Grotta blu

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Categoria: Etero
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Introduzione:

Racconti di fantasia

Ormai l’estate è alle porte. Decido di fare un’ultima giornata di mare, ma dove? Non voglio il solito posto pieno di gente e bagnanti di fine estate; cerco un po’ sul web e scrutando tra le varie mappe mi sembra di notare una piccola spiaggia naturale composta da alcuni anfratti rocciosi. Non conoscendo la zona cerco di trovare una possibile via di accesso ma nulla. Decido comunque di recarmi sul posto: una volta lì un modo per arrivare lo si troverà penso tra me e me. Una volta in auto percorro tutta la strada per circa un’ora (PER FORTUNA NON BECCO TRAFFICO), arrivo, parcheggio, telo in spalla e via. Dalle foto trovate su maps non credo necessiti un ombrellone. Cerco un sentiero o un qualsiasi accesso ma nulla di fattibile; l’unica speranza è un accesso che, a questo punto credo arrivi dal mare. Un po’ scocciato da questa situazione cerco un modo per non bagnare chiavi, cellulare e portafoglio. Per fortuna trovo una bancarella: ha le classiche custodie impermeabili, ne prendo due e riparto.

Arrivo finalmente sulla spiaggetta: il telo è un po’ bagnato ma nulla di ché. Lo stendo a quel po’ di sole che c’è, lascio tutto lì vicino e corro in acqua. Uno dei bagni più belli di tutta l’estate: acqua pulitissima limpida e alla giusta temperatura. In tutto ciò mi accorgo che la spiaggia ha una piccola rientranza ben nascosta, mi avvicino per vedere dove porti e noto che non sono solo in quel paradiso terrestre. Intravedo un accesso ad una specie di grotta nascosta, dove la luce del sole arriva solo attraverso l’acqua, rendendo il tutto di un blu fantascientifico. In tutto quel blu vedo lei… una vera e propria dea, alta circa 1.65, capelli rossi lunghissimi, corpo fantastico con due seni sodi coperti da un costume a triangolini bianco, credo una 4^ misura o poco meno. Scendendo un sedere all’insù e delle gambe affusolate, uno spettacolo come pochi, il corpo completamente bagnato e illuminato da quella luce riflessa dal mare. Non vado oltre per non sembrare invadente. Ma possibile mai che un simile splendore sia qui tutto solo? Eppure lì non c’è nessun altro, né in mare né sulle rocce né tanto meno sulla spiaggetta. Faccio qualche passo indietro per tornare sul mio telo, ma lei mi vede e con un caloroso buongiorno mi blocca di colpo.

“Credevo di essere sola in questo posto magnifico”.

Io la guardo incantato poi rispondo:

“Lo credevo anche io, d’altronde non è facilissimo raggiungere questo paradiso”.

Dopo un sorrisetto di cortesia mi dice:

“Un sacrificio che vale la pena fare per trovare tutto questo”.

Annuisco e rimango lì zitto, la guardo qualche secondo poi lei rompe il silenzio

“Sei qui da solo?”.

“Sì sì, oggi ultima giornata di relax, cercavo un posto isolato per stare tranquillo”.

“Anche io. Vengo qui ogni volta che voglio rilassarmi, non trovo mai nessuno ahahah praticamente si può dire che questa sia la mia spiaggia privata”.

E’ fantastica, non riesco a toglierle gli occhi di dosso, cerco di distogliere lo sguardo per non sembrare inopportuno.

“Non disturbo ulteriormente, torno sulla spiaggetta”.

“Nessun disturbo ci mancherebbe, siamo in un luogo pubblico ahahah”.

Quella sua risata mi strega, ma faccio finta di nulla e continuo:

“Anche questo è vero ahahaha”.

Mi sposto comunque sulla spiaggetta anche solo per non continuare a fissarla, sistemo il telo, mi stendo e credo di essermi addormentato per qualche minuto o almeno così credo, al mio risveglio la ritrovo in acqua proprio di fronte a me a a poco meno di un metro il suo telo accanto al mio…

“Ben risvegliato! Credevo volessi dormire per tutto il tempo ahahahah, comunque non ci siamo presentati piacere Roberta”.

“Guido, piacere mio”.

Lei esce dall’acqua, si avvicina al telo e mi dice:

“Spero non ti dispiaccia, mi sono avvicinata per un po’ di sole”.

“Nessun problema…anzi”.

Vedo in lei uno sguardo un po’ strano dopo il mio “anzi” ma non immagino nemmeno cosa mi aspetta da lì a poco…

“Faccio un bagno per rinfrescarmi un po’. A dopo”.

Mi getto in mare solo per nascondere la mia forte erezione a quegli sguardi da fata, ma probabilmente non riesco a nascondere bene le cose perché lei poco dopo mi dice:

“Certo certo per rinfrescarti… giusto BAGNARSI UN PO’”

Non rispondo e mi calo per intero in acqua pensando tra me e me che questa giornata sicuramente non sarà una di quelle che dimenticherò facilmente…

Faccio un lungo bagno cercando di non pensare a quel corpo fantastico, a quel culo ipnotico, ma ogni sforzo è vano. Guardando verso la spiaggia vedo lei che slaccia il costume, lasciando libero quel seno perfetto per poi ridistendersi sotto quel filo di sole che passava tra le rocce. Non resisto più, il mio cazzo è diventato di marmo al solo pensiero di quel corpo piegato sotto ogni mio colpo.

Faccio un grosso respiro e giù sott’acqua per raffreddare i bollenti spiriti. Al ritorno ho un’erezione più contenuta, lei era ancora lì mezza nuda. Decido di non disturbarla e visito la “grotta”: acqua fantastica, un blu stupendo, rimango ammollo a rilassarmi fino a quando non sento la sua voce alle mie spalle:

“Allora? Mi eviti o cosa?”.

Mi volto. E’ completamente nuda, con quel corpo perfetto, apparentemente un angelo, ma in realtà un diavolo dentro. Rimango lì a fissarla in tutta la sua bellezza per qualche secondo: i suoi capezzoli rigidi e tondi come bottoni, il monte di venere è completamente rasato e proseguiva verso una figa rosa. Con il cazzo che tira a mille le rispondo:

“Non volevo disturbare eri lì al sole RILASSATA”.

Mi guarda qualche secondo poi poggia un piede su una roccia e con una mano si accarezza la figa, inserendo il medio dentro per poi portarlo alla bocca e leccarlo…

“Sono troppo eccitata per rilassarmi e vedendo il tuo costume non credo che tu voglia che io mi rilassi”.

Salgo quel che basta per arrivare con la bocca su quelle labbra liscissime e carnose, metto subito la lingua al suo interno, caldo e bagnatissimo. E’ eccitatissima, il suo nettare fila sulla punta della mia lingua ad ogni affondo. Lei inarca la schiena e si lascia sfuggire un gemito che completa la mia eccitazione. Non posso più fermarmi: esco dall’acqua con il costume ormai largo in vita per la mia erezione. Lei non si fa troppi scrupoli a tirarlo giù, inginocchiandosi davanti a me per ritrovarsi con il mio cazzo a portata di bocca. In un attimo lo divora in tutta la sua lunghezza toccando con la punta della lingua le palle e in pochi secondi è lì a fare avanti e indietro su tutta la mia asta, intrisa della sua saliva. Mi pompa per circa cinque minuti, i cinque minuti più lunghi e piacevoli della mia vita; era una dea. Ad un tratto lo sfila di bocca, scende sulle palle le lecca per bene, poi torna su a dedicarsi alla mia cappella ormai violacea e turgida. Continua il suo pompino senza scendere ulteriormente. Sono in estasi, sto per venire, ma non voglio. Cerco di fermarla ma non c’è verso, continua fino a quando non le riverso in gola ogni fiotto del mio sperma. Con avidità lo ingoia tutto e continua a pompare insistentemente, scende nuovamente fino alle palle e continua con quel pompino per altri cinque minuti almeno, facendomi restare in erezione senza un minimo calo. Durante tutto l’atto non smette di fissarmi, poi si sfila e mi ordina:

“Ora sfondami”.

Non ci penso due volte, la metto a pecora su uno scoglio e senza troppi indugi le spingo dentro tutto il mio cazzo. Forse preso dalla foga spingo troppo perché le vedo fare una smorfia mista di piacere e dolore. Quella figa stretta e bagnata, avvolge tutta la mia asta, bagnata dei suoi umori in ogni sua parte. In quella posizione ho quel culo sotto tiro e tenendola continuo a pomparla con foga. Voglio tentare il tutto per tutto e mentre le scopo la figa, le accarezzo in cerchio il buco del culo, dalla posizione ben in vista, per poi spingere l’indice all’interno. Lei inarca la schiena, emettendo un mugolio, ma non dice altro e in quel che capisco che il gioco è appena iniziato…

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