L’amico pittore di mio marito.
In Caterina
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Categoria: Tradimento
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Mi vergogno come una ladra. Alla fine ho ceduto e ho tradito mio marito, e con il parroco per di più. So perfettamente che in fondo è sempre stato il sogno di Dante, ma mi sento in colpa.
Nella mia testa continuo a rivivere quella strana confessione e non ho il coraggio di dirlo a mio marito, pur sapendo che ne sarebbe felice.
Qualcosa dentro di me è cambiato. Non so cosa, però non sono più la stessa. Non riesco più a riconoscermi. Mi ritrovo spesso eccitata, soprattutto quando vado a messa e rivedo il mio parroco. So che suonerà blasfemo, ma ogni volta che passa tra le panche con l’aspersorio e l’acqua santa, la sensazione degli schizzi su di me mi riporta indietro e mi fa bagnare, in ogni senso.
Non voglio rifarlo però. Questo mi è chiaro in mente. È stato un errore permettere al mio confessore di approfittare della situazione.
Inizio a non andare a messa tutti i giorni e la domenica abbiamo cambiato orario. Non posso vedere il parroco, mi distrae dal vero motivo per cui una buona cristiana dovrebbe andare a messa; e non mi piace.
Credo che Dante abbia nasato qualcosa, anche se non credo sia a conoscenza della situazione e non credo che confesserò mai quello che ho fatto.
Il fatto di essere un’adultera deve rimanere un segreto, anche se so quanto a lui piaccia l’idea che io sia così.
«Amore, domani sera viene a cena da noi Edoardo. Te lo ricordi, no? Il mio amico pittore.».
Me lo ricordo sì, da giovane era un bellissimo ragazzo. Ricordo che mi faceva la corte. Forse avrei sposato lui, se non fosse stato un libertino e un traditore seriale.
Il giorno seguente lo passo a pulire e cucinare. Preparo tutto il necessario per fare bella figura con Edoardo.
Arriva in anticipo e devo ammettere che il tempo con lui è stato magnanimo. Alto, snello e leggermente brizzolato. Immagino non abbia proprio problemi a trovare delle compagne.
Chiede di andare in bagno a lavarsi le mani. Mio marito indica la strada e poi si avvicina a me.
«Dicono che abbia una dotazione di pennelli fantastica!».
Intuisco subito il doppio senso voluto da Dante, ma non rispondo. Ho peccato una volta, non ricapiterà.
La serata trascorre piacevolmente. Edoardo non si risparmia nei complimenti sulla cena e su di me.
«Caterina, ti andrebbe di farmi da modella per un ritratto?».
La proposta mi sconvolge un po’. Mentre eccita mio marito che sembra in procinto di saltare sulla sedia.
«Non saprei. Non sono così bella da poter fare da modella.».
«Non dire sciocchezze. Hai dei lineamenti fantastici.».
«Ma hai visto i miei fianchi? Ho troppa ciccia!».
«I tuoi fianchi sono perfetti!».
«Va bene! Se insisti e Dante è d’accordo…».
Non ci credo. Ho davvero accettato. Mio marito è sicuramente d’accordo, tanto che annuisce di continuo alla proposta.
«Domani pomeriggio passa in studio da me!».
La serata va avanti tranquilla. Nella mia testa però ho la frase di mio marito che mi rimbomba. E un dubbio mi assale. Non è che ho accettato per questo?
L’indomani mi faccio trovare nello studio di Edoardo. Mi abbraccia e mi dà il benvenuto.
«Pronta?».
La mia faccia risponde al mio posto. Sono tesa come una corda di violino.
Edoardo inizia a farmi qualche schizzo a matita su un block notes. Me li fa vedere. È bravissimo. Io non molto come modella a quanto pare.
«Cara, sei troppo tesa. Vedi il tuo volto?! Devi rilassarti.».
«La fai facile tu. Non ho mai fatto nulla del genere. Come dovrei fare a rilassarmi?».
«Beh, ci sono diversi modi, uno su tutti lo uso spesso con le modelle!».
Capisco al volo cosa intende, ma non succederà.
Lui si avvicina. La sua faccia è praticamente contro la mia.
Non succederà!
«Chiudi gli occhi!».
Abbasso le palpebre. “Ma cosa faccio? Perché?!”.
Sento il suo fiato sulle mie labbra. Un profumo di menta mi riempie le narici. Si è preparato per me. L’invito a fargli da modella è solo per questo.
Socchiudo le labbra in attesa del bacio. “Ecco che cedo di nuovo!”.
Sento il soffio di Edoardo che si allontana dalla mia bocca e si sposta sul mio orecchio.
«Ora metterò la mia mano sotto il tuo abito. Ma non farò nulla che tu non voglia, quindi dimmi ora se devo fermarmi.».
Vorrei dire di no, ma le parole non escono dalla mia bocca. Sento un calore intenso nel basso ventre, forse il mio corpo sa meglio di me cosa voglio.
Sono seduta su un lettino in pelle. Sento la sua mano che si poggia sul mio ginocchio, con tre dita fa forza per aprire le mia gambe, ma non serve, lo seguono da sole, come ipnotizzate.
La mano sale lungo l’interno coscia. Un po’ mi vergogno, non sono proprio magra, ma a lui non sembra interessare.
La sua mano si appoggia sul mio slip bagnato. Ho un sussulto. Da sopra il tessuto sente il mio pelo umido. Inizia a massaggiarmi la micia. Una sensazione piacevolissima, mai provata.
Mi viene da aprire gli occhi. Lo faccio. Sbircio. Lui se ne accorge.
«Sei disobbediente! Occhi chiusi!».
Prende una stoffa scura e mi benda. Ora non vedo proprio nulla.
«E’ da quando sono giovane che voglio averti! Ora ti farò mia!».
Mi fa alzare in piedi. Non sento più il suo tocco o il suo odore. Odo dei rumori intorno a me, ma non so bene cosa. Riconosco una zip che si abbassa. Sicuramente si è spogliato.
All’improvviso lo sento dietro di me. Le sua mani sono sulla mia schiena, mi slacciano l’abito estivo. Cade a terra. E resto in intimo. Si dedica poi ai ferretti del mio reggiseno. Che presto raggiunge a terra il vestito. Ho la mia quarta di seno in bella vista. Lo stesso destino lo hanno i miei slip che cadono accompagnati a terra dalle sue mani grandi.
Mi abbraccia da dietro. Le sue manone afferrano i miei seni. Ho un altro sussulto. Sento il suo petto villoso sulla mia schiena e il suo pene diritto che si adagia nel solco tra le mie natiche.
Mi lascia e si mette di fronte a me. Mi afferra la mano e la porta al suo membro duro. Sembra molto più grande di quello di Dante. Si avvicina e guida la mia mano che impugna il suo arnese verso la mia fessurina. La lascia. Ho il suo membro in pugno e la sua cappella che sfiora le mie grandi labbra. Con questo gesto chiede il mio ultimo via libera, se accetto avrò tradito in tutto e per tutto il mio amato marito. Resto immobile per un po’.
«Se non vuoi…».
Non lo lascio finire. Con la mano guido la sua asta dentro di me e la infilo nel mio sesso.
«Fammi quello che vuoi!».
Ho dato il mio via libera.
Mi spinge sul lettino in pelle senza togliere il membro da me. Inizia a baciarmi, e mentre la sua lingua si attorciglia alla mia, il suo bastone di carne esplora la mia vagina. Raggiunge posti che il cazzo di mio marito Dante non ha mai potuto visitare e mi provoca un piacere enorme.
Il ritmo diventa sempre più forte. I colpi che ricevo mi scuotono tutta e mi provocano un orgasmo intensissimo.
«Siii, Dio. Grazie. Che bellooo!».
Invoco il nome del Signore in preda al piacere. La miglior preghiera di sempre.
«Continua! Non ti fermare!».
Continuo a urlare ad Edoardo che però è quasi al limite.
Con un ultimo colpo di reni svuota il suo seme dentro di me. Lo sento muoversi dentro. Invade tutto. E mi dà un piacere enorme.
«Sei più rilassata ora?».
Sorrido. “Cazzo, se lo sono!”.
Mi fermo da lui ancora per un’oretta e poi torno a casa per cena.
Dante mi aspetta sorridente. Mi chiede com’è andata.
«Bene. Poi ti racconto. Ora vado a farmi una doccia che sono sudata, non immagini che caldo!».
Butto subito gli slip nel cesto dei panni sporchi. Si vede lo sperma di Edoardo che mi è gocciolato fuori dopo la nostra avventura rilassante. Mangiamo e ci corichiamo non molto tardi.
Siamo a letto insieme e Dante mi abbraccia.
«So cosa hai fatto con Edoardo! Grazie. Ti amo!».
Anche io lo amo, ma credo di provare qualcosa anche per Edoardo.
Qualche settimana dopo scopro qualcosa di inaspettato. Sono incinta e il mio terzo figlio è di Edoardo.
Lo comunico a mio marito che accetta la cosa, dicendomi che vorrebbe crescere lui il bambino, ma vorrebbe anche continuassi a “vedermi” con Edo. Accetto, facendo finta che lo farò perchè me lo ha chiesto lui. In realtà, continuo a vederlo tutte le settimane. Quando acconsento lui è felice e commenta il suo sogno che s’avvera con una sola frase.
«La mia Caterina ERA una moglie fedele!».
Nella raccolta: Caterina
Scritto da: Cantastorie28
Cosa dire di me? Sono uno scrittore amatoriale. Amo il genere dominazione, ma non disdegno tutto ciò che può essere interessante e coinvolgente. Se hai una storia da raccontare, ma non sai come farlo... scrivimi e troveremo un modo insieme! sono su Facebook come Canta Storie e alla mia mail Cantastoriedal28@gmail.com