Condividendo l’esperienza di lei – Ep.3

“Tu cosa pensi?”, chiese lei. “E’ umiliante ma mi fa venire un cazzo duro come il marmo, ma voglio sapere cosa pensi tu” rispose lui. Lei si prese una manciata di secondi per analizzare il subbugio che sentiva. “Mi fa sentire troia, e mi piace” fece una piccola pausa per vedere che effetto facesse quella parola a Matteo. Si stava toccando il pacco, quasi inconsciamente – e questo valeva come risposta per Gisella. “E si, anche per me è tremendamente umiliante, e questo mi fa impazzire di eccitazione”. Si sorrisero. “Le foto che vuole sono proprio da troia”, disse il marito. Lei invece di rispondere si tolse gli slip, prese la mano di lui e se la mise sul sesso. “Senti quanto sono bagnata…” Il medio di lui si fece di nuovo strada nel corpo di Gisella, ma non contento di questo dopo qualche minuto in cui lei godeva inarcandosi, Matteo le fece appoggiare le spalle alla parete e scese con la testa facendole aprire le cosce e affondando la faccia tra le gambe di lei, leccando, succhiando e penetrando la sua figa quanto possibile con la lingua, causandole un nuovo orgasmo. Gisella tremava e a stento rimaneva in piedi sfruttando l’appoggio del muro. Tornata a terra dal volo nello spazio che aveva provato fece alzare il marito tirandolo su per il mento, e lo baciò appassionatamente, godendo del sapore della sua figa sulla faccia di lui. Era una cosa nuovissima, lei non aveva l’abitudine di sentire il proprio sapore, e lui la leccava ben poco, ma stava scorrendo una corrente elettrica tra loro. Quando le loro lingue smisero di danzare e si staccarono presero fiato, e la moglie guardando il marito dritto negli occhi gli disse “Fammi quelle foto, presto!”. Lui la guardò togliersi il reggiseno, ultima barriera che restava prima di essere nuda, e prese il telefono. “Sei una vacca, ti mostri nuda ad uno sconosciuto!” disse. Ma si sentiva dal tono di voce che quel “vacca” non era una offesa, era in un modo strano e particolare un complimento. Una sorta di sensuale apprezzamento. I loro sguardi continuavano ad incrociarsi, come se si attraessero magneticamente.

Gisella si mise in piedi con le gambe leggermente larghe, una mano su una coscia e con l’altro avambraccio sul petto sollevava i seni, come a porgerli e metterli in evidenza, e tra le cosce lievemente divaricate si vedeva il bagnato della sua eccitazione e della saliva di lui, che la donna appositamente non aveva asciugato. La seconda foto di spalle appoggiando le mani alla parete e sporgendo le natiche. Pose sexy ed oscene che nessuno dei due avrebbe mai immaginato di vedere assumere a lei e che non erano state richieste dal padrone. Era proprio la libidine di lei di liberarsi e mostrare la sua parte troia ed oscena che aveva finalmente visto la luce. Passarono poi ai dettagli, il seno di lei da vicino, a mostrarne tutti i particolari, i capezzoli eretti, le areole gonfie e tutte le minuscole imperfezioni della pelle che chiunque possiede. E poi a scendere. Le grandi labbra della vagina, divaricando le gambe più possibile. E per finire il suo sfintere, tenendosi le natiche allargate con le dita.

Ne aggiunsero qualcuna, giusto perchè spinti dalla poderosa libidine che provavano. Qualche foto delle sue natiche, del suo ventre, dei seni. In ogni foto un post-it era attaccato alla pelle di lei, con scritto “Alpha Master”. Sembrava il servizio fotografico di una attrice porno, qualcosa di spinto, erotico, eccitante, umiliante e degradante. Lui aveva una erezione continua da quando avevano cominciato, e prima di quel racconto letto due sere prima non succedeva più da tempo. Guardarono e riguardarono quelle foto, come ipnotizzati. Poi lui parlò. “Dobbiamo davvero mandarle? Potremmo continuare a farti foto e tenercele, senza darti un bull”. Il suo sguardo era basso, e lei gli sfiorò il sesso, che stava lentamente perdendo vigore. “Solo l’idea di non mandarle ti sta facendo perdere l’erezione. Non funzionerà, e torneremo alla noia di prima, a me che mi faccio ditalini ed a te che non sei mai pronto. Se vuoi non le mandiamo, ma non mentiamoci. Questa cosa è stata l’interruttore che ha acceso entrambi e ci ha mandato su di giri. Al massimo dei giri. Se vuoi spengerlo di nuovo spengiamolo. Non mandiamo le foto, mettiamo l’indirizzo di AM nello spam, e scordiamo la parentesi. Ma non sappiamo fare questo da soli” e con le ultime parole si passò le dita tra le grandi labbra raccogliendo umori e tirandole fuori fradice, e mettendole nella bocca di lui, che le succhiò baciandole. “Si, facciamolo!” disse Matteo appena liberò la bocca prima dalle dita e poi dalla lingua di lei che aveva cercato quasi con fame. Lei annuì, e suo marito direttamente dal telefono compose una mail per il Padrone, inviando tutto. Poche parole. “Questo è quello che Lei ha richiesto, AM. Attendiamo la Sua risposta”.

Fu una lunga mattina, ma prima di pranzo arrivò quello che entrambi speravano. La risposta: “Vedo che la schiava è fradicia. Una vera troia. Ma vedo anche cose che dovete assolutamente sistemare nel corpo di lei, se vuole essere il mio giocattolo sessuale. Quei riccioli scuri intorno alle labbra della figa bagnata fanno schifo, così appiccicati alle cosce. E guardate quei peli neri intorno al buco del culo. Una troia come lei deve essere sempre pronta e sempre pulita, quindi voglio una depilazione integrale. Nella foto di spalle si intravedono anche troppi peli sotto le ascelle, dovete avere più cura di quel corpo. Mi appartiene e deve essere sempre a posto.” Gisella era rossa di vergogna, e teneva la mano del marito nella sua. “Mi sono lasciata un po’ andare, è vero” disse come se il Padrone potesse sentirla, o forse rendendosi conto che anche lei aveva contribuito a togliere parte della libido al marito. La mail proseguiva. “Dato che abbiamo cominciato con qualcosa che non va, avrete una piccola punizione, ovvero non potrete fare questa depilazione della schiava da soli, ma andrete da un estetista e la farete con la ceretta. Gisella probabilmente verserà un po’ di sangue per me. Matteo dovrà chiedere di assistere alla depilazione, per godersi lo spettacolo delle mani della estetista che massaggiano con la crema la figa ed il culo di lei dopo finito”. Lui inghiottì. Vedere una donna che toccava la vagina di Gisella? Praticamente il suo sogno. Già gli stava tornando duro. Anche a lei mancò un battito. Ceretta sul sesso, sull’ano e sotto le ascelle… la aspettava parecchio dolore. Finirono altre poche righe. “Voglio le stesse foto che avete fatto adesso, ma dopo la depilazione. Per finire, Stanotte la schiava dormirà nuda, e Matteo dovrà riempirle la vagina con delle mutandine sexy che Gisella sceglierà. Voglio le foto dell’operazione di riempimento della fessura di lei e una finale con la figa completamente riempita. Deve dormire così tutta la notte. Se volete scopare fate pure, ma dopo il cornuto dovrà rimettere le mutandine dentro il sesso di lei, e lei non potrà lavarsi. Tutto quello che avrà dentro resterà dentro a seccare fino alla mattina”

Beh, avevano le loro istruzioni, ora toccava a loro. Lui ancora eccitato all’idea della estetista che ungeva con mani esperte il sesso e l’ano della moglie prese un pizzico di peli pubici tra le dita, e disse “Lo vuoi fare, Gisella? Io vorrei che lo facessi”. Lei mugolò qualcosa di vagamente affermativo, e scese con la bocca verso la verga tesa e pulsante del marito.

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Scrivete all’autore (alphamaster@mail.com) per commenti e scambio di idee, ma anche se siete femmine che vogliono provare la sottomissione con la totale sicurezza di un rapporto virtuale. Si anche a coppie lei/lui con lei sub e lui cuck o sottomesso.

Nella raccolta:

Le avventure di Gisella e Matteo nel mondo della sottomissione e del Cuckold

Scritto da:

Sono un maschio etero, dominante. Amo intrattenere rapporti con donne sottomesse tramite email o Telegram.

2 commenti

  1. linda
    29/08/2022
    11:53

    A massimo dei giri come si dice …

  2. Alpha Master
    03/09/2022
    08:02

    “Vado al massimoooo!”

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