Ho una moglie molto porca
Mi chiamo Tommaso ho quarantacinque anni, sono di media statura, capelli sul brizzolato, un fisico nella media, anche se con un po’ di pancetta. Sono sposato da 8 anni con Emma, una quarantenne di bell’aspetto, non troppo alta, ma dal fisico davvero accattivante. Lei è una a cui non piace passare inosservata. Ha un bel seno, una terza piena tonda, con dei capezzoli piccoli, ma molto sensibili che, ogni volta che glieli accarezzo, la mandano in estasi. Le sue labbra sembrano fatte apposta per far pompini, che propina in maniera davvero unica, ma il suo pezzo forte è un culo da sballo, che attrae ogni maschio che lo guarda ed a lei piace molto poterlo mostrare.
Stiamo insieme da quando avevamo io, 34 anni e lei 30. Eravamo impiegati di due ditte diverse che collaboravano nell’ambito della gestione delle risorse umane. Fin dal primo momento, ci siamo trovati d’accordo su tutto e, dal punto di vista sessuale, è stato come un fulmine che dura ancora, perché, fra di noi, che venivamo da due storie concluse a causa della gelosia, vi era un patto di assoluta e reciproca fiducia. Sì, fra di noi, fin da subito, ci siamo imposti che, se volevamo stare assieme, fiducia e lealtà dovevano essere il collante della nostra relazione. All’inizio, non è stato facile riuscire a far funzionare quel nostro accordo, ma poi, quasi per caso, abbiamo trovato il giusto equilibrio e, potrà sembrare strano, ma abbiamo individuato nel sesso il punto focale di una grande intesa: a lei piace farlo bene, con calma, e godere a lungo e ripetutamente e, in questo, è da classificarla come una perfetta artista.
Scopiamo dappertutto ed in ogni occasione, in specie se versiamo in una condizione a rischio di esser sorpresi e non solo. È una gran porca a letto e, di questo, ne vado molto fiero. Le piace scopare e succhiare il cazzo con maestria, a lungo e, poi, concludiamo godendo sempre in modo diverso.
A volte, le vengo in bocca e lei ingoia tutto, senza perdere nemmeno una goccia, oppure accoglie tranquillamente il mio cazzo nel suo splendido culo, tra i seni, e si fa venire in faccia o dove, in quel preciso momento, suggerisce la sua libidine. Bisogna riconoscere che con una femmina così non ci si annoia mai. Una sera, di qualche tempo fa, mentre ancora eravamo una coppia in prova, come ci piaceva definirci, avevamo scopato e le ero venuto dentro, scaricandomi completamente; ero più che contento per come si era sviluppato quel momento di sesso, ma, ciononostante, avvertivo che ci fosse qualche cosa che non andava.
«Amore, come sempre, mi sei piaciuta tanto, ma, ti prego non fraintendermi, vorrei chiederti se c’è qualche problema fra noi, perché mi sei apparsa un po’, come dire, distratta?»
Lei era distesa accanto a me con il capo sul mio petto. Ha sollevato lo sguardo e mi ha fatto un sorriso un po’ forzato:
«Hai ragione, sono un po’ distratta ed è perché non so come dirti una cosa che mi è capitata oggi. Più ci penso e più mi sento di aver agito in modo tale da provocarmi un senso di colpa nei tuoi confronti.»
L’ho guardata stupito. Il cuore fermo, il respiro a zero! Lei ha intuito il mio disagio ed ha ripreso:
«Ero in ufficio e, nel primo pomeriggio, è venuto in impresario edile che aveva bisogno di manodopera specializzata, quella appunto che fornisce la nostra azienda. Mario, questo è il suo nome, è un bel cinquantenne molto carismatico, con uno sguardo davvero difficile da evitare, penetrante, che ti si insinua dentro. Un bel fisico tonico, imponente, un maschio notevole. Ero in un momento di quelli che mi portano a far la civetta ed ho deciso di provocarlo. Mentre parlavamo, con finta indifferenza, mi sono alzata e, volgendogli le spalle, mi sono allungata verso lo scaffale che ho dietro di me ed ho preso un faldone posto in alto. Allungando le braccia, il mio vestito è salito su, mostrando il bordo delle autoreggenti e, dal riflesso sul vetro di un quadro appeso alla parete, ho visto che lui ha sorriso. Soddisfatta, mi sono di nuovo seduta, accavallando le gambe. Egli ha percorso ogni centimetro del mio corpo con lo sguardo, trasmettendomi continui fremiti al basso ventre, ma la cosa ha avuto effetto anche su di lui al punto che, per un lungo istante, ho notato nei suoi occhi tutto il desiderio di cui si era caricato. Dopo di che ho spinto la sedia sotto la scrivania, come se nulla fosse successo. Egli era come in trance. Mi guardava, senza ascoltare nulla di quello che dicevo. Era rapito dalla esuberanza del mio corpo ed allora ho deciso di alzare ulteriormente l’asticella della provocazione. Mi sono alzata e, girando su un lato della scrivania, sono andata a prendere dei fogli dal mobiletto che vi è lì vicino, mi sono piegata a 90 gradi, offrendo al suo sguardo davvero allupato il mio fondo schiena, che lui ha potuto ammirare in tutto il suo splendore. Soddisfatta, mi sono avvicinata a lui ed ho notato l’effetto ottenuto: un pacco di notevoli dimensioni ed ho ipotizzato che di certo fosse ben dotato. Ero raggiante e profondamente lusingata. Le mie mutandine erano inzuppate e mi son sentita davvero porca. Egli, alla fine, mi ha salutato e, quando se n’è andato, mi ha fatto i complimenti, perché ero molto professionale, ma anche tanto seducente. La mia autostima era alle stelle. Poi, poco fa, mentre godevo fra le tue braccia, mi è venuto in mente tutto e mi sono sentita una stupida: cosa diavolo mi era passato per la testa a volerlo provocare? Io ti amo e con te sto benissimo. Non ho bisogno d’altro e, quindi, per quale motivo mi era venuto di comportarmi come una poco di buono? Mi dispiace, ma non riesco a trovare una seria spiegazione e questo mi dispiace per te, che non ti meriti un simile comportamento dalla donna che ami e che dovrebbe nutrire più rispetto per te.»
Mentre parlava il cazzo mi era diventato di ferro. Avevo appena goduto dentro di lei, ma era come se non fosse successo: ero ancora eccitato e forse anche più di prima. Senza dir nulla, l’ho spinta e fatta distendere supina, l’ho baciata e poi mi sono infilato ancora dentro di lei, che mi guardava sorpresa. Nell’affondare il cazzo dentro la sua vagina, ho preso contatto con la mia stessa sborra, di cui era ancora piena e, nella mia mente, anche se solo per un attimo, ho immaginato che non fosse la mia, ma quella di quel maschio che se l’era scopata e le era venuto dentro. Ho preso a scoparla come una bestia! Lei ha iniziato a godere immediatamente e io la sbattevo come un pazzo scatenato. Lei, dopo un ennesimo orgasmo, in qualche modo mi ha frenato e, guardandomi in viso stupita, mi ha chiesto spiegazione:
«Amore, calmati. Che ti succede? Mi fai paura. Dimmi: che ti è preso? È bellissimo, ma proprio non capisco a cosa è dovuta questa tua reazione.»
Le ho dato un bacio e poi, non riuscendo a sostenere il suo sguardo, le ho detto, in maniera alquanto esitante, quello che mi succedeva.
«Amore mio, è vero che abbiamo un patto di reciproca fiducia e lealtà, ma sono un po’ in difficoltà a spiegarti quello che mi succede. Mentre ti ascoltavo, per un momento ho immaginato… ecco, qui mi è difficile spiegartelo, sì, insomma, ho immaginato di vederti scopata da quel tipo e così ho avvertito una tremenda eccitazione, che si è manifestata nel modo che hai visto quando ti sono entrato dentro, nel sentire la tua vagina ancora piena del mio piacere, ecco io… accidenti, non prendermi per un pazzo, ma ho immaginato che fosse stato lui a riempirti e io, adesso, ti stavo scopando nella fica, piena di lui!»
Lei mi ha guardato con un’espressione meravigliata, poi ha sorriso, mi ha dato un bacio davvero carico di profonda libidine e, infine, mi ha quasi provocato una nuova eiaculazione.
«Accidenti, amore! Se ti fa questo effetto sapermi civettuola con altri maschi, allora fa pure. Dai, scopami ancora, mentre mi senti farcita da lui!»
È stata la svolta totale al nostro rapporto. Da quella sera abbiamo immaginato tantissime situazioni, che erano, in qualche modo, riconducibili alla vita di tutti i giorni, ma che a noi servivano per fantasticare e vivere situazioni davvero particolari, che poi si traducevano in scopate magnifiche. Per qualche mese, la lussuria ci faceva vivere sensazioni senza limiti. Poi Emma mi ha raccontato che Mario era ripassato più volte a trovarla nel suo ufficio e che le aveva sempre fatto tantissimi complimenti, ma usando sempre molto tatto, badando a non essere sgarbato o offensivo, anzi da vero gentiluomo. Un giorno l’ha anche invitata a pranzo, cosa che lei ha declinato con grazia. Ero molto preso da questa situazione che si era creata ed ero eccitato moltissimo all’idea di lei a pranzo con lui, al punto di suggerirle, per il futuro, di accettare. La sera mi ha riferito in maniera molto dettagliata e con dovizia di particolari, di ciò che lui le aveva detto ed i complimenti che le aveva rivolto, mentre la guardava con cupidigia. Anche in quell’occasione l’ho scopata in maniera davvero sconvolgente, lei ha goduto tantissimo e mi ha eccitato ancor di più, esortandomi a possederla senza riguardo.
«Dai, scopami, che lui mi ha detto che vuole sfondarmi! Dai, spaccami tutta, altrimenti lo farà lui. Dai, che godo! Mi fa impazzire sentire quanto ti eccitati al pensiero che potrei farti le “corna” con lui!»
Ero ebbro di gelosia, ma questo si traduceva in uno stato di eccitazione che mi portava a possederla quasi con violenza, la sfondavo con colpi bestiali. Dopo quella volta è capitato che hanno pranzato insieme. Fra loro si era creata una certa confidenza ed un buon feeling che mi eccitava moltissimo. Avrei voluto di più, ma ero anche sicuro che Emma, forse, non avrebbe accettato e quindi mi nutrivo di fantasie e la scopavo sempre di più. Poi una volta, dopo l’ennesimo pranzo con lui, mentre tornavano alla vettura, che Mario era stato costretto a parcheggiare un po’ fuori mano a causa di un evento sportivo che si teneva in quella zona, sono stati colti da un improvviso acquazzone che, in un attimo, li ha inzuppati dalla testa ai piedi. Emma indossava una camicetta bianca di lino, con sotto un sottilissimo reggiseno, ed una gonna corta e sandali a zeppa. Di corsa, erano giunti nella vettura e lui le aveva offerto dei fazzolettini per asciugarsi e, in quel attimo, lei si è resa conto che la camicetta era diventata come invisibile ed il suo splendido seno, anche se di una semplice terza misura, era in bella mostra e lui lo guardava con espressione di pura estasi: lui non ha saputo trattenersi dall’accarezzarle i capezzoli, estremamente sensibili, e lei, a quel magistrale tocco, era caduta in completo visibilio. Lo aveva guardato ed i suoi occhi erano scesi a guardare il pacco, estremamente gonfio. Lei era come ipnotizzata dallo sguardo di lui e dal desiderio di scoprire cosa si celasse dentro quei calzoni. Aveva allungato una mano ed impugnato quello scettro, che già da sopra la stoffa sembrava notevole. Aveva armeggiato un po’ per aprire la cerniera e, intrufolata la mano dentro, aveva impugnato quello scettro durissimo e molto caldo. Lui aveva abbassato i pantaloni e lei si era trovata davanti alla faccia un bellissimo cazzo di ottime dimensioni, sia in lunghezza che in circonferenza, ma quello che lo rendeva particolare era la grossa cappella a forma di fragola matura e lei non aveva resisto al desiderio di assaggiarlo. Lo aveva portato alla bocca e lo aveva leccato un poco e poi aveva iniziato uno dei suoi sontuosi pompini. Lui aveva, fin da subito, iniziato a gemere.
«Sì, dai, succhialo! Hai una bocca favolosa, da perfetta pompinara: ho subito desiderato infilartelo in gola. Dai, succhiami e fammi godere!»
Naturalmente lui non conosceva Emma. Infatti ha preso a leccarlo e a infilarselo tutto in gola e poi di nuovo fuori a lasciar scorrere la lingua lungo l’asta e leccare e succhiare le due grosse palle, poste alla base di quel cazzo stupendo. Lui era in estasi e già era pronto a sborrare, ma lei non era dello stesso avviso e, per tre volte, lo aveva portato al limite e, nel momento in cui lui pensava di sborrare, lei si fermava, facendolo impazzire.
«Cazzo, NO! Mi fai morire così! Non ti fermare! Dai che voglio sborrarti in gola!»
Lei ha continuato a giocare con lui, tormentandolo e facendolo supplicare di farlo godere.
«Dai, non ti fermare! Ti prego, fammi venire! Se ti fermi, ti uccido!»
Emma aveva la fica ridotta ad un lago. Era sconvolta da quanto le piaceva succhiare quel palo di carne viva e pulsante, al punto che ha cercato in tutti i modi di prolungare il piacere al massimo.
«Tu non uccidi nessuno! Sono io che ti faccio morire, se non ti rilassi e mi fai divertire a mio piacimento, con questa meraviglia della natura. Se mi lasci fare, alla fine ti sarai gustato un pompino indimenticabile! Godi e rilassati, tanto sborrerai quando lo decido io!»
Lui, in qualche modo, aveva subito il suo volere e lei si era divertita ancora a farlo impazzire, poi lo aveva succhiato molto intensamente fino a farlo venire tutto nella sua bocca. Era stato un piacere nel piacere ricevere in gola tutto quel nettare caldo e cremoso, mentre lui delirava.
«Sublime! Fantastica! Sei una succhiacazzi MERAVIGLIOSA! Sì, fammi impazzire! La tua bocca è stupenda!»
Lei aveva bevuto e pulito fino all’ultima goccia di quel nettare prelibato, poi, il sopraggiungere di persone li aveva costretti a ricomporsi. La sera ero impazzito di piacere quando me lo aveva raccontato. Poi mi ha chiesto cosa ne pensassi di tutto questo ed io le avevo risposto che non potevo esserne più felice. Sì, dentro di me, ero in estasi e l’unica cosa che ancora desideravo, giunti a quel punto, era di vederla scopare con lui. Emma mi ha guardato un po’ titubante.
«Davvero lo vuoi? Vuoi che mi faccia scopare da lui? Io con te sto bene e non mi manca nulla, anche se mi sono eccitata tantissimo a fargli un pompino, ma posso anche fermarmi qui.»
L’ho guardata e le ho ribadito che non era in discussione il nostro rapporto, perché era bello e solido, ma che il tutto era un gioco che l’avrebbe portata a godere con un altro maschio, o con quanti voleva, mentre, a mia volta, ne avrei goduto a vederla chiavare appassionatamente, che poi era la cosa che desideravo di più al mondo. Per alcuni giorni, non siamo più ritornati sull’argomento, poi lei mi dice che Mario l’aveva invitata all’inaugurazione di un piccolo complesso, realizzato dalla sua ditta al mare. L’idea la intrigava, ma era fortemente indecisa.
«Non vorrei fosse l’occasione in cui lui possa prendersi troppe libertà. Se ci dovesse provare davanti a tutti, non saprei che fare.»
Avevo il cazzo duro come il marmo. L’idea di lui che la corteggiava davanti a me mi sconvolgeva e, quindi, le ho dato tutto il mio sostegno.
«Tranquilla, ci sarò anch’io e, quindi, lui sarà limitato nelle sue azioni. Dai, che ci divertiamo e così mi fai conoscere questo maschio, che ti intriga tanto.»
Lei, alla fine, si è lasciata convincere e siamo andati alla cerimonia. Per l’occasione Emma indossava un completo di lino nero con maniche ricamate e, sotto, indossava un sottilissimo reggiseno che modellava in maniera quasi impalpabile il suo seno stupendo e, poi, i suoi meravigliosi glutei erano ben modellate dal tessuto nero elasticizzato ed avvolgente.
La sua folta capigliatura castana naturale, ma con colpi di luce biondi, contrastava con il nero dell’indumento e la rendeva davvero molto concupiscente. Era sexy, elegante e non volgare. Ai piedi, calzava scarpe decolté a punta, in vernice color crema, lucide, tacco alto da 12, che le inarcavano e rendevano evidente il suo splendido fondo schiena, che era il punto dove si focalizzava lo sguardo di ogni maschio. Giunti alla cerimonia, lei mi ha presentato Mario, che mi ha stretto la mano e poi ha preso lei sotto braccio, proponendola come madrina dell’evento, cui spettava tagliare il nastro. Ha fatto seguito un bel rinfresco e poi lui ci ha invitato a cena nella sua villa posta nelle vicinanze, e così ci siamo ritrovati assieme ad una decina di uomini che, non erano altro che i capi delle maestranze che avevano realizzato il complesso. Ero sconvolto dal fatto che Emma era l’unica donna e tutti la guardavano con cupidigia. La cena si è svolta in un’atmosfera molto allegra e poi, una dopo l’altra, le persone se ne sono andate, ad eccezione di quattro uomini di età compresa fra i quaranta ed i cinquanta, che si erano presentati a lei: Alberto, Luca, Carlo e Giulio. Erano tutti molto amici di Mario che, in maniera discreta, li aveva invitati a restare. Ci siamo accomodati in un piccolo studio, arredato con dei divani molto ampi ed Emma era al centro dell’attenzione di tutti. Mario le si è avvicinato, le ha sussurrato qualcosa e lei mi ha guardato; io ho sorriso, conscio che sarebbe successo qualcosa di veramente speciale. Erano tutti in silenzio e la guardavano quasi con venerazione, mentre Mario l’ha stretta a sé e poi ha incominciato a baciarla. Io la guardavo stupito e, nello stesso tempo, eccitatissimo. Alberto, uno dei maschi, si è alzato dal divano e le si è avvicinato da dietro; ha appoggiato il pacco conto il suo culo, commentando che era davvero stupendo.
«Hai un culo favoloso!»
Ho visto Emma stretta fra di loro e mi sono eccitato, mentre vedevo che la baciavano e lei che si godeva l’attimo; poi si è girata verso di me e mi è venuta incontro: immobile, davanti a me, mi sorrideva e si lasciava baciare.
«Ti amo e come ti ho già detto, con te sto benissimo, quindi, se vuoi che lasci perdere, dimmelo subito. Non mi manca niente nel nostro rapporto e questo di stasera è solo un gioco che, nella fantasia, facciamo da sempre.
Quindi, decidi tu: per quanto mi riguarda, tutto può finire qui!»
Deve aver letto la delusione nel mio viso, perché, intimamente, per un attimo, ho avuto veramente paura che lei avesse un ripensamento.
«Perché? Non sei convinta di far questo passo? Lasciati andare e divertiti.»
Appena udite le mie parole, lei ha sorriso di nuovo e subito Mario si è di nuovo stretto a lei e gli ha fatto sentire il cazzo in erezione.
Lei, immobile, si è ritrovata in mezzo a tutti quei maschi che, dopo un attimo di indecisione, hanno sfoderato delle mazze davvero notevoli.
Lei, sorridendo, si è accucciata all’interno di quel cerchio magico, sulla cui circonferenza svettavano quelle mazze che erano in attesa di saggiare le sue labbra. Lei ha preso in bocca quello di Mario, mentre ha stretto altri due in mano alternandoli tra le sue labbra. Era sconvolgente! Li ha assaggiati tutti, poi si è girata verso di me e mi ha invitato ad unirmi al gioco.
«Ti voglio qui, vicino a me! Voglio anche il tuo cazzo in bocca, altrimenti mi fermo e tutto finisce qui!»
Essi mi hanno guardato in silenzio, mentre ancora si godevano quella bocca cosi calda e vorace. Mi sono avvicinato e lei, che era stata invitata ad alzarsi ed a piegarsi, mi ha preso il cazzo in bocca. Ero così eccitato che, per un attimo ho creduto di sborrare all’istante, mentre loro ora si erano messi a carezzarle i seni, strizzandone i capezzoli e facendola gemere di piacere. Poi Mario l’ha presa per mano e l’ha condotta in una stanza con al centro un grande letto e, dopo averle poggiato le labbra sulla spalla destra, ha preso a baciarle il collo e dietro la nuca, con un andamento lento e sensuale. Ho visto Emma chiudere gli occhi e ho capito che ormai la libidine si era impossessata di lei. Il gioco era iniziato e, dentro di me, tremavo perché mi chiedevo dove sarebbe finito. Sempre da dietro, Mario ha fatto scorrere la lampo del vestito e, in un attimo, la mia dea era nuda. Anche gli altri si son spogliati velocemente e vedevo lei circondata da cinque cazzi, tutti molto tesi e duri, di generose dimensioni che anelavano, ciascuno, a poter violare qualche buco. Subito si sono tutti occupati di lei. Uno, dietro, si è spinto a leccare il buchetto, mentre un altro, con una mano, l’accarezzava davanti, mandandola in estasi. Davanti, Alberto si dedicava ai seni, succhiandone i capezzoli e le altre persone hanno cominciato a toccarla in ogni parte del corpo, fino a sollevarla da terra ed adagiarla sul letto, dando fondo ad un lavorio di lingua sconvolgente. Lei godeva e si contorceva dal piacere. Ero meravigliato, e quasi incredulo, da quanto Emma si fosse lasciata coinvolgere in quel gioco che la stava portando all’estasi totale: era bello vedere quanto le piacesse lasciarsi toccare, leccare, masturbare da quei cinque maschi, più che infoiati che non vedevano l’ora di poterla penetrare in ogni buco. Aveva il cazzo di Alberto in bocca, Giulio le succhiava la fica, Carlo e Luca che le avevano messo in ogni mano i loro cazzi, che lei segava con dedizione, mentre Mario si preparava ad infilarle la fica. Ha goduto, urlando di un orgasmo che l’ha fatta fremere a lungo, poi ha aperto gli occhi, li ha guardati ed ha chiesto loro di esser scopata. Nemmeno nelle mie fantasie più perverse, ero mai riuscito ad immaginare questa scena.
«Che state aspettando? Vi voglio! Voglio sentirvi dentro, in ogni mio buco! Questa sera, voglio sentirmi tanto puttana!»
È stata sollevata e fatta impalare sul cazzo di Mario, che di certo era il più lungo di tutti e io guardavo mentre glielo affondava nel ventre ed avevo l’impressione che non finisse mai di penetrare.
Emma aveva spalancato la bocca, quando ha avvertito che il corpo di lei ha aderito a quello di Mario, ma non ha fatto in tempo a dire nulla, perché subito si è ritrovata un cazzo ben piantato in gola.
Ha cominciato a scopare con quel maestoso palo di carne che la sfondava, perché lui, dopo aver inarcato le gambe, ha preso a sbatterla con forza dal basso, facendole raggiungere, ben presto, il primo orgasmo che ha potuto esternare a bocca piena. Giusto il tempo di godere e poi Alberto si è posizionato dietro di lei, piantandosi tutto dentro il suo culetto. Ero impazzito di piacere nel vederla in doppia! Era un sogno che si avverava e, dentro di me, speravo di non svegliarmi, perché stentavo a credere a quello che vedevo: Emma con tre cazzi che le riempivano ogni buco ed uno per mano che segava! Sconvolgente! Alberto è entrato con un affondo deciso e mi ha guardato quasi incredulo.
«Bella porcella, ti infilo il culo! Accidenti! Ma sei stretta? Ragazzi, questa troia è così stretta che mi sembra di calzare un guanto! Ma tu, non lo scopi un culo così bello?»
Hanno iniziato a spingere il cazzo dentro e fuori in perfetto sincronismo e lei godeva, mentre ora Luca continuava ad infilarle il suo dentro la bocca, estasiato dalla facilità con cui lei lo prendeva in gola.
«È proprio una vera succhia cazzi! Guardate come lo ingoia! Sì, un’esperta bocchinara!»
Emma ha cominciato a godere in continuazione. Donava piacere a cinque uomini contemporaneamente e questo faceva impazzire sia me che lei. Gli orgasmi si sono succeduti a ripetizione, mentre loro si davano il cambio a fotterla sotto il mio sguardo allibito e sconvolto, da quanto lei stesse godendo. Senza nemmeno accorgermene, mi sono ritrovato con il cazzo in mano che mi segavo inconsapevolmente. A turno, ognuno ha avuto il piacere di scoparla e metterle il cazzo in culo, sempre in doppia. Lei era sfinita, ma raggiante di felicità, al punto che, ad un tratto, si è girata verso di me e mi ha voluto vicino.
«Voglio sentire anche il tuo!»
Le ho messo il cazzo in bocca e sono venuto all’istante! Loro se ne sono accorti e mi hanno deriso.
«Accidenti! Il cornuto era così eccitato che ha sborrato all’istante! Tranquilla, troietta, che ci pensiamo noi a farti godere.»
Una risata ha fatto eco alle sue parole. Poi Mario, dopo aver rivolto uno sguardo d’intesa con gli altri, ha guardato Emma e, sorridendo, ha aggiunto:
«Adesso ti sverginiamo definitivamente.»
Lo abbiamo guardato senza capire, mentre Alberto si era disteso supino ed ha infilato Emma da dietro, facendola distendere su di sé, ma di spalle. Mario si è inginocchiato fra le gambe di Emma e, un attimo dopo aver unito il suo cazzo con quello di Alberto, le sono entrati in doppia nella fica. Il grido di Emma, fortissimo, è risuonato nella stanza.
«HHHHHHHHAAH …SI’, aaaahhh …sì … spingete! Mi state sventrando! Oddio, amore, mi sfondano la fica! No! Non è possibile! Vengo!»
Hanno iniziato a sbatterla da delirio. L’hanno pompata tantissimo. Si son dati il cambio e, anche in questo caso, sempre in doppia in fica, con lei che delirava e li incitava a sbatterla ancora più forte.
«… OOOHHH… SI’ … SFONDATEMI! Più forte … sì!»
Non ci credo! Nemmeno nelle fantasie più depravate ero arrivato a desiderare tanto. Ha goduto così tanto che, per un attimo, ho creduto fosse svenuta. Poi Mario le è venuto dentro con un grido di pura soddisfazione!
«Sborro! Adesso ti inondo tutta! Sborro!»
Così, a giro, tutti le hanno schizzato sia dentro che fuori; le loro copiose sborrate l’hanno davvero farcita dappertutto. Alla fine lei mi ha guardato con occhi carichi di gioia ed io ero commosso per aver visto mia moglie trattata davvero come una troia. La soddisfazione di quei maschi la si leggeva sui loro volti.
«Sei stata fantastica! Non ci era mai capitato di aver a che fare con una come te, capace di reggere tanto! Complimenti, sei unica!»
Poi, uno dopo l’altro, se ne sono andati ed io sono rimasto disteso sul letto con Mario, che si è congratulato con me, mentre era andata in bagno a darsi una rinfrescata.
«Emma è davvero unica! Se non fosse che ho la certezza che ti ama alla follia, le farei una corte spietata per averla sempre al mio fianco e nel mio letto! Sei fortunato e mi ha fatto davvero piacere stare con voi, questa sera. Mi aveva raccontato, un giorno, durante il pranzo, di aver avuto un’esperienza con due maschi e che le sarebbe piaciuto ripeterla; così ho organizzato tutto questo per lei. Sta tranquillo che nessuno dei miei amici le darà alcun fastidio, e sono certo che tutti, lei compresa, oggi hanno ottenuto il piacere che volevano.»
Lo guardo e mi son reso conto che non ho mai approfondito la conoscenza del suo passato e questo mi ha incuriosito, ma il ritorno di lei lascia il discorso a metà con lui, che se ne va in bagno. Lei si distende accanto a me, mi bacia e poi mi trascina su di lei.
«Adesso scopami, anzi, è meglio se mi inculi! Sei il mio uomo, hai visto come mi sono comportata da puttana per te, che lo desideravi da tempo, ma, adesso, voglio sentire che mi desideri ancora.»
L’ho messa di lato e le sono entrato tutto nel culo, con una sola spinta. Era ben aperta anche in quel foro, ma mi ha fatto piacere incularla. L’ho scopata e lei ha goduto quasi subito e poi, sono venuto pure io, dopo di lei che mi ha sorriso e mi ha detto che era giusto così. Era segno che la mia eccitazione era davvero tanta e quindi lei aveva realizzato il mio sogno. In effetti era davvero così. Ero contento di averla vista comportarsi da puttana fra le braccia di altri maschi, ma, alla fine, ero contento che lei mi aveva voluto ancora dentro di sé, per ribadire che aveva fatto tutto questo per me. Da quell’esperienza, è iniziata una nuova era fatta di sesso molto speciale, dove lei mi ha regalato momenti davvero unici.
Sono molto orgoglioso di avere una moglie così esuberante nel sesso.
Scritto da: pennabianca
mi piace scrivere racconti erotici e porno di ogni genere.
07:48
Da cuck esperiente confermo che è fantastico essere il marito di una moglie gran troia a letto…. Stupendo!!!!