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Introduzione:

L’accelerazione rapida di una coppia dalla fantasia alla trasgressione

Se alcuni nostri amici avessero scoperto che eravamo soliti frequentare spiagge nudiste durante le nostre vacanze ci avrebbero considerato per lo meno bizzarri se non pervertiti. Invece io non mi sentivo per nulla trasgressivo, anzi, avrei voluto fare molto di più rispetto allo stare semplicemente nudi in mezzo ad altra gente nuda. Ne avevo parlato con Giulia, la mia compagna, e le avevo proposto di osare un po’ di più e fare qualche gioco sessuale con altre persone. Mi sarebbe piaciuto molto vederla insieme ad un altro uomo oppure farlo in tre con la mia partecipazione. Le sue risposte erano sempre state negative ma non perché rifiutasse del tutto l’ipotesi, semplicemente considerava troppo difficile riuscire a creare la situazione giusta per fare cose così intime e delicate. Dunque, nei fatti, eravamo una coppia dalla sessualità ordinaria, nessuna trasgressione particolare, nessun colpo di testa, nessun coinvolgimento di altre persone nella nostra sfera erotica.

L’anno scorso eravamo in vacanza sulla costa toscana, dove ci sono diverse spiagge in cui si pratica abitualmente il nudismo. Era un po’ fuori stagione, non c’era tanta gente, per cui era una situazione ideale per godersi la natura e la nudità.

Ricordo tutto di quel giorno, come potrei dimenticarlo, ed iniziò tutto verso metà mattina. Faceva caldo, il sole picchiava nonostante fossimo già in settembre. Io me ne stavo a mollo in acqua fino alla cintola. Passeggiavo dentro al mare parallelo alla battigia, restando dove c’era quella profondità. Giulia invece era stesa sul telo, non lontano da dove iniziava la vegetazione retrostante alla spiaggia. Stava leggendo a pancia in giù e il suo bel culetto nudo era a disposizione degli sguardi di qualunque passante. Mi piaceva notare che venisse guardata.

Ero lì in acqua che facevo pensieri porcelli, giocando sul fatto che il mio cazzo era combattuto tra il gonfiarsi a causa della mia immaginazione e il rattrappirsi per colpa dell’acqua fredda in cui era immerso. Intanto avevo già notato un uomo che era passato due o tre volte camminando sul bagnasciuga e aveva rivolto sguardi prolungati verso la mia donna. Quando passò di nuovo deviò il suo cammino dalla riva verso la duna sotto la quale era stesa Giulia. Si avvicinò a lei, che subito non ci fece caso. Si sedette poco distante e rimase un po’ lì, guardandosi attorno e molto spesso fissandola. Io rimasi in disparte, lontano, dentro l’acqua.

Dopo qualche minuto l’uomo si alzò e si avvicinò ulteriormente a Giulia. Le andò proprio vicino e si accovacciò piegandosi sulle gambe. Lei si girò interrompendo la lettura. Lui le disse qualcosa lei rispose, apparentemente in modo freddo e scontroso. Lui rimase lì, continuò a parlarle. Io la conoscevo bene e dal suo linguaggio del corpo capivo benissimo le sue reazioni. Inizialmente fu evidente che lei era un po’ seccata da quella intrusione che le aveva interrotto la lettura del libro. Poi, ma mano che rispondeva, un po’ si rilasso. Evidentemente l’intrusione di quello sconosciuto non era così sgradevole come da primo impatto.

Mi accorsi che Giulia ad un certo punto alzò la testa, mi cercò con lo sguardo e mi indicò. L’uomo si girò, si mise una mano sulla fronte per farsi ombra sugli occhi e guardò nella mia direzione. Poi disse qualcosa a lei che sorrise e poi si tirò su sedendosi sul telo con le braccia intorno alle ginocchia. Io feci finta di niente, anzi mi allontanai ancora un po’, girandomi e non guardandoli per qualche istante.

La loro conversazione durò qualche minuto. Lui sembrava un po’ insistente, lei sembrava respingerlo con cortesia. Poi lui desistette, si alzò e la salutò, allontanandosi. Venne nella mia direzione e mi guardò mentre passava. Mia moglie lo seguì con lo sguardo. Poi guardò verso di me per capire cosa stavo facendo. Io feci finta di niente. Lei si rimise a leggere il libro.

“Cosa voleva quel tipo?” le chiesi quando tornai vicino a lei.

“Mah… pensava fossi qui da sola, voleva provarci.”

“Ah, è stato sgradevole?”

“Subito non mi è piaciuto che uno sconosciuto si avvicinasse così, ma poi ho capito che era uno educato e un po’ spiritoso.”

“E cosa ti ha detto?”

“Ma niente… mi ha fatto qualche complimento e mi ha chiesto se ero qui da sola. Io gli ho detto di no e anzi ti ho indicato per dimostrarglielo.”

“E lui?”

“Ha fatto il brillante, ha detto che era rischioso lasciarmi qui da sola, che lui non l’avrebbe fatto al posto tuo.”

“E tu come hai ribattuto?”

“Niente, gli ho detto che non eri un tipo geloso.”

“Davvero? Gli hai detto così?”

“Sì, perché? È vero che non sei geloso, lo dici sempre. Dici che ti piace che gli altri mi guardino e che ci provino.”

“Gli hai detto anche questo?”

“Beh, non proprio. Qualcosa del genere.”

“E lui che complimenti ti faceva?”

“Mi diceva che ero molto bella, che avevo un bel corpo.”

“Un bel corpo? Ti ha detto così?”

“Uhm, sì. Me l’ha detto in vari modi.”

“Cioè?”

“Ad esempio mi ha detto che avevo un bel culo.”

“Ah. Uno nudo che si avvicina ad una sconosciuta nuda e le dice che ha un bel culo. Audace come tipo.”

“Sì. Mi è sembrato un po’ un maniaco, però… non so come dire… un maniaco che ci sa fare.”

“Cosa intendi?”

“Che alla fine è stato educato, non sgradevole. Non si è nascosto, era chiaro quale era il suo intento però col massimo rispetto.”

“Ok. Alla fine quindi ti ha fatto piacere ricevere queste sue avances?”

“Non lo so… ma sì, dai. Mi sono sentita desiderata in modo sincero e non è mai spiacevole questo. E tu cosa ne pensi? Ti dispiace questo?”

“No, no. Anzi. Mi eccita un po’ che uno ci abbia provato con te. Che ti pensasse da sola e ti volesse scopare o altro. Guarda.”

Le indicai il mio cazzo che era barzotto ad immaginare tutti i possibili sviluppi di quella situazione.

“Sei il solito porco.” commentò Giulia in tono fintamente scandalizzato.

“Ti dispiace?”

“No, no. Siete tutti dei gran porci.”

“Sei tu che ci fai venire questi pensieri… col tuo culetto in bella vista…”

Arrivò ora di pranzo e per evitare il sole delle ore più calde e per mangiare il cibo che ci eravamo portati dietro ci spostammo tra i cespugli della vegetazione retrostante alla spiaggia, in mezzo alle dune. Trovammo uno spiazzo in cui stendere i teli all’ombra e organizzarci per mangiare. Poco dopo sentimmo qualcuno avvicinarsi. Era quell’uomo di prima. Ci vide e ci salutammo con un cenno. Poi lui si spostò e si andò a sedere poco lontano, sotto un alberello. Era distante ma era comunque in vista.

“Vi do fastidio se mi metto qua?” ci urlò poco dopo.

“No, no, prego.” rispondemmo.

A me non dava fastidio la sua presenza. Chiesi conferma a Giulia che neanche a lei lo desse.

“No, finché se ne sta là non dà fastidio. Certo, spero che non pensi che ci siamo infrattati qua per scopare, mentre siamo qui solo per mangiare.”

“E se scopassimo anche, ti darebbe fastidio che lui ci guardasse?” le chiesi provocatoriamente.

Lei mi guardò con gli occhi storti e mi mandò a quel paese con un gesto.

Mangiammo, bevemmo e ci rilassammo un po’ all’ombra. Il tipo ad un certo punto si era allontanato.

“Ma di aspetto quell’uomo come ti è sembrato?” chiesi a Giulia per tornare su quel discorso che mi intrigava.

“In che senso?”

“Nel senso… di aspetto ti è parso gradevole? Io non l’ho visto bene da vicino.”

“Mah… abbastanza. Non è un brutto uomo. Fisico abbastanza in forma. Molto abbronzato, si vede che fa sempre nudismo. E totalmente depilato.”

“Ah… quindi… cioè voglio dire… lo ha guardato anche fra le gambe.” mi stava eccitando questa situazione.

“E come potevo non guardarlo. Hai visto come si era messo? Era a pochi metri da me, con le gambe piegate e aperte… il suo coso era lì a penzoloni… non potevo non guardarlo.”

“E com’era?”

“Ma dai! Che domande fai?”

“Dai, voglio sentirtelo dire. Mi eccita sapere che la mia donna ha guardato il cazzo di un altro.”

“Sei il solito porco. E invece forse ti ecciterà meno sapere che ce l’aveva bello lungo, con le palle grosse. Era lì che penzolava e oscillava. L’ho capito che lo ha fatto apposta per mostrarmelo bene. Penso sperasse che ne fossi così attratta da farlo funzionare come arma di seduzione. Contento ora?”

“Mmh e invece sentirti dire questo mi eccita ancora di più…”

“Ma come? Voi uomini non siete sempre in competizione? Sei contento che uno che ha provato ad essere il tuo rivale fossi così ben dotato?”

“Sì… guarda…” le indicai il mio cazzo che era diventato completamente duro. Sapere che la mia donna aveva osservato così bene tanto da descriverlo nei dettagli il cazzo di un altro mi eccitava tantissimo. E poi si capiva che, a dispetto di quello che lei aveva cercato di dire, quelle dimensioni l’avevano per lo meno incuriosita, se non attratta.

“Anzi… senti.” aggiunsi prendendola per un polso e portandole la mano sul mio cazzo.

“Dai, che fai?” mi disse lei un po’ scandalizzata.

Ci guardammo attorno.

“Dai, non c’è nessuno. Segami un po’.”

Giulia controllò di nuovo la situazione circostante, poi prese un po’ di coraggio e cominciò a muovere molto lentamente la sua mano sul mio cazzo. Io lascia andare qualche mugolio ogni tanto. Era molto piacevole farlo lì all’aria aperta. Non era una sega vera e propria, era più una carezza. Non sembrava che lei volesse farla durare poco. Pian piano capii che si stava abituando e sentendo a suo agio nel farlo e le piaceva anche a lei. Le piaceva la situazione trasgressiva e, per certi versi, rischiosa.

Dopo qualche minuto mi piegai verso di lei per darle un bacio e ne approfittai per parlare nell’orecchio, anche se eravamo soli e nessuno ci avrebbe sentito, ma dava al tutto un senso ancora più di trasgressione.

“Perché non me lo succhi un po’?”

Lei mi guardò negli occhi. Sembrava combattuta tra la voglia che aveva di farlo e la paura che qualcuno potesse vederci. Vinse la voglia. Oppure l’altra non era una vera paura, ma una ulteriore voglia inconfessabile.

Era chinata su di me con il mio cazzo nella sua bocca quando vidi con la coda dell’occhio un movimento. Era quell’uomo. Stava tornando. Ci vide. Incrociai con lui lo sguardo e, in modo spontaneo, ci facemmo un cenno d’intesa tra uomini. Lasciai che Giulia continuasse a succhiarmi il cazzo. Lei non si era accorta di niente. Tutto questo mi eccitò ancora di più, ma sentii il dovere di avvisarla, con la speranza che le sarebbe piaciuto anche a lei avere uno spettatore mentre mi faceva un pompino.

Le afferrai il viso e glielo sollevai fino a portarlo a pochi centimetri dal mio. La bacia e le sussurrai.

“Abbiamo uno spettatore.”

Lei sobbalzò spaventata e fece per girarsi, ma io le tenni ferma il viso impedendoglielo.

“Chi è? Dov’è?” chiese spaventata.

“È quell’uomo di prima.”

Notai in lei un principio di sollievo. Il fatto che fosse lui, evidentemente, rendeva meno problematico il fatto che ci avesse visto.

Si divincolò dalla mia stretta e si staccò da me, girandosi e sedendosi. Guardò verso di lui che la salutò con un cenno. Lei non rispose. Si mise seduta con le gambe strette e le braccia intorno alle ginocchia. Come se si vergognasse. Io ero lì a fianco a lei con ancora il cazzo duro, anzi sempre più duro, e tutto umido di saliva. Rimase in silenzio. La osservai. Notai impercettibili segni di rilassamento, come se stesse elaborando la vergogna e le stesse passando. Dopo un po’ osai farle una proposta:

“Perché non continuiamo? Dai, cosa vuoi che sia avere uno che ci guarda? Lo faremmo contento secondo me.”

Lei non mi rispose e non mi guardò neanche. Aveva lo sguardo fisso su di lui che intanto ci guardava dalla distanza, sorrideva e si toccava ogni tanto distrattamente il cazzo che, in effetti, gli penzolava in maniera evidente.

Dopo un po’, senza dire niente, Giulia spostò la sua mano e senza girarsi cercò a tastoni il mio cazzo. Lo trovò, ancora semirigido, e ricominciò a segarlo. Poi Giulia si girò, rivolgendo a lui la schiena e si inginocchiò sedendosi sui talloni. Io fui felice per l’uomo perché sapevo che spettacolo doveva essere il culo di lei in quella posizione. Lui, infatti, iniziò a segarsi platealmente. Anche Giulia iniziò a farmi una sega vera e propria e ogni tanto si chinava per darmi una leccata al cazzo oppure per chiedermi cosa stesse facendo l’uomo che lei non vedeva più, segno che per certi versi si vergognava a guardarlo ma per altri la sua presenza era fonte di eccitazione anche per lei.

Io, eccitatissimo, facevo di tutto per non venire e prolungare quella situazione. Intanto informavo lei del fatto che quel tipo si stava avvicinando e si stava segando. Poi probabilmente lo percepì da sola quando lui arrivò proprio vicino a noi e si sedette ad un metro di distanza. Ebbi così modo di osservare bene il suo cazzo ed in effetti era molto lungo, non tanto largo ma molto più lungo del mio.

“Disturbo?” chiese lui come per rompere il ghiaccio.

Io scossi la testa. Giulia invece lo ignorò e si abbassò per succhiarmi il cazzo. Io lo invidiai per la visuale che doveva avere delle chiappe di lei semiaperte per la posizione. Stavo per sborrarle in bocca, ma non volevo. La presi per i capelli e la tirai su. Il suo volto sconvolto dal piacere quasi mi fece venire lo stesso anche se aveva interrotto il pompino.

“Perché non fai qualcosa anche con lui?” osai chiederle, ormai la trasgressione era iniziata, tanto valeva puntare a qualcosa in più. Mi resi conto in quel momento che se lei mi avesse risposto in modo affermativo senza esitazione, mostrando cioè una gran voglia di farlo, avrei anche in quel caso sborrato senza bisogno di nessuna stimolazione. Per fortuna, ma anche per mia disdetta, lei esitò.

Si girò. Lo guardò. Sono sicuro che il suo sguardo si soffermò sulla mano di lui che andava su e giù per quel cazzo lungo. Lui prese coraggio e si avvicinò ulteriormente. Ormai la poteva toccare o lei poteva toccare lui.

“Fermi. Aspettate.” disse lei risoluta riacquistando lucidità.

Noi obbedimmo. Sapevo bene che per qualsiasi trasgressione avessi voluto fare con Giulia spettava a lei decidere cosa fare in base a quanto si sentiva a suo agio. Non volevo certo forzarla a fare niente che non desiderasse lei in prima persona. E anche lui, evidentemente esperto, sapeva che in quelle situazioni è spesso la donna a decidere. Probabilmente il fatto che lui la rispettasse e non avesse già approfittato della situazione le fece capire che era uno affidabile. Un maniaco educato, come l’aveva definito lei. E quindi Giulia dettò le regole. Le disse girandosi verso di me, ma chiaramente facendole sentire anche a lui.

“Gli faccio solo una sega anche lui. Lui non mi deve toccare. Ok?”

Io annuii e scambiai con lui uno sguardo di intesa. Giulia si rimise in ginocchio seduta sui talloni, chinata su di me. Mi segava e mi leccava. Poi con la mano libera andò a cercare il cazzo di quell’uomo che, gentilmente, glielo porse. Lei non si girò mai verso di lui. Rimase concentrata sul farmi il pompino e sul segarlo con la mano. Io non potevo resistere ulteriormente: vedere la mano di lei che stringeva il cazzo di un altro uomo era troppo per me. Iniziai a sborrare, riempendole la bocca. Giulia raramente si lasciava sborrare in bocca, ma quel giorno non si spostò di un centimetro.

Lui si era ulteriormente avvicinato a lei e le strusciava il cazzo contro il culo. Lei glielo stringeva alla base, come per controllarlo, mentre lui si sfregava contro il suo fianco. Continuarono così per un po’. Lei aveva la faccia tra le mie gambe. La tirai su tirandole i capelli.

“Guardalo.” le dissi. Lei si girò solo un attimo, ma poi scosse la testa.

“Allora guarda me.” le dissi e la fissai negli occhi. Fu un momento di intensa sintonia di coppia guardarsi negli occhi mentre lei stava segando un altro. Fu un momento che cambiò il nostro rapporto, ci fece capire di avere superato un ostacolo insieme.

Poi lui sborrò. Tanto. Le riempì la schiena di schizzi. Secondo me lei ebbe in corrispondenza un piccolo orgasmo. Poi le venne da ridere, come per scaricare la tensione. Ci baciammo.

Poco dopo Giulia si alzò. Controllò quanto fosse sporca di sborra sul fianco, sul culo e sulla schiena e sulla mano. Tanto.

“Vado in mare a lavarmi.” ci comunicò come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Io la osservai mentre si allontanava da noi sculettante, con le gocce di liquido di lui che le scendevano lungo le gambe. Il mio cazzo tornò istantaneamente duro all’idea di lei che attraversava tutta la spiaggia, che magari veniva vista da qualcuno, mentre era ricoperta di sborra.

Scambiai due parole con lui. Gli feci capire che era meglio se per quel momento non si faceva trovare quando lei sarebbe tornata. Lui comprese la situazione. Ci salutammo senza prendere accordi ma era chiaro che lui sarebbe rimasto a disposizione per ulteriori sviluppi trasgressivi. Aspettava solo un nostro cenno. Io non ero sicuro di come avrebbe reagito Giulia a mente fredda, una volta che le fosse passata l’eccitazione che evidentemente l’aveva travolta pochi minuti prima. Sapevo che avrei dovuto procedere con cautela se volevo portarla ad osare ancora di più. Ma intanto qualcosa l’avevo ottenuto. Aveva appena fatto una sega ad uno sconosciuto e, cosa più importante, mi sembrava avesse gradito tutta la situazione.

(Continua…)

Note finali:

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Scritto da:

Ho un sito di racconti erotici da diversi anni e ancora tanti racconti da scrivere: analcoholic.wordpress.com

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