Ripetizioni con Marta
4°in Ripetizioni con mamma
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Di giorgina
Categoria: Incesto
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Ah questi cellulari! Quello di mio figlio scoppia di messaggi e io fatico a leggerglieli tutti. Sì perché, avendo sbirciato una volta la sua combinazione, tutte le notti mi aggiorno. Dovere di madre che deve interessarsi alle vicende del suo pargolo allo scopo di proteggerlo dalle cattive compagnie! A tal proposito comincio a sospettare che quel monello si stia interessando ad una nuova ragazzina, dopo la precedente che non lo faceva studiare e, per fortuna, io l’ho indotto a lasciare. Certo che mi sono dovuta spendere. Non ho lesinato a quel gaglioffo nulla che non potesse soddisfarlo. Non ho negato nulla a dir la verità nemmeno alla mia fessurina magica, la quale ha ben ottenuto frequenti gratificazioni dal suo tesorino. Da qualche tempo faccio scaricare i suoi cosiddetti dentro il preservativo. E’ da vedere quanta manna riesco a fargli spremere. Ogni volta gonfia il serbatoio come se dovesse scoppiare, e sì che glielo faccio ripetere più volte. Una volta sono riuscita a spomparlo facendogliene fare sei. Alla fine anch’io ero piuttosto stanca e mi faceva male la micia che aveva conosciuto lo spasimo d’amore tante volte quante le sue. E’ inutile, lui può avere a che fare con qualunque ragazzina, ma niente può battere l’esperienza della sua genitrice. Come dicevo, adesso si profila all’orizzonte un nuovo pericolo: l’altra notte, dopo che sono penetrata in silenzio nella sua camera, sottratto il cellulare, e acceso stando in soggiorno, ho trovato il messaggio di una squinzia che gli diceva: ”sono stata molto contenta di uscire con te ieri sera”. E lui le ha risposto: “potremo replicare”.
Ahimè, un’altra cretina sono sicura intenzionata ad attrarre la sua attenzione su di sé per fargli trascurare lo studio. Vedremo come si svilupperà questa storia.
Stamattina sono dovuta andare in azienda molto presto e l’ho lasciato che dormiva. Ho buttato l’occhio dentro la sua stanza e mi sembra di aver indovinato sotto il lenzuolo l’alzabandiera. Il pensiero che quella erezione si possa ripetere sotto i suoi disonesti calzoni alla vista della sua ammiratrice mi mette in pena.
Questa notte è tornato tardi. Diversamente sarei uscita in soggiorno per rimproverarlo ma questa volta non mi voglio tradire e aspetto la mezzanotte per fare le mie indagini. Arriva l’ora fatidica. Sottraggo il cellulare e una volta acceso mi accorgo che la combinazione non è più quella che conoscevo. Il criminale, forse sospettando di me, l’ha cambiata. Rimango lì con il cellulare in mano molto delusa, lo spengo e vado a riporlo là dove l’avevo preso.
Il pomeriggio dopo sono a casa. Mio figlio è in camera a studiare, almeno sembra. Mi avvicino alla sua porta e sento che sta parlando al telefono. Non c’è dubbio, è una conversazione d’amore.
Mannaggia, non è bastato per tutto questo tempo farlo chiavare come un riccio, permettergli di dormire assieme a me e fargli delle seghe o un bocchino se avevo le mestruazioni. Ormai il demonio ci ha fatto l’abitudine e si rivolge ad altri lidi.
Bene, la sciacquetta avrà a che fare con me.
La mattina penetro nella sua stanza abbastanza presto con lui semisveglio. Il tarello come mi aspettavo è duro, infilo una mano sotto le coperte e sotto i suoi slip e glielo prendo in mano. Brucia.
“Che fai mamma” si lamenta debolmente nel dormiveglia.
“Cosa vuoi che faccia, mi occupo di te, come ho sempre fatto” gli dico, cominciando dolcemente a menarglielo. La sua testa fa di no, ma il suo fringuello fa di sì. Gli tiro via le coperte e glielo prendo in bocca. E’ già successo altre volte, apposta per mandarlo a scuola bello svuotato in modo da non subire tentazioni, ma questa volta il suo atteggiamento è diverso. Non è completamente consenziente. Il frugoletto evidentemente vuole conservare il nettare per la sua sgualdrina. Continuo lo stesso l’opera. Il pisello diventa sempre più duro, gli carezzo i gemelli e sento che geme di piacere. Lecco il coso da sotto in su fino al frenulo mentre continuo ad accarezzarlo con la mano. Ormai è al limite, sarà una cosa veloce. Finalmente un ultima contrazione e un gemito più lungo degli altri e schizza l’impasto sulla sua pancia (non bevo mai sborra dopo colazione) e si rilassa.
“Presto, che devi andare a scuola” lo esorto. Si alza e va a lavarsi col codino semi-floscio.
“Ti ho lasciato la colazione sul tavolo, esco!” Lo lascio a nettarsi dell’abbondante liquido bianco che gli è arrivato fino alla gola.
La giornata trascorsa è interminabile, avere un’azienda significa occuparsi di una infinità di problemi. Passo da una telefonata a un altra, da un colloquio ad un altro colloquio finché arriva sera.
Rincaso all’ora di cena e mio figlio ha cotto gli spaghetti e preparato un’insalata. Che bravo ragazzo. Ci sediamo a mangiare.
“Stasera esco con gli amici, posso ritornare tardi?” esordisce.
Le antenne mi si rizzano. Altro che amici. Il filibustiere ha sentito l’odore della passerina.
Nonostante voglia il contrario gli dico che va bene, può tornare a mezzanotte.
Vedo che è tutto contento. Io lo sono meno e di sotto al tavolo comincio ad accarezzarlo sulla patta. Lui continua a mangiare indifferente, ma sotto la tela dei jeans qualcosa si muove.
“Non fai una doccia prima di uscire?” gli propongo, intenzionata a farla con lui.
“L’ho già fatta” mi risponde.
Mi alzo, mi metto dietro la sua schiena e scendo con la mano cercando di aprirgli i pantaloni.
“No mamma, oggi ho fretta” mi gela. E’ proprio innamorato. Diversamente mi avrebbe stantuffata sul divano fino a sfiancarsi.
Lo lascio andare. Nonostante abbia sentito inturgidirsi l’uccello, la sua volontà domina i sensi. Mi vedo costretta a lasciarlo andare con la riserva intatta.
Quando ritorna lo sento intrufolarsi in camera silenzioso. Quante volte sarà venuto? E’ fuori da tre ore per me ne ha fatte per lo meno due. Mi trattengo a stento dall’andare a sondare quanto carburante gli è rimasto e rimugino per preparare la controffensiva. Tra l’altro, rincasando tardi, ruba sicuramente ore al sonno per poi presentarsi in aula intontito.
Il giorno avanti mi trova in ufficio occupata nelle telefonate di lavoro ma anche a tessere la la ragnatela che incapperà il mio moscone.
Il gioco è il seguente. So, per sua stessa confidenza in una delle pause tra un’orgasmo e l’altro, che a lui piacerebbe, almeno una volta, andare a letto con due donne. Contemporaneamente, so che alla mia amica, molto disinvolta nei costumi, piacciono i bei ragazzi e tra questi mio figlio. Anzi, mi ha chiesto più volte il permesso di occuparsene. Io gliel’ho sempre negato, credendogli bastante sua madre, ma ora i piani sono cambiati.
“Pronto, ciao Marta, tutto bene? Tuo figlio anche? E’ un po’ che non ci vediamo. Lo sai che quello scapestrato del mio fanciullo chiede di te? Non ci credi? Eppure è così, te l’assicuro. Oltretutto il tuo monello è un po’ che non vede il mio. Digli che lo vada a trovare all’uscita da scuola. E tu perché non vieni una serata a casa nostra? Adesso ti spiego…”
Suo figlio è un autentico rubacuori. Consuma le ragazzine come fossero caramelle. Se non fosse che quella troia di sua madre è una mia cara amica, potrei persino disprezzarlo, anche se quelle sprovvedute non meritano altro. Dopo qualche giorno arrivano i risultati: il mio tesoro torna a casa mogio.
“Cosa c’è caro, problemi a scuola? Il compito in classe è andato bene?”
“Sì mamma tutto a posto”
Rassicurata su questo, dovrei dispiacermi dell’umore del mio ragazzo, invece mi invade un una sensazione di gioia. So bene che cosa sta succedendo. Quello stronzo del figlio della mia amica ha conosciuto la sua ragazza e come al solito la sta corteggiando, e a quanto pare non è che lei disdegni, visto il muso lungo del suo spasimante.
“Stasera esci?”
“No, non ne ho voglia.” Fantastico, il mio piano funziona. Nei giorni a seguire l’umore di mio figlio non migliora, anzi è sempre più tetro. Una sera è addirittura in lacrime. Si chiude nella sua stanza e non vuole uscire nemmeno per la cena. La trappola è scattata. Corro a telefonare a Marta: “Vieni, presto, mio figlio ha bisogno di te!”
“Volo cara, il tempo di farmi un bagno e di indossare un po’ di biancheria fine!”
Dopo un’ora e mezza è già qui.
“Dov’è tuo figlio?”
“E’ chiuso nella sua stanza. Ma tu calmati cara, dobbiamo essere caute.Vieni intanto nella mia stanza. Guarda cos’ho nel cassetto, ecco la vedi è la scatola dei preservativi ritardanti alla fragola. Stasera gliela faremo consumare tutta”. Marta sorride raggiante.
“Non vedo l’ora!”
Ci spostiamo di fronte alla porta della camera di mio figlio. Busso leggermente.
“Caro? E’ arrivata Marta, ti voleva salutare!”
“Un minuto, vengo” mi risponde con voce triste.
In effetti, un minuto dopo, appare nel soggiorno, e trova sua madre e Marta vestite con abiti sexy con le gambe accavallate e la ceretta fatta. Dimenticavo di dirvi che la mia amica è una passera mica male. Bel seno, bei fianchi. Ha un’attitudine inveterata a tradire suo marito. Il poveretto ha corna tali da graffiare il soffitto. Marta rivolge al mio tesoro il migliore dei sorrisi. Anche lui ne abbozza uno, breve e stento. Si vede che ha pianto.
“Su, figlio mio, mettiti a sedere qui sul divano in mezzo a noi” lo invito.
“Sei cresciuto dall’ultima volta che ti ho visto” gli fa Marta.
“Non sai quanto” le rispondo allusiva.
Il fessacchiotto si affloscia contro lo schienale del divano, rassegnato a passare una serata noiosa. Non sa cosa lo aspetta.
“Vado a farti un aperitivo cara” esordisco “uno pure tu figliolo? Non voglio che tu beva, ma potremo fare un’eccezione, magari ti si scioglierà lo stomaco”
Preparo i drink e torno da loro. Beviamo in silenzio. Il mio caro tracanna tutto senza respirare. Io e Marta sorseggiamo elegantemente la bibita.
E’ Marta che parte per prima.
“Giochi ancora a pallavolo, caro?” e, passandogli una mano sulla coscia prosegue: “Hai sempre un’ottima muscolatura. Fare sport ti dona.”
Il ragazzo si gira verso di lei lievemente stupito, ha capito che qualcosa non quadra.
“Chissà quante ragazze ti corteggiano!”
Il ragazzo risponde con una smorfia di dolore, ma la mia amica continua imperterrita. Gli accarezza l’altra gamba.
“Fosse mio marito robusto e dinoccolato come te. Lo sai che anche mio figlio fa molto sport? Ma tu lo saprai già.” Il ragazzino stavolta fa una smorfia di dolore mista a rabbia repressa.
A questo punto lei gli infila una mano sotto la felpa. Il pischello sbarra gli occhi. Non riesce a credere a quello che accade. Io gli passo una mano sulla patta e inizio ad abbassargli la cerniera.
“Io e Marta vogliamo un regalo da te. Ce lo fai? Marta è tanto ansiosa che le tremano le mani vedi?”. Detto questo prendo la mano della mia amica e la lascio passare dentro la fessura della cerniera aperta.
“Oh, cribbio, cosa sento!” esclama lei. Il mio pupillo non tradisce. Nonostante l’afflizione si fa trovare pronto.
“Su figlio mio lasciati togliere i pantaloni mentre Marta continua a accarezzarti. Vero che è una bella donna?”
“Be…bellissima” balbetta lui
“Di la verità che ti è sempre piaciuta.”
“S…si è vero”
“Falla contenta. Ti sei masturbato pensandola?”
“Si, l’ho fatto” ammette lui
“Hai pensati più a me o a lei?”
“Più a te”
“Bravo gioia mia, ben detto. Marta saprà adattarsi. Intanto, senti? Comincia ad accarezzarti sotto gli slip. Non vedevi l’ora vero Marta?”
“Certo cara, volevo vedere come fosse un figlio venuto da te. Sapessi com’è duro! Lo massaggio e scorro con la mano, faccio bene?”
“Non lo devi chiedere a me ma al mio adorato. Rispondi dunque.”
“Sì mi…mi piace molto”
“Bene mio amato sfilati la felpa e gli slip che vogliamo vederti come sei nato”
Obbediente, mio figlio si denuda.
“E tu Marta, lo lasci solo? Presto su, mostragli come sei fatta. Ecco brava sfilati quel vestito che tanto ti dona. Io ti imiterò.
Detto questo ci scopriamo e ci sediamo nude accanto a lui.
“Quale delle due vorresti carezzare per prima? Siamo in attesa della tua decisione. Le nostre nature sono qui ad aspettarti”
Il poverino non sa decidersi, a questo punto Marta, generosamente, gli prende la mano e la dirige verso la mia figa. La mano comincia a carezzarmi come gli ho insegnato nelle volte precedenti. Neanche a dirlo sento le mucose irrorarsi di ciprigna.
“Marta che fai? Continui a segarlo o ti decidi ad assaggiarlo? Credi a me, ha un sapore delizioso!”
La mia amica si china volenterosa a prenderglielo in bocca. Intanto io, accarezzata da lui, non trovo di meglio che portargli la testa tra i miei seni.
“Aspira, aspira figlio mio, che tra poco sentirai l’afrore delle nostre mice eccitate. Vedo che il turgore non ti manca, Marta ringrazialo per il regalo che ti sta facendo”
“Gra…grazie bambino” sussurra lei tra una ciucciata e l’altra.
“Sì sei ancora un bambino, ma sarai un uomo se immergerai la testa tra le coscie di Marta. Su Marta, apri le gambe e lascialo entrare”
Il poveretto, in stato di confusione, si china a leccare la fessura della mia amica. Sono io questa volta a prenderglielo in bocca.
“Ma che saporito che sei amore mio. Sento il tuo liquidino lubrificante spalmarsi sulla mia lingua.” .A questo punto realizzo che siamo tutt’e tre ben eccitati.
“Su cara, non vuoi accettare il regalo che ci fa il nostro Adone? Dài, sdraiati sul divano, mio figlio non vede l’ora di infilartelo. Io guiderò il mattarello verso il tuo buchetto.”
Detto fatto prendo il pisello del mio amore, lo distolgo dal leccare, e lo spingo verso la fessura della pretendente. L’innesto avviene con grande scioltezza.
“Ah che bello, lo sento tutto” esclama Marta. ”Lui inizia a stantuffarla. A quanto pare anche a lui piace. Cominciando ad ansimare, reitera le spinte sempre più approfondite. Anche la sua lei ansima.
“Ah che bello, spingi spingi, e allo stesso tempo leccami le tette. Tua madre ti accarezzerà i coglioni, vero cara? Ma vedo che lo stai già facendo. ”Sempre più eccitata anch’io mi do da fare, e copro di baci la schiena dello stallone, non mancando di massaggiargli il sacchetto.
“Su caro, spingi più che puoi “lo esorto” che poi farai contenta tua madre. Intanto prosegui col regalo a quella zitella della mia amica.”
“Sì caro, non farmi mancare niente del tuo pisello, non sai quanto l’ho desiderato. Fai come ti ha detto tua madre.”
Dalla congiunzione tra i due scaturiscono dei rumori liquidi, tanto lei è fradicia di umori. I due pube spingono l’uno contro l’altro.
“Caro, ti piace?“ gli chiedo.
“Sì mamma”
“E allora, col favore di Marta, dovrai darci la gioia di venire. Sei troppo pieno, ti devi sfogare. E’ vero cara?”
“Sì sobillatrice, anch’io sto per venire, non posso aspettare!”
“E allora venite, venite, siete fatti l’uno per l’altra!”
Mio figlio spasima un’ultima volta e capisco che si sta scaricando. Non è da meno la sua congiunta che inarca la schiena e espelle i suoi umori sul cazzo dell’ amante. I due si rilassano esausti, uno sull’altra.
“Caro figliolo mio” esclama la viziosa “lascia che ti infili la lingua in gola, non ho ancora assaggiato la tua saliva!”
“Su, su Marta lascialo in pace” intervengo io “per ora è stanco. Toccherà a me, dopo, farlo galoppare. Intanto beviamoci sopra, ne abbiamo bisogno.”
Vado a preparare le bibite mentre Marta già lo stuzzica. Quando ritorno il mio ragazzo è di nuovo in tiro.
“Su caro” lo esorto “lecca la chitarrina della tua mamma, che ha tanta voglia di te!” Gli dico mentre gli vado in ginocchio di fronte. Esegue mansueto, e ritrovo con piacere la sua lingua che tante volte mi ha lambito. Gli umori cominciano a prodursi. Oscillo ripetutamente le anche in modo che mi penetri con la lingua.
“Ah, che bello mio dolce” esclamo “Marta, adesso capisco che cosa hai provato. Sono già bagnata. Se mi pianto su questo bel ragazzo, mi carezzerai la schiena? Ti prego di farlo mentre terrai la sua testa tra i seni.”
Detto questo calo dolcemente sulla sua mazza e la infilo dentro. E’ durissima. Comincio ad andare su e giù mentre sento il piacere diramarsi dalla mia foffa a tutto il corpo, cervello compreso.
“Ti piace, mio favorito? Riconosci l’ostrica di tua madre? L’hai chiavata già molte volte, ma è che come fosse la prima, dì la verità.”
“Sì mamma, è sempre bello” ammette il bambolotto annegato nel piacere.
“Su allora, andrò su e giù per un bel pezzo. Sono talmente lubrificata che non faccio nessuna fatica.
“Marta, monta di fronte a me e fagli assaporare la fessura. Altrimenti si annoia”. Così, io sul membro, lei sul suo viso, continuiamo ad infierire sul piccolino. Dopo parecchie oscillazioni e parecchie slinguate decido di cambiare posizione. A scapito di restare senza orgasmo, voglio vedere il mio angelo sprillare. Così mi sollevo da lui e chiedo alla mia compare di fare altrettanto. Il mio torello deve venire tra due donne che lo leccano. Sprono la mia amica a chinarsi sulla fava per leccargliela mentre io faccio altrettanto.
“Su piccino mio deciditi, è giunta l’ora di farci vedere qualche getto proveniente dal tuo rizzato. Su, spremi le palle, che a riceverti siamo io e questa scellerata.
Il fanciullo, ottenebrato, si avvicina alla spremitura.
“Su, fantolino, mentre ti lecchiamo, dimmi se siamo più brave noi o la tua scemotta. Altrimenti smetteremo”
“La ….la mia ragazza mi ha lasciato!”riesce ad articolare lui.
“Che vuoi che sia!” Gli risponde Marta “quello che conta è sborrare, nessuno te lo farà fare meglio di noi. Dì addio a quella meretrice e facci assaggiare la tua sbobba!”
Lo scolaretto non se lo fa dire due volte. Gemendo, innaffia i nostri volti e esonda sul tappeto.
“Sei venuto un’altra volta, bravo” mi compiaccio ”non sai quante volte lo dovrai fare questa sera. Ti prosciugheremo i tesorini alla faccia della tua smorfiosa. Su, dì a Marta che la adori”
“Ti…ti adoro” risponde lui sfinito.
“E me, non mi adori?” Lo incalzo.
“Adoro anche te mamma”
“Vedi quante cose che faccio per te, affinché poi studi. Credimi, ti converrà andare bene a scuola. Nessuna troverà modo di distrarti. Dovrai andare all’università e dovrai essere preparato. Nessuno mi dissuaderà dal farti fare il contrario!”
“Sì amore mio” prosegue Marta “prima hai schizzato come un bravo scolaro sa fare. Domani potrai andare all’istituto ben soddisfatto e con la sacca svuotata. So che mio figlio ha insidiato la tua ragazza fino a farla propendere per lui. Questo ti faccia riflettere sulla maturità mentale di quella troietta. Lascia che se la sbatta lui. Tu hai trovato di meglio.”
“Su vatti a lavare ora” aggiungo io “un po’ di acqua fresca non potrà che giovarti, poi lascerai a noi il bidet.”
Mentre il nostro maschio è in bagno approfittiamo per scambiarci qualche osservazione: “Allora sei contenta della tua nuova conquista?”
“Guarda cara, non so come ringraziarti. Hai fatto la mia felicità. Cercherò di farti chiavare mio figlio, è il meno. Così quella deficiente non avrà più un cazzo da succhiare.”
“Ben detto amica mia, sarò contenta di favorire alla tua proposta. Intanto però abbiamo un compito da finire. Sai che la giornata del mio poverino non è ancora terminata. Mi sembra che ormai gli abbiamo fatto superare l’ambascia ma è ancora presto per dirlo. Dovrà venire almeno altre tre volte. Lo voglio sfinire.”
“Vedrai che ci riusciremo. Il tempo di darci una sciacquata poi avrò, col tuo permesso, delle proposte da fargli. Intanto eccolo, accogliamolo nel migliore dei modi.
Dopo l’igiene il nostro fidanzato è di nuovo in tiro. Marta esordisce con la sua proposta: “tesoruccio mio” gli fa accarezzandogli il piolo, cos’è che avresti voluto fare con una donna, intendo con una donna vera, che non ti è mai riuscito di fare?”
Il ragazzo non sa cosa dire. Arrossisce ma non parla.
“Adesso ti farò una domanda precisa” lo insidia lei “ oltre alla figa e alla bocca, non hai mai desiderato altro da una femmina? Dillo a zia Marta. Giuro che sarà un segreto.”
“Vorrei…vorrei il culo”risponde lui.
“Bene almeno da me , lo avrai, e forse anche da tua madre anche se ancora non ha ammesso nulla. Ma prima dovrai rassicurarci di una cosa: ti dimenticherai di quella scema. Come si chiama?”
“Raffaella”
“Bene, allora dovrai venire altre due volte rinnegandola, poi se lo farai, potrai conoscere il buchino dell’amica di tua madre.”
Dopo una pausa di mezz’ora ricominciando decise a sfinirlo. La mia amica sa come fare a spremere le ultime risorse ad un maschio. Si china e glielo morde. Contemporaneamente gli graffia le natiche.
“Su pulcino, sii pronto al tuo dovere”
A tutta risposta il tarello di lui si ridesta.
“Ahi, mi fai male!”
“Lo farò finché non mi avrai accontentata. Non ti sta bene il cazzo moscio. Per quello basta mio marito. Su raccogli la residua benzina e fammi contenta.”
Come obbedendo ad un ordine, complice il dolore, il mio bimbo ha un’erezione che nulla ha da invidiare alle precedenti.
“Stupendo pargolo mio, fai fare bella figura alla tua mamma. Ti abbiamo detto che dovrai venire altre due volte prima del premio, e guarda che non scherziamo. Dovrai sbottare dalla tua uretra tutto quello che ti rimane nei coglioni. E col tuo sangue bianco, dovrai omaggiare il culo di questa libidinosa. Lascia che ti lucidi lo scettro. Credo che la bocca sia troppo dolce in questo caso. Preferirò la mano, mentre tua zia ti morderà i capezzoli. Quando sarai pronto, sarà la volta sua. Ti accoglierà ospitale. Non sai come sa contrarre la vagina per farti godere meglio.”
Mio figlio si sottopone arrendevole alle torture. La mia mano scorre su di lui mentre la mia compagna gli cura i capezzoli. Non passa molto tempo che il flagello di Venere è ritto come non mai.
“Su, mia prediletta, infilati sopra di lui, sento che è pronto.” La femmina in calore si mette a cavallo e si penetra.
“Vedi come ti inforco nipotino mio? Su, fai godere la zia. Sento che sei di nuovo come il marmo. Vado su e giù? Che dici? Non sai quante volte ho desiderato di sfinirti. Grazie a tua madre questo è possibile. Godi? Ti piace il contatto con la mia vagina? lo senti come è bagnata? Ora la stringo. Non ti lascerò finchè non sarò venuta.”
“E tu, nato da tua madre, non rispondi?” Lo esorto ” Non rispondi alla tua appassionata? Dille che l’ami”
“Ti…ti amo Marta”
“Così bravo, falla contenta. Falle quello che desideri, tirale i capelli, strizzale i capezzoli, strappale i peli della figa se vuoi, comunque farai godere questa dissennata, la conosco.”
I movimenti continuano con l’aumento dell’eccitazione tra i due.
Colgo il momento: “e Raffaella? Ti piace ancora?”
“Sì mamma”
“Sei testardo, Marta, lo hai sentito? Dopo questa risposta ti senti ancora di continuare a farlo godere?”
“A malincuore ti rispondo di no. Nei patti doveva rinnegare quella smorfiosa.”
“Hai sentito mio caro? Vuoi che Marta smetta? Su, rispondi a questa domanda. Hai voglia di sborrare? Dipende da te”
Mentre la mia complice continua ad infilarselo, la pover’anima si arrende: “sì voglio sborrare”
“Lo potrai fare se dirai che quella scolorita è una troia e che non ti merita.”
Messa alle strette, la vittima rinnega la sua amata: ” Sì è una sgualdrina”
“Dicci che non l’ami, presto”
“Non l’amo”
“Dicci che ti fa schifo”
“Mamma non è vero”
“Dillo, vedrai che dopo starai meglio. Marta sta per raggiungere il culmine e mi sembra che anche tu lo sia” In effetti entrambi, dall’eccitazione, sono prossimi alla fine. Le spinte accelerano.
“Stai per venire, ma ad un mio cenno Marta si solleverà da te e ti lascerà da solo col tuo cazzo dritto se non mi dici che la ragazzina ti fa vomitare.
Mio figlio ansima, è prossimo al delirio.
“Mamma,sto per venire!”
“Forza, rinnegala”
“E’…è una schifezza, non l’amo…vengo!” E detto questo sborra nella vagina della sua compagna mentre anche lei raggiunge il culmine. Entrambi si accasciano l’una sull’altro.
“Su, distoglietevi” anche questa è fatta. Marta, osservo che ti sei fatta riempire, non hai pensato ad usare il gommino?”
“Non ci ho pensato carissima ma non preoccuparti, ho il diaframma. So bene come annullare le conseguenze. Ho avuto mio figlio perché l’ho voluto, non ti credere.”
“Non lo metto in dubbio gioia, la figa è la tua. Non nego però che mi piacerebbe vederti incinta di mio figlio come io, me ne accorgo , vorrei rimanerci col tuo.”
“Hai sentito caro, tua madre vorrebbe che mi mettessi incinta. Ti piacerebbe?”
“Ma Marta, io…”protesta mio figlio.
“Su Marta non spaventare il mio tesoruccio, accontentati di fartela riempire quanto vorrai. Ormai abbiamo rotto il ghiaccio, potrai venire a casa mia anche quando non ci sono, a far fare due schizzi a mio puledro”
“E va bene cara, farò come mi hai chiesto. Tra me e questo ragazzone non è certo finita.”
“Hai capito tesoro mio? Io e Marta provvederemo a che tu non abbia mai i coglioni pieni. Vedrai che non sentirai più la necessità di accompagnarti a qualche mentecatta. Adesso dobbiamo prepararci per un’altra spremutina, dopo di che potrai coronare il tuo sogno di inculare questa golosona. Per farti gradire il progetto ti dico subito che dovrai fare sentire il tuo scettro a tutt’e due, e mentre tu possiederai una, l’altra ti leccherà i coglioni. Intanto per fartelo rianimare userò la bocca”
Detto questo prendo in bocca l’uccellino del ragazzo che per la prima volta è moscio. Ma le mie sapienti cure lo fanno riprendere alla svelta.
“Adesso che sei di nuovo in tiro mi sdraio supina sul divano. Marta mi verrà cavalcioni sopra il viso e tu da dietro le farai la festa. Ho sempre desiderato vedere il tuo tubo all’opera nella fregna di qualcuna.”
Ci disponiamo quindi come progettato. Io ho il fiore di Marta davanti agli occhi e posso vedere la fava del nostro Ercole lentamente introdursi in lei. Le spinte si fanno da subito copiose. Dalla mia posizione posso leccare e baciare le palle turgide del mio campione. Le spinte si susseguono fino a che i due cominciano a gemere e ad ansimare.
“”Marta, Marta” dice mio figlio sempre più infoiato.
“Dai caro montami come una cagna, non sai quanto piacere mi regali” risponde lei “pensa che soddisfazione dai a tua madre che può vederti mentre imprimi la tua virilità su di me. Mi fai talmente bagnare che temo di colare sul viso di tua madre la quale non è certo una lesbica.”
“Non temere cara” rispondo io “per ora non c’è pericolo. Tu bada a godere al resto ci penso io. Non dimenticare che sarai solo tu ad avere l’orgasmo.”
“Per questo non ci sarà molto da aspettare, sento che il momento è vicino. Su montone mio fammi sentire di che razza sei.”
Le spinte proseguono per alcuni minuti tra i gemiti e i sospiri di entrambi.
“Ah figliolo” esulta Marta “spingi più forte ora la mia fine è prossima. Ecco la sento arrivare. Sì…sì, dai così ecco vengo!”
Dabbasso gli umori colano ahimè sul mio viso. Ma sono contenta per il potente orgasmo provocato dal mio amore. Sono orgogliosa di lui. I due si distaccano.
“Cara, sapevo che avrei squirtato, scusami”
“Non fa nulla amica mia mi bastano due fazzolettini per rimediare alla cosa. Intanto il nostro pargolo non è ancora venuto. Su sdraiati sul divano cara, toccherà a me ora cavalcarti per farmi ingroppare fino all’orgasmo di tutti e due.
Ci mettiamo in posizione e comincia l’ultima parte del progetto. Mio figlio mi infiocina e prende a spintonare.
“Ti piace caro? E’ di nuovo la figa di tua madre che stai chiavando, e devo dire molto bene. Quando vorrai potrai riempirmela. Intanto spingi spingi. Tutto bene Marta? Non ho più notizie di te.”
“Qui tutto bene carissima, devo ammettere, anche se non sono lesbica, che sei bella anche lì. Mi piace vedere il tuo fiore che si dilata mentre la spada di carne del tuo bello entra ed esce ed è sempre più lucida e lubrificata.”
“Merito di questo bel giovane. Su figlio mio, se non vuoi che tua madre ti faccia smettere parlami ancora male di quella figa lercia di Raffaella. Su tesoro, comincia.”
“Non…non ci riesco mamma”
“Su avanti, Marta incoraggialo baciandogli i coglioni. Ti aiuto: quella stronza della tua ex ragazza è…rispondi o non chiaverai più tua madre te lo prometto”
“…è una cagna”
“Bravo amore continua!”
“…è una puttana!”
“Bravo tesoro mio il tuo impegno mi fa bagnare oltremodo sto per avvicinarmi alla conclusione.”
“Ha…ha fatto bene a lasciarmi, con quella sua figa da quattro soldi e le tette asimmetriche!”
“Bravissimo, che piacere che mi dai. Sento che il tuo proboscidone si sta indurendo ancora di più. Dì la verità, stai per venire.”
“Sì mamma, ormai la faccio”
“Mentre ti si strizzano i coglioni dimmi che mi vuoi bene.”
“Ti…ti voglio bene mamma. Ah! Godo godo!”
“Mio dolce, anch’io vengo, tanto sono soddisfatta di te! Ah siii…eccomi.”
Mio figlio mi riempie la fica e io squirto ai danni della povera Marta.
Ci stacchiamo e ci abbandoniamo al divano esausti, mentre la mia amica si deterge il viso con i fazzolettini.
“Mi complimento con te caro” dice Marta “ prima mi hai fatto godere tantissimo. Come stanno le tue palline?”
“Mi bruciano un poco, sono molto stanche”
“Su coraggio pisellino mio” intervengo io “che adesso viene il bello. Ti sei meritato il regalo che Marta ti ha promesso. Ma adesso riposiamoci un po’. Il grande momento sta per arrivare. Intanto ti chiedo come stanno le tue pene d’amore. Sei ancora addolorato?”
“Non so mamma, Non sento più niente”
Io e Marta ci guardiamo negli occhi. La vittoria è vicina.
“Vuoi una fetta di torta passerotto? Sei a digiuno, un po’ di zuccheri non potranno farti che bene”
“Sì mamma la prendo volentieri”
“Ne vuoi anche tu Marta?”
“Anch’io sì, un po’ di energia è bene accetta.”
Ci mettiamo a discorrere del più e del meno. Con orgoglio espongo a Marta i giudizi scolastici del mio figliolo. Fattigli i dovuti complimenti, gli chiediamo ancora della sua ex ragazza.
“Ho creduto di amarla” ci confida “e quando mi ha lasciato ho sofferto come un cane. In questo momento però, pur dispiacendomene, non soffro così tanto. Mi sembra sia passato molto tempo sebbene mi abbia lasciato solo ieri.”
“Il tempo non si conta con l’orologio” motteggio io “ma con gli eventi che trascorrono. Tu pulcino mio in questo pomeriggio hai fatto molta strada”
Un sorriso timido compare sul suo volto. E’ il primo della giornata. Evidentemente si rende conto che ingropparsi due donne nel pieno della maturità sessuale, disponibili e porche, tra cui una è sua madre, non capita a tutti, anche se a lui capiterà ancora e ancora.
“Non temere passerotto, ti garantisco che da ora in poi le tue sferette saranno sempre asciutte. Neanche le seghe riuscirai a farti senza il mio aiuto, e se dovrai fartele da solo dovrai pensare a me e a Marta. Su cara forse il nostro pupillo si è ricaricato. Sei pronta per esaudire la sua richiesta?”
“Prontissima. Caro hai mai inculato una donna?”
“No Marta”
“Neanche tua madre?”
“No, nemmeno”
“Questo è gravissimo, vedremo di rimediare. E’ la prima volta che lo prenderò nel culo da una ragazzo così giovane. Come stanno le tue palline? Sempre stanche? Lascia che te le lecchi, poi ti verrò cavalcioni e ti farò strofinare il patatino contro il mio pelo. Quando sarà tosto procederò a girarmi.”
Volonterosamente la mia amica su mette a leccargli devotamente lo scroto ottenendo una mezza erezione, poi, cavalcandolo, comincia a strofinare la fessura sul suo membro, L’erezione prosegue ma non raggiunge il massimo.
“Caro nonostante i miei sforzi non riesco ad ottenere da te più di tanto. Ti manca qualcosa. Dì a tua madre di mettersi in piedi sul divano e di farti annusare la sorca.”
Io eseguo e strofino il mio pelo sul suo volto.
“Adesso si che ci siamo! Bambinone, avevi bisogno della tua mamma. Sento che il bastone è ormai completamente eretto. Adesso mi stacco e mi metterò gattoni sul pavimento. Mentre tua madre mi aprirà le chiappe, tu dovrai sputare sul mio buchino.”
Eseguiamo e Marta si ritrova sul pavimento col mio ragazzo alle spalle. Lui sputa tra le sue chiappe e lo impunta. Preme dolcemente e la cappella si fa strada nello sfintere.”
“Bravo uccellone mio, spingi ,spingi, devi passare le colonne d’Ercole, poi potrai cominciare a stantuffarmi!”
Il tarello entra tutto fino alla radice. Quella porca di Marta è veramente allenata. Mio figlio ha il viso deformato dal piacere.
“Vedi caro come è brava zia Marta? Te l’avrebbe mai dato quella cerebrolesa?”
“Grazie zia Marta!” articola lui mentre la spintona.
“Di niente ragazzo mio. Per il figlio della mia amica questo e altro!”
“Godi figlio mio?”
“Sì mamma”
“Cos’hai da dire della tua ex troietta?”
“Che è una deficiente, ha fatto bene a lasciarmi così sarò più libero. Vedrete che a scuola andrò sempre meglio ora che non ho quella inetta tra i piedi!”
“Bravo tesoro!” lo abbraccio e lo bacio sulla bocca per la felicità ”tutte le volte che sentirai un friccicorino tra quelle parti rivolgiti senz’altro a me. Potrai venire anche in ufficio e io ti farò un lavoretto in bagno. Ti farò emettere litri di sperma! Intanto fottiti Marta che sembra non aspettasse altro. Io ti massaggio i testicoli che dovranno compiere un ultimo sforzo”
Il giovanotto è al limite dell’eccitazione. Accarezza le chiappe della mia amica e il suo sguardo è opaco.
“Mamma sto per venire, è la mia prima volta nel culo di una donna!”
“Vieni vieni ragazzo mio, zia Marta sarà lieta di farsi inondare dal tuo nettare!”
“Ecco, vengo,vengo, ti schizzo nel culo, Marta!”
“Fai pure tesoro!”
Il mio pupillo geme un’ultima volta lungamente. Dai movimenti pelvici intuisco che è schizzato per tre volte.
Alla fine i due si separano. Il mio amato barcolla e riguadagna il divano. Marta si alza e si siede accanto a lui. Entrambi ansimano.
“Allora caro, ti è piaciuto? Dillo, dài una soddisfazione alla mia amica.”
“Mi è piaciuto tantissimo,mamma, ma non ne posso veramente più. Sono spompato.”
“Ci credo caro, sei venuto cinque volte, vatti a fare una doccia allora. Pensi ancora a quella ragazza allo stesso modo di come la pensavi neanche tre ore fa?”
“E’ assolutamente diverso, mamma, non so più nemmeno come abbia fatto a innamorarmi di lei.” Poi si alza per andare in bagno. Io e Marta rimaniamo sole.
“Vittoria!” esclamiamo all’unisono. Ci abbracciamo.
“Allora è stabilito Marta, sei assoldata come prosciugatrice assieme a me, delle palle di mio figlio!”
“Senz’altro amica mia” risponde lei “sarà un impegno che prenderò volentieri. Stavo pensando che anche mio figlio potrebbe avere la stessa esperienza. L’ho sorpreso mentre odorava la mia biancheria usata. In futuro gli farò annusare ben altro. Oltretutto, se ci riusciremo dovremo farlo godere tutt’e due insieme. Quella ammalorata che ha rubato a tuo figlio va battuta sul suo stesso campo.”
“Sì Marta, avrà a che vedersela con noi!” La sfida è lanciata.
Fine quarta puntata
01:19
Ciao.
Sto amando questo racconto.
Ma attendo da tempo la parte V.
Quando ci sarà?
15:06
Purtroppo il V racconto non esiste. Ciao
21:25
Non verrà mai scritta una parte 5?
Ciao.