesa lì davanti mi fa desistere.
Si accarezza il culo, lo fa con studiata lentezza, poi improvvisamente si allarga le chiappe chinandosi in avanti, mi mostra i suoi buchi, aperti, vogliosi, bagnati.
A momenti ho un mancamento, il mio uccello vibra allo spasimo, mentre loro se la ridono.
Poi si inginocchia sulla sua amica nel più classico dei sessantanove, vedo quelle chiappe tenute aperte dalle dita forti della bionda mentre la sua lingua saetta veloce sul clitoride, vedo quelle dita allargare e stringere mentre i buchi pulsano pieni di desiderio.
Vedo scomparire quelle dita dentro di lei, vedo quei buchi riempiti di dita mentre il mio uccello è qui a pochi centimetri che la desidera.
La vedo esplodere sul viso della biondina, vedo un fiotto investirla, bagnarla, la sento urlare mentre si contrae.
Poi la quiete…
Si muove lentamente, allunga una gamba e fa per scavalcare la biondina, non faccio in tempo, non posso evitarlo, mi colpisce in faccia con il tallone, vedo le stelle e cado a terra.
“Cazzo che male!”
“Scusa davvero non volevo!”
Mi hanno tolto il fazzoletto dalla bocca, la mora è chinata su di me, preoccupata, nuda…
“Guarda che sta bene!” la biondina indica il mio uccello grosso gonfio rosso per l’eccitazione.
Sono sedute al m io fianco “cosa facciamo ora con lui!?”
“Beh primo o poi dovremo slegarlo…”
“Aspetta…”
Sento una mano percorrermi gli addominali, un’altra saggia i muscoli delle gambe.
“Davvero non male il nostro montanaro!”
“Grazie!”
“Zitto e tu smettila, dovrei essere gelosa!?”
“Hai mai visto un uccello così?!”
“No! ma lo sai che non mi piacciono!”
“Posso toccarlo!?”
“Sì! ti prego!”
“Non mi sembra il caso!”
Ma sento delle dita fresche delicate accarezzarmi le palle, poi l’uccello, la cappella.
Non ne posso più sto per scoppiare.
Mi stringe l’uccello con forza.
“Senti come è duro, come è caldo!”
Ora le mani sono due, è davvero troppo.
Esplodo in quattro o cinque spruzzi verso il cielo, le sento urlare, spaventate, divertite, poi ridere di gusto.
Mi sollevo a sedere in tempo per vederle baciarsi, i volti sporchi del mio piacere, baci che si trasformano in leccate per pulirsi a vicenda, che tornano baci …
Poi si alzano e mano nella mano vanno verso il ruscello a lavarsi.
Sono davvero bellissime insieme, nude, così a loro agio in mezzo alla natura.
Quando tornano, la biondina mi libera i polsi poi mi guarda fisso negli occhi, non dice nulla ma ci siamo capiti.
Mentre mi lavo nell’acqua gelida loro ridono e chiacchierano tranquille, nude come prima.
“Avete fame? Io ho del formaggio e salame che faccio io”
“Deve essere buono! Noi abbiamo delle barrette!”
“Mettetele immediatamente via! Ho anche il pane e una bottiglia di vino”
Scritto da: Pollo Ollop
Mi piace scrivere racconti erotici in cui mischio realtà e fantasia, hai letto un mio racconto? fammi sapere cosa ne pensi, consigli e critiche sono ben accette.