Faida di Scampia spostate

Cip, cip, cip, cip, cip… CRACK!

Il lieto cinguettare dei passeri fu d’improvviso interrotto da un vetro che si rompeva violentemente. I piccoli volatili, scossi, tacquero giusto nel momento in cui veniva pronunziata una sonora bestemmia.

“Ah, che bel modo di cominciare la giornata” pensò la vicina ancora avvolta nel lenzuolo. Non che fosse l’improperio la causa dei suoi pensieri sarcastici. L’onore infatti era riservato agli eventi notturni, che l’avevano tenuta sveglia gran parte del tempo. Rassegnata, si alzò e andò a cercare di porre rimedio alle occhiaie.

Si dà il caso, che per diversi giorni, Walter non fosse riuscito a racimolare abbastanza soldi per comprare altro crack e stava letteralmente andando fuori di testa. In uno dei suoi attacchi di panico, si era rintanato in bagno e aveva dormito per un po’ nella vasca, ma svegliatosi, ancora l’angoscia gli attanagliava il cuore e così, preso da un raptus, aveva cominciato, all’una e mezza di notte a grattare con violenza il pavimento con le unghie. Dopo essersi scorticato e aver ignorato le scopettate che venivano date al soffitto di sotto per farlo smettere, aveva cominciato a camminare in preda all’ansia per tutta la casa, tenendo svegli i vicini.

Come se non bastasse il giorno prima era arrivato l’annuncio dell’avvio delle pratiche per il suo fratto (l’ennesimo, come se gliene fregasse qualcosa), dato che non pagava l’affitto da mesi, né intendeva ricominciare, dato che la proprietaria era la sorella di Massimo, quindi perché non aggiungere un altro dispetto alla lista. Comunque, nonostante l’abitudine ad essere sbattuto fuori da qualunque luogo come il ratto che era, la notizia era arrivata non esattamente nel migliore dei momenti, visto che era già fuori per l’astinenza e quindi, per tutta risposta, aveva preso la lettera e l’aveva stracciata con la stessa faccia di zio Vernon, mentre stracciava le lettere di Hogwarts.

A proposito di dispetti comunque. Perché non tentare di far finire di nuovo Massimo nei guai? IDEAZIONE DI UN NUOVO PIANO MALVAGIO-TIME!

***

Beh…

Ci è voluto poco…

Il piano consisteva semplicemente nel tornare dove Massimo teneva la maria, controllare dove fosse e fare un’altra denuncia anonima.

Wow.

Wow…

Finirò all’inferno nel girone del sarcasmo, che Dio mi perdoni, ma come cazzo si fa a non essere sarcastici, quando si ha a che fare con certe persone?! Va beh, tiremm innanz.

***

Giunse infine la fatidica notte dell’infiltrazione. Non si era nemmeno vestito di nero. Un vero Diabolik. Furtivo, ma non troppo, andò con passo veloce e gambe larghe nella via laterale accanto alla villa, che Massimo condivideva coi parenti e cominciò ad arrampicarsi sulla cancellata e scavalcare malamente la siepe spelacchiata. Appena arrivato sul tetto del capanno, fece pochi passi, prima di bloccarsi di colpo.

Il bastardo aveva installato delle telecamere!

Poco male. Un danno in più non poteva che renderlo più felice. Walter tirò così fuori il coltello e taglio di netto i fili della telecamera che dava sul cortile con un ghigno malvagio. A questo punto non restava che frugare nel capanni degli attrezzi. Entrò e cominciò la ricerca. Dopo un’ora e mezza, niente. Solo attrezzi pesanti, roba da elettricista, ragnatele e polvere, polvere, polvere. Ce l’aveva dappertutto. Massimo aveva proprio ripulito tutto. Forse era più furbo di quanto pensasse (non che ci volesse molto per i suoi standard). Chissà dove aveva spostato le piante. Era impossibile che avesse smesso per davvero quindi da qualche parte dovevano essere. Maledizione, un reato a vuoto. Avrebbe dovuto scoprire dove le teneva oppure ripiegare su altri tipi di rappresaglie.

E fu così che cominciò la faida di Scampia dei poveri.

***

Dopo una settimana, ancora Walter non aveva scoperto la nuova ubicazione della droga e aveva del tutto demorso su quel versante. Tuttavia aveva ancora delle carte da giocare. Massimo infatti era un avido consumatore di prodotti Amazon e i pacchi venivano recapitati nell’area comune del condominio e solitamente abbandonati lì, finché Massimo non tornava a casa dal lavoro o non se ne ricordava. Oh sì, questo era perfetto. Massimo avrebbe perso un sacco di soldi e lui ne avrebbe tirati su un po’ per il crack rivendendo la refurtiva.

I pacchi cominciarono dunque a sparire, prima saltuariamente e poi sistematicamente. Sì, peccato che sparissero tutti i pacchi, anche quelli degli altri condomini. Ormai Walter si era a dato al furto libero e quindi tutto il condominio cominciò a tramare contro di lui per accelerarne lo sfratto. Ma puoi rubare le scarpe a un bambino di due anni, mi chiedo? E poi vorrei sapere a chi cacchio le ha vendute!

Visto che tutto il mondo ce l’aveva con lui, o’ povero martire, aveva anche pensato bene ad un certo punto di aprire l’acqua del cesso e lasciarla andare tutta la notte. Dopo averlo fatto un paio di volte, assicurandosi di far pagare più del dovuto la sua permanenza ai proprietari, era stato però fisicamente minacciato da uno dei vicini, un uomo corpulento, dal temperamento suscettibile e l’aria di uno che aveva già picchiato diverse persone in passato. Decise quindi di lasciar perdere i maligni vicini e tornò a concentrarsi solo sul suo bersaglio favorito.

I furti andarono avanti per un po’ finché un giorno, tornato dal lavoro, Walter accese la luce del soggiorno, ma questa non diede segni di vita. Pensò quindi che fosse un problema del contatore e andò quindi a controllare in cantina se si fosse interrotta la corrente, ma niente, non riusciva a capacitarsi di cosa non andasse. Poi l’illuminazione! Era stato Massimo! Ecco cosa stava facendo quando l’aveva visto armeggiare con i fili della corrente sul suo pianerottolo. Con la scusa di essere l’elettricista del condominio, gli aveva manomesso i cavi! Questa era una dichiarazione di guerra bella e buona e Massimo avrebbe sicuramente sofferto una sua ritorsione! Ma la vendetta di Massimo non era ancora stata portata a pieno compimento. Più o meno una settimana dopo anche l’acqua cominciò a scarseggiare. Massimo era riuscito a tagliargli anche quella. Walter era ormai costretto a vivere con delle lampade a batterie sparse in casa e un filo d’acqua che cadeva misero dalla doccia.

In mezzo a tutte queste disgrazie solo una cosa gli portava un barlume di luce e speranza. Chantal.

Saputo delle sue peripezie, la pia donna l’aveva ospitato per qualche giorno a casa sua, intanto che i due genî meditavano un piano, ovviamente illegale, non sia mai, per sistemare il casino della sua vita. Intanto la sua permanenza nella casa dell’amata aveva ulteriormente rafforzato il loro legame (solo da parte di Chantal a dire il vero, a lui non fregava niente) e la signorina aveva quindi deciso una sera di fare all’adorato un regalo. Si era data una sistemata alle parti intime, si era depilata e si era messa un vestitino piccante. Quando Walter l’aveva vista, il suo uccello si era drizzato immediatamente (come ho detto, ci voleva poco) e all’idea di un po’ di sesso focoso si era subito consolato. Boezio non aveva proprio capito un cazzo della vita in confronto.

Senza troppe cerimonie le fu addosso e lei fece appena in tempo a mettere su un po’ di musica di sottofondo, prima di ritrovarsi buttata sul divano, ridacchiante.

“Mi vuoi uccidere, vestendoti così?!” disse Walter, mentre la guardava con gli occhi sgranati e un sorriso da lotteria.

“E non hai visto il resto…”.

A quelle parole, Walter saltò sul divano e cercò di tirarle su la gonna, urtando il tavolino e facendo cadere le cose che c’erano sopra.

“Shh, scemo! Così svegli la bambina. Fa’ piano!” ma intanto Chantal sorrideva divertita.

Walter cominciò a spogliarla avidamente, mentre lei scalciava i sandali e infilava le mani sotto la sua maglietta, continuando a ridere a 26 denti alla sua foga di lasciarle un succhiotto sotto la spallina del reggiseno. Continuò a baciarla fino ad arrivare sul petto e stringersi la faccia tra le sue tette. Una volta spogliata della parte superiore, che si era arrotolata sui suoi fianchi, Walter passò ad alzarle la gonna, ma non prima di essersi sfilato maglietta e pantaloni. Sotto, Chantal portava della lingerie nera, che contrastava col suo insano pallore. Walter le sfilò le mutandine coi denti e poi le diede un morsetto sulla coscia, facendola sussultare. Continuò a mordicchiarla strappandole degli urletti divertiti, mentre in sottofondo si poteva sentire When I was your man di Bruno Mars (anticipazione? non c’è modo migliore di rovinare una canzone comunque). Una volta arrivato alla figa cominciò a leccare ingordamente gli umori che ne uscivano e intanto un dito si infilava nel caldo antro per prepararla. Walter si prese il suo tempo, nonostante l’impazienza e la fece venire con calma. Era così preso che non si accorse nemmeno del plug che spuntava dal culo di Chantal. Proprio mentre si posizionava per penetrarla, lei lo fermò, afferrandogli il polso. Lui la guardò spazientito con aria interrogativa, inarcando il muscolo sopra l’occhio.

“Credevi che la sorpresa fosse la biancheria intima?” chiese maliziosa Chantal.

Con una mossa repentina si girò sotto di lui e gli mostrò il culo con il plug che spuntava provocante dal suo buchetto.

“Ma porca…” esclamò Walter. “Mi vuoi seriamente uccidere oggi!”

Detto questo le afferrò le chiappe e le impastò per bene.

“Sii un bravo ragazzo, sfilamelo gentilmente e il mio culo è tutto tuo” disse Chantal sculettando e ridendo.

Walter afferrò delicatamente il manico del plug e lo sfilò ipnotizzato. Quando il buchetto di Chantal fu libero Walter si mise a strofinarci il membro turgido, poi si posizionò e fece lentamente scivolare la cappella all’interno. Lei ansò un po’ all’intrusione, mentre Walter si stava trattenendo dal non svuotarle tutto il suo carico nel culo. Non era così eccitato da mesi. Quando ebbe raccolto un briciolo delle sue facoltà mentali (già scarse), cominciò lentamente a pomparla, mentre la sua mano andava sotto di lei e cominciava a torturale il clitoride ed entrarle nella figa. Una volta aggiustatasi alla sua larghezza, Chantal, ansimante cominciò ad incontrare con ritmo i suoi colpi e presto furono tutti e due presi dagli spasmi della passione. Ai gemiti di lei sempre più acuti, Walter rispondeva con affondi più forti finché Chantal non venne gridando nel cuscino del divano. Mentre era ancora scossa dai tremiti ma era già diventata malleabile, Walter se la sistemò meglio in grembo e cominciò a incularla con gusto finché qualche minuto dopo non le venne copiosamente dentro.

Walter si lasciò andare pesantemente all’indietro sul bracciolo del divano facendosi pure male alla schiena e cercò di calmare il suo cuore impazzito, mentre osservava il suo seme colare dal buchetto di Chantal. Con uno sforzo Chantal si alzò in piedi e si diresse in bagno. Si girò verso di lui facendogli l’occhiolino.

“Beh, sei già stanco o ce la fai per il secondo round sotto la doccia vecchietto?”

Walter la squadrò e poi la seguì di corsa in bagno.

“Meno male che la bambina non si è…”

“Mamma?! Non riesco a dormire!”

Scritto da:

Il disagio è il mio pastore.

Un commento

  1. Darkside87mi
    27/07/2023
    19:31

    Scarface levati

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