I porno-dadi
4°in Silvia
Di Alpha Master
Letture: 1318
Racconto di fantasia
Dopo la famosa sera in cui avevo perso alla “roulette russa del pompino” e Alba si era fatta perdonare leccandomi tutto il corpo dallo sperma eccitandomi come una pazza – e facendomi poi venire quattro o cinque volte consecutive di mani e di lingua – non avevamo avuto altre “occasioni interessanti” per quasi una settimana, fino a quando i ragazzi non ci scrissero sulla famosa chat di Whatsapp “indovinate cosa abbiamo comprato”, e dato che la chat era per tacito accordo specifica per le cose inerenti il sesso ci preoccupammo un po’, e cominciammo a buttare li possibilità a metà tra lo scherzo, la speranza e la paura: “Un vibratore? Dei plug anali? Mollette per i capezzoli?” A ogni domanda rispondevano di no, con commenti tipo “comunque ottima idea”, facendoci bagnare segretamente. Poi postarono sul gruppo una foto un po’ sfocata, un semplice paio di dadi, uno azzurro e uno rosa. “Sabato giochiamo a dadi”, senza una parola in più di spiegazione, e alle nostre richieste di chiarimenti rispondevano con faccine che ridevano, occhiolini, linguacce e simili provocazioni. Non ci restava che aspettare.
Mancavano due giorni a Sabato, e li passai lesbicando con Alba ogni volta che potevo, lei era diventata la mia droga e non avevo il coraggio di chiederle se potevo considerarla “la mia ragazza” per paura che mi dicesse di no, che per lei era solo un intermezzo tra le serate con i boyz. Aveva scoperto quanto mi piaceva che mentre mi leccava mi penetrasse il sedere con le dita, ed era passata gradualmente dall’indice al pollice, per poi usare del lubrificante e far entrare dolcemente due dita e per finire tre, dove però avevo trovato il mio limite, con tre dita avevo l’ano terribilmente stiracchiato e sentivo di non poter andare oltre, e lei rispettò questo. Ricambiai la cortesia con le stesse modalità e anche lei si fermò a tre dita, che tenevo più unite possibile a triangolo. Godevamo come delle matte leccandoci, penetrandoci davanti e dietro e stimolandoci qualsiasi zona erogena ci fosse nel corpo.
Arrivammo infine a Sabato, dove Alba avrebbe avuto di nuovo la casa libera (i suoi erano alla SPA) e tutti e quattro pregustavamo quello che sarebbe successo. Le modalità erano le stesse della volta precedente, e stavolta ci accordammo che entrambe saremmo state senza slip all’arrivo dei ragazzi, con minigonne da capogiro, top senza reggiseno che lasciassero all’immaginazione il meno possibile, possibilmente zero e per completare l’effetto “troietta” sandali con il tacco alto, che avevamo deciso che avremmo tenuto per tutta la sera a meno di non doversi far spruzzare seme sui piedi – non le volevamo rovinare.
I ragazzi arrivarono, e stavolta per evitare problemi di orgasmi non goduti avevo lesbicato dalle 18 fino al momento che i ragazzi furono arrivati, compresa la cena con la pizza mangiata nude. Quando arrivarono ci eravamo rivestite come da accordi, e sembravamo due battone, che era proprio quello che volevamo. Li volevamo arrapati e pronti a scoparci e riempirci per tutta la sera.
Posate le birre che anche stavolta avevano portato tirarono fuori i famosi dadi, e la confezione li dichiarava “porno-dadi”. Cinque facce erano uguali tra i due colori, e riportavano: Mano – Occhio – Bocca – Culo – Jolly, la sesta faccia riportava ovviamente “Figa” sul dado rosa e “Cazzo” sul dado azzurro. Le regole stavolta le stabilirono i ragazzi, e fu Tommy a dircele: “Prima si pesca una carta ciascuno, la carta più alta comanda e sceglie chi tira l’altro dado, e quando esce la combinazione decide “come” deve svolgersi il tutto. Ci sono 60 secondi a disposizione per godersi quello che succede. Il Jolly è quello che dice il nome, un Jolly, e si può trasformarlo in una qualsiasi cosa, e decide il proprietario o la proprietaria del dado, non chi comanda”. Tutti demmo il benestare alle regole, e Alba e io dicemmo ai ragazzi di guardare mentre ci spogliavamo. Lo facemmo rapidamente purtroppo (visto che avevamo solo due straccetti a testa da togliere) ma cercando di essere più sexy possibile, e a giudicare da come i due si toccavano il pacco, ci eravamo riuscite.
Tirammo fuori le carte e pescammo, io presi un due di picche, era davvero un brutto inizio di serata, speravo che non fosse un segno del destino. Il risultato fu che sceglieva Alba, prese il suo dado rosa e dette il dado azzurro a Tommy, attratta forse dal suo tozzo cazzo dal diametro un po’ esagerato, e gli fece cenno di lanciare: “Culo”, Tommy non pareva molto soddisfatto dell’uscita, ma i dadi, l’idea e le regole erano sue, non poteva certo tirarsi indietro, e fu il momento di vedere cosa sarebbe uscito sul dado rosa: “Occhio”. Anche Alba forse sperava in un risultato migliore, ma buon viso a cattivo gioco, se ne uscì con “mettiti a 90 gradi, allargati le chiappe e facci vedere il buco del culo a tutti per bene”. Tommy fu costretto a sottostare e ci alternammo a guardargli il forellino, compreso Giò che forse ne avrebbe anche fatto a meno; c’è da dire che entrambi i maschietti comunque erano ben arrapati in quei sessanta secondi.
Il lancio successivo era tra Giò e me, ma fu “mano – mano” e non era esattamente quello che volevamo dalla serata: non durò neanche i sessanta secondi del timer e ci dichiarammo soddisfatti prima della scadenza.
Poi Tommy estrasse un re, e dette il dado a me. “Occhio” – “Figa”, la situazione cominciava a migliorare. Mi mise seduta sul bordo del letto con le gambe larghe, i piedi appoggiati al materasso, le mani sotto le cosce ad allargarmi la micia, e si alternarono tutti a guardarmi da vicino fino a potermi annusare, e mi piaceva da morire sentire i loro commenti. Alla domanda di alba se poteva allungare la lingua dissero di si, ovviamente, ma fu un contatto quasi di sfuggita che mi strappò comunque un gemito e che fece arrivare ai due membri un secchio di sangue a testa: doveva essere quasi dolorosa quella erezione.
Finalmente fu il mio turno con un bell’asso. Presi il dado femmina e detti il dado azzurro alla mia… Scopamica? Ragazza? Non sapevo come definirla. Ci fu un coro di proteste, ma citai esattamente le regole dichiarate dai due: “prima si pesca una carta ciascuno, la carta più alta comanda e sceglie chi tira l’altro dado. Nessuno ha detto che debba essere del sesso opposto”. Un po’ perché avevo ragione ma soprattutto perché l’idea di vedere due ragazze che facevano porcate gli piaceva, i maschietti acconsentirono, e Alba prese il dado e fece il suo lancio: “Figa” – qualsiasi cosa uscisse a me, avevo vinto. Lanciai: “Jolly” – La ragazza nuda ed eccitata davanti a me prese il mio dado e con sguardo interrogativo lo girò su “Bocca”, e mi chiese “Così?”. Io feci segno di no con la testa, e lo girai di nuovo: “Jolly”. “Non abbiamo mai strofinato le vagine una contro l’altra in una sforbiciata, e voglio provare” le dissi.
Ci mettemmo sul letto, lumachina contro lumachina, una gamba sopra il corpo dell’altra e una sotto, e cominciammo a darci dentro. Era forte, sentivo i suoi umori mescolarsi con i miei, tenevo gli occhi chiusi e muovevo il bacino mentre altrettanto faceva lei. Era bellissimo e mi stava montando un grande orgasmo sia per la stimolazione fisica sia per la novità che non avevo mai provato, il mio clitoride stimolato dalla vagina di lei mi mandava scosse e alla fine venimmo entrambe, e io come spesso facevo se stimolata da Alba (da sola non riuscivo) squirtai un violento getto in parte addirittura dentro la sua micia aperta dall’eccitazione, e potete ben immaginare che effetto le fece: Strillò forte di godimento, tremando dalla testa ai piedi. Mentre ansimavo riaprii gli occhi, vidi che i due si smanettavano per il gran spettacolo dato, e mi accorsi che lo schermo del cellulare era nero: ci avevano lasciato finire, godendosi lo spettacolo. Mentalmente li ringraziai, e presi nota che dovevo loro un grosso favore.
Una volta normalizzato il respiro, me ne uscii con la mia idea (volevo sdebitarmi). “Gente, che ne dite se adesso facciamo che i due ragazzi tirano su solo loro le carte, chi vince sceglie la partner, l’altro prende l’altra e poi tiriamo i dadi entrambe le coppie e la facciamo in contemporanea e senza timer?” Eravamo tutti eccitati come animali, l’idea andò a genio a tutti. Vinse Giò, e scelse di dare il dado a me. “Cazzo” uscì sul suo dado, io lanciai il mio pregando mentalmente “figa, figa, figa”… invece uscì “Culo”. Ero raggelata, il mio culo era stato penetrato solo da dita, e solo a partire da quell’estate. Non dico che fosse vergine, ma quasi. L’altra coppia applaudì forte, e io tentai di schermirmi “Giò, per favore, scegli di rimanere solo fuori, io ho il culo vergine!”. Alba si mise a ridere, e si strinse indice e pollice a cerchio intorno a tre dita dell’altra mano, tirandole poi fuori e mostrando a tutti il cerchio risultante, che era un diametro tutt’altro che da vergine. “Non darle retta Giò, sfondale il culetto, che non è vergine quanto dice”, provocando le risate di tutti tranne che le mie.
Fu la volta di Tommy a tirare, e mentre il dado rotolava Alba lo prese al volo, girandolo e appoggiandolo dalla parte del Jolly. “Che fortuna che hai, Tommy” ammiccando in un piccante occhiolino. Poi tirò il suo, e fu lui a prenderlo a volo, ma non lo girò sul Jolly. Lo appoggiò sul tavolo girato a mostrare la faccia “Culo”. Aveva il respiro pesante, ma a suo onore devo dire che lo disse con tono interrogativo: “Hai fatto culo?” – e alba Annuì lentamente e ansimando un po’ per la paura e un po’ per l’eccitazione disse “Si, mi pare di si. E quel Jolly mi pare sia cazzo”. Dato l’apparecchiatura di Tommy era parecchio più larga delle mie tre dita mi sa che lei avrebbe sentito dolore, e preoccupata per lei dissi “Abbondate di lubrificante, che quel cazzo non è tre dita, è cinque!” Stavolta le risate furono risatine nervose, specialmente da Alba.
Ci mettemmo entrambe sulle ginocchia con le tette appoggiate sul letto, porgendo i culetti ai due scimmioni ormai arrapatissimi e completamente calati nella parte del film porno, e per la posizione io avevo il naso proprio dove era colato il mio squirt e i succhi di figa e l’odore mi stava mandando al manicomio. Sentimmo scivolare sui nostri sederi del lubrificante, e i due cominciarono a lavorarci con le dita. Era bello, mi piaceva anche se ero terrorizzata; per farmi coraggio girai la faccia verso Alba, e trovai lei girata verso di me, e come attratte da una calamita le bocche si unirono e le lingue cominciarono una danza erotica.
Sentii la cappella di Giò sullo sfintere, ma era delicato, procedeva per gradi e senza forzare. Il lubrificante era di grande aiuto e dopo qualche minuto avevo il suo cazzo nel canale rettale. Rovesciai la testa indietro, versi da animale in calore uscivano dalla mia bocca spalancata. Lo stesso stava facendo Alba con il culo sollecitato dal grosso diametro del cazzo di Tommy. Respiravamo a fatica, divise tra il dolore che stava calando e il piacere che stava montando. Non era come scopare, era diverso ma altrettanto stimolante dal punto di vista fisico, e in più avevo quella sensazione di peccaminoso, di violare le regole che mi mandava fuori di testa. I due andavano piano, con un rispetto che non mi aspettavo da qualcuno così eccitato, ma andavano. Il cazzo di Giò mi scorreva nel retto, lo sentivo stimolarmi da dentro e allungai la mano destra tra le mie gambe a toccarmi la vagina. Era fradicia a dir poco, e mentre strofinavo potevo sentire anche il suo cazzo dentro il mio corpo da dietro, sentivo il mio sfintere dilatato accogliere quel grosso corpo estraneo, e con voce rotta e ansimando dissi a Alba di toccarsi e fare come me.
I due vennero quasi in contemporanea, io sentii riversare dentro di me il seme bollente che mi riempiva e mi causò un orgasmo fulminante che non mi aspettavo, squirtai di nuovo violentemente sul corpo e le gambe di Giò e l’odore di sesso che pervadeva la stanza mi faceva godere in modo quasi convulso. Anche Alba venne, e la sentii gridare “Schizzo, schizzo anch’io!”. Ero quasi gelosa, non la avevo mai fatta squirtare, ma ero anche felice per lei che stava godendo quanto me. La baciai mentre ci riempivano l’intestino, e finito rimasero dentro ancora un po’ fino che non si ammosciarono, per godersi la situazione. Quando Giò uscì mi tastai il buco del culetto: era dilatato, grande, enorme. Allungai la mano e toccai quello della mia migliore amica: anche il suo era devastato dal grosso cazzo che la aveva aperta. Mi girai e sempre in ginocchio andai dietro di lei, e cominciai a leccarglielo, pulendo la sborra che usciva. Chissà perché la cosa fece tornare duri i due ragazzi, che cominciarono a menarseli follemente, e quando ebbi leccato e pulito tutto il culetto di Alba fu lei a farmi tornare sul letto e pulire il mio, e la sborra che nel frattempo mi era colata sulle cosce. Ero in paradiso. I due ci sborrarono sulle schiene e sui sederi, sentivo la sborra calda che colava viscosa lungo le curve del mio corpo ed era una sensazione che cominciavo ad adorare.
Ripuliti alla meglio i ragazzi e ripartiti per le loro case rimanemmo sole, e ci facemmo la solita doccia in due, e toccandole il buchetto violato le dissi che per fortuna avevamo allenato un po’ i nostri culi, o in questa serata invece di godere avremmo pianto. Lei rise annuendo, e mi lanciò una delle delle sue bombe: “C’è una spiaggia nudisti a cento chilometri circa, ci andiamo a far vedere le fighette a tutti, e ci portiamo i due maschietti come guardie del corpo?”
La baciai con passione, e le dissi “Farei qualsiasi cosa tu mi chiedessi, specialmente se è una porcata eccitante”.
Autore: alphamaster@mail.com
Commenti e scambio di idee se volete a alphamaster@mail.com
Nella raccolta: Silvia
Scritto da: Alpha Master
Sono un maschio etero, dominante. Amo intrattenere rapporti con donne sottomesse tramite email o Telegram.