Piero

14°in

Categoria: Tradimento
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Lorenza ricevette una telefonata da uno sconosciuto che diceva che le voleva leccare la figa. Lei era infastidita e temette che il suo numero fosse da qualche parte su internet.

La cosa però l’aveva eccitata parecchio mentre era a letto dopo pranzo e si era masturbata ben bene immaginando sé stessa nuda sul letto con la testa di uno sconosciuto tra le gambe, che le leccava la fica e le succhiava il clitoride, procurandole più orgasmi.

Lorenza poi pensò che si fosse trattato solo di uno che aveva sbagliato numero, ma la telefonata si ripeté specificando che, voleva affondare nella sua fica e accarezzare il suo culo morbido. Lei a quel punto chiese chi fosse, ma lo sconosciuto buttò giù.

Lorenza era ancora molto eccitata dalla telefonata e si masturbò ancora una volta, dopo pranzo.

Il giorno dopo si scoprì indispettita per non avere ancora ricevuto quella telefonata.

Il giorno dopo ancora la ricevette e lo sconosciuto si presentò, dicendo che era un vicino di casa e si scusava se l’aveva turbata. Lui si presentò come Piero e disse che si masturbava forsennatamente pensando a lei, che sapeva essere sposata e che stava sempre in casa, anche se ultimamente, l’aveva vista uscire parecchio. Piero le disse che si era invaghito di lei.

Lorenza non sapeva che dire, però chiese come fosse riuscito ad ottenere il numero e lui rispose che aveva ingaggiato un investigatore privato per averlo. Lei disse che poteva denunciarlo per violazione della privacy, però gli confessò che si era masturbata molto con quelle telefonate.

Piero disse che si dovevano vedere al più presto e fece presente che era libero subito, se anche lei lo era e così si incontrarono a casa di Lorenza. Lei era vestita da casa con ciclisti sotto il ginocchio e maglia scollata senza maniche e lui era in bermuda e maglietta.

Lui appena entrò la baciò, le mise una mano sul suo culo grande e sodo e poi disse che voleva leccargliela. I due andarono in camera, si spogliarono rapidamente e lui si mise con la testa tra le sue gambe e con la sua sapiente lingua strappò a Lorenza due orgasmi colossali.

A questo punto, lei volle vedere il suo cazzo che era enorme e lo volle subito dentro la sua fica. Lui l’accontentò con spinte generose che fecero affondare il suo cazzo fino in fondo alla passera di lei, mentre Lorenza urlava per il piacere che provava. Lui inebriato disse che stava per venire e lei prese il cazzo in bocca e bevve avidamente il suo seme.

Piero le disse, sorpreso, che era proprio una tigre del materasso. Lei accettò il complimento e gli disse che era esperto nell’uso della lingua e del cazzo. Lorenza gli disse che non l’aveva mai notato tra i vicini, anche se, in verità, non conosceva praticamente nessuno. Gli disse che anni prima non sarebbe andata a letto con lui perché troppo repressa.

Lorenza gli disse che voleva ancora essere leccata e lui l’accontentò facendole raggiungere ancora la vetta del piacere. Lorenza voleva vederlo farsi una sega, perché le piaceva molto guardare un uomo mentre lo faceva e lui aveva un bel cazzo con una cappella grossa e rossa incandescente. Lorenza non resistette e glielo prese in bocca, leccandoglielo, sputandoci sopra e questa volta volle che le sborrasse sul seno.

Poi gli fece vedere quanto le piaceva la sborra, la prese con le mani e la ingoiò come se fosse la più buona delle creme.

Si addormentarono, finché lei non si sentì accarezzare, succhiare i capezzoli e infine fu penetrata in maniera selvaggia con lei che all’inizio sentì dolore, perché non era ben lubrificata, ma poi questo passò per lasciare il posto al piacere più puro che avesse mai provato. Insomma, Piero era uno stallone, mentre lui la chiamava la maiala della porta accanto.

Lui disse che la voleva rivedere e lei non gli disse che era occupata con molti altri uomini e non solo. Rispose che dipendeva anche se il marito fosse in casa, ma soprattutto con questo via vai, temeva che prima o poi, la vicina vecchia e impicciona dicesse qualcosa al marito. Comunque, Lorenza gli disse che si era divertita moltissimo con lui.

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