Il furgone
Sono un tutto fare, idraulico, muratore, imbianchino, falegname, so fare di tutto, nel mio furgone ho il materiale e l’attrezzatura per risolvere ogni tipo di problema voi abbiate a casa, il mi furgone è il mio ufficio/officina.
Da un po’ di tempo su Instagram mi compaiono video di persone che modificano i loro furgoni per trasformarli in camper, per fare le vacanze od addirittura viverci…
Allo stesso tempo la mia ragazza mi sta chiedendo di portarla in vacanza…
Il mio cervello fa due più due…
Mi metto al lavoro, nel tempo libero, senza dire nulla a lei, le voglio fare una sorpresa, poi nel profondo lo so che a lei l’idea non piacerà, ma io i soldi per le vacanze non li ho.
Il difficile della trasformazione è stato creare dei mobili che si potessero mettere e togliere, sostituendo il miei attrezzi, tutto modulare, tranne il piccolo bagnetto, quello in effetti mi potrebbe sempre tornare utile anche sul lavoro. Ci lavoro tre mesi, utilizzando solo materiale di risulta, ma alla fine sono abbastanza soddisfatto, ora sul mio furgone c’è un letto matrimoniale, una cucinina, un bagnetto e un tavolo per mangiare, ho creato un sistema per le acque e l’illuminazione, ho anche comprato un tendalino esterno che mi tornerà utile anche sul lavoro.
Si, credo sia venuto un bel lavoro tutto sommato, non resta che farlo vedere a lei…
Come previsto la sua reazione non è stata delle più entusiaste, l’idea di passare le sue vacanze in un furgone non le piace per nulla, ma tutta la discussione finisce con “ok dai facciamo una prova, anche perché non abbiamo alternative…”
Il primo giorno di viaggio è subito tragico, piove a dirotto, facciamo tutta la strada sotto un’acquazzone tremendo, sbagliamo due volte la strada, i cartelli non si vedono e le strade sterrate, che faccio seguendo le indicazioni di internet, sono dei fiumi di fango, quando arriviamo dove dovremmo passare la notte non si vede nulla, ci siamo solo noi in questa piazzola in riva ad un mare in tempesta, in un posto che indicano come un posto idilliaco e tranquillo.
Convivere in pochi metri quadri, mentre fuori tira vento, piove fortissimo, si sentono le onde che si infrangono impetuose a pochi metri da noi, non è facile, lei è nervosa e arrabbiata, io stanco e stufo delle sue lamentele.
Ci addormentiamo dandoci la schiena dopo l’ennesima litigata, non mi aspettavo la prima notte in vacanza così…
Quando mi sveglio sono solo, mi basta un’occhiata assonnata per vedere che non è nel furgone, ma non è scappata le sue cose sono ancora qui, è prestissimo, l’alba credo. Da steso sul letto apro il portellone dietro, lo spettacolo del mare illuminato dai primi raggi del sole mi stupisce.
Lei è lì, piedi nudi sulla sabbia a guardare lo spettacolo del sole che sorge. Indossa solo una felpa nera con il cappuccio tirato su, non la vedo in volto, ma vedo le sue gambe nude, lunghe e bianche non ancora abbronzate, vedo le sue chiappe sode con un minuscolo perizoma a contornare quella meraviglia. Lei è incantata davanti al sole, io dietro di lei. Non so quanto tempo passa, un eternità, una manciata di secondi, il sole è sorto, si sente il suo calore. Scendo dal furgone per andare da lei, indosso solo dei boxer, ma attorno non c’è davvero nessuno, faccio il giro del furgone per controllare che sia tutto a posto, la strada da cui siamo venuti è davvero conciata male, ma ci pensiamo dopo, perché con la coda dell’occhio vedo che lei si è mossa. Sta andando verso l’acqua, la vedo sfilarsi la felpa, sotto è nuda, ed entrare lentamente in acqua. Deve essere fredda l’acqua, ma le sue origini nordiche la difendono, i suoi antenati erano vichinghi, me lo dice sempre. La guardo mentre avanza nell’acqua, seguo la linea dell’acqua che lambisce le sue lunghissime gambe, poi ricopre le sue chiappe scolpite, poi lentamente accarezza la sua schiena dritta, fino a bagnarle i lunghi capelli biondi, poi improvvisamente un guizzo e le vedo sparire sott’acqua. Per un attimo ho l’idea di seguirla e nuotare con lei, ma ho come l’impressione che sarei di troppo, tra lei e il mare. quando riemerge dalle acque a viene verso riva io sono lì che la aspetto, con un asciugamano che potrei tranquillamente tenere con la mia erezione tanto sono eccitato. E’ davvero uno spettacolo, vestita solo con quel piccolo perizoma nero, i seni piccoli liberi di muoversi ipnotici, i capelli bagnati a coprirli appena e soprattutto un sorriso bellissimo aperto e gli occhi azzurri che scintillano. Non mi dice nulla, si lascia avvolgere dall’asciugamano mentre mi da un piccolo bacio felice. Un bacio che finalmente mi toglie quel macigno che avevo sul cuore, è felice e io lo sono con lei.
Ancora non si vede nessuno in giro, facciamo colazione così, io in boxer con un’evidente erezione lei avvolta nell’asciugamano, il perizoma a stendere appeso allo specchietto del furgone, mangiamo guardandoci e sorridendo, senza parlare ma promettendoci cose con gli occhi. Sto sistemando la colazione quando sentiamo il rumore di un motore che si avvicina, è un vecchio camper scalcagnato, parcheggia a pochi metri da noi, scendono tre ragazzi e una ragazza, salutano, prendono la loro mercanzia e si posizionano sulla spiaggia.
“Forse è meglio se ci vestiamo”
“Peccato”
La guardo alzarsi dalla seggiolina da campeggio, l’asciugamano che copre e non copre le sue carni nude, lo lascia a terra appena entra nel furgone, gli sportelli sono tutti aperti, ma non se ne cura, cerca un costume incredibilmente piccolo e lo indossa, io ho un’erezione talmente vistosa che la vede scoppia a ridere e me la accarezza prima di riprendere l’asciugamano e dirigersi alla spiaggia. Mi affretto a sistemare tutto, indossare un costume, chiudere il furgone ed andare da lei.
La cospargo di crema, la sua pelle chiara non è abituata a questo sole, io invece ho la pelle scura dal sole e dei miei antenati del sud, si siamo una bella coppia assortita, lei alta magra bionda la classica bellezza scandinava, io grosso scuro di pelle e di capelli. L’applicazione della crema non ha fatto che aumentare la mia eccitazione, ma lei vuole riposarsi dopo la nottata quasi in bianco, mi sento in colpa e mi faccio un bagno per tranquillizzarmi.
Piano piano il posto si riempie, da paradiso privato diventa un luogo rumoroso ed affollato. Io avrei preferito un posto più riservato ma lei è felice e spensierata quindi va benissimo così. La giornata passa tranquilla, sole, acqua, un leggero spuntino a mezzogiorno. Quando il sole tramonta la spiaggia si svuota nuovamente, restano solo i ragazzi arrivati con il vecchio camper questa mattina presto, stanno organizzando per fare un falò sulla spiaggia, ancora una volta speravo che saremmo rimasti soli ma mi è andata male. Da fuori la guardo sul furgone che si cosparge di crema idratante dopo la doccia, la sua pelle ha già preso un bel colorito, i segni del costume sono evidenti, improvvisamente mi vengono in mente i ragazzi e il loro falò, chissà se anche loro vedono quello che vedo io, chissà se anche loro sono eccitati come lo sono io davanti a questo spettacolo di ragazza. La guardo infilarsi solamente un vestito leggero, sopra un minuscolo slip, poi prende due bottiglie di vino, la guardo stupito, lei sorride. “Ci hanno invitato al falò”
“Quando?!”
Sorride e non mi risponde. I ragazzi ci accolgono felici di conoscerci e del vino. Mentre beviamo, cantiamo, ridiamo, li guardo, sono tre bei ragazzoni abbronzati i capelli schiariti dal sole, mentre lei è una bellissima ragazza mediterranea, l’opposto della mia ragazza, tante curve generose, un seno prosperoso che cerca di uscire dalla camiciola che indossa, due cosce belle piene e un culo abbondante ma bello sodo. Non ho ben capito come sono associati tra loro, se lei è la ragazza di uno di loro o se è una amica o se addirittura è la ragazza di tutti e tre. Ma come io guardo loro, come guardo lei, loro stanno guardando la mia ragazza, stanno guardando me. C’è una tensione che si taglia con il coltello, c’è elettricità nell’aria. I ragazzi mettono su della musica e le ragazze subito si mettono a ballare davanti al fuoco, le movenze sensuali, vestiti svolazzanti a mostrare carne, gli sguardi carichi di promesse, anche i ragazzi iniziano a ballare, tutti si sfiorano, tutti si guardano, le ombre proiettate dal fuoco si mischiano tra loro in una unica… Io sono l’unico che non balla, li guardo dal limitare della luce, guardo i ragazzi ballare, strusciarsi tra loro, con lei, sono sudati, eccitati, ridono felici, lei mi vede, mi sorride e mi prende per mano, mi invita a seguirla, la seguirei ovunque.
Mi porta lentamente verso il furgone mentre si sentono risate e urla dal falò dietro di noi, saliamo e sto per chiudere i portelloni ma mi ferma, lo so dentro l’aria è ancora irrespirabile, devo coibentare meglio il furgone.
“Ma ci sono i ragazzi!”
“Spegni la luce”
Restiamo qualche secondo al buio, poi gli occhi si abituano, dai portelloni spalancati entra un pò della luce del falò, le loro risate, ma soprattutto l’aria fresca della brezza marina. Si sfila il vestito e si stende sul letto, in diagonale, nuda, braccia e gambe aperte, è un’offerta che colgo al volo. Mi tuffo attratto da quel piccolo cespuglietto ben curato, la mia lingua, le mie labbra, le mie dita conoscono quello scrigno magico, sanno come farlo schiudere e bagnare, le parole gutturali e sconosciute che mi dice, mi fanno capire che non è più arrabbiata con me, quando mi prende per i capelli per tirarmi su, so che questa vacanza gli sta piacendo. Entro dentro di lei mentre la bacio, i suoi umori e le nostre salive si mescolano nel più meraviglioso degli afrodisiaci, inizio a spingere avanti indietro con ritmo, le prendo le gambe e me le appoggio sulle spalle, per arrivare più in fondo, ogni affondo un urletto, ogni tanto una parola che non capisco, credo siano incitazioni, sento il furgone ondeggiare con le mie spinte, è come se mi aiutasse, come se volesse partecipare, cigola e si agita, quanto lei mugola e mi graffia la schiena. Mi commuovo quasi al pensiero del mio fedele collega di lavoro che partecipa al nostro amplesso. Poi penso ai ragazzi, al falò, difficile non sentano e non vedano il furgone ondeggiare, guardo nella loro direzione, non si sentono più le risate, non stanno più ballando, ma non riesco a vedere bene cosa fanno, lei scoppia a ridere e approfitta del mio momento di distrazione per rigirarmi e salirmi sopra. “Lasciali divertire, non sbirciare, guarda me!” Ora è lei che dirige il gioco, mi cavalca con calma, muove il bacino avanti indietro concentrata, il furgone dondola sulle sospensioni e segue la sua danza. Mi distraggo un attimo ancora, mi domando se le sospensioni dei camper siano più rigide… “Voglio una maniglia qui!”
La guardo, è bellissima, le mani appoggiate al soffitto per aiutarsi nella spinta, per tenersi, i capelli sciolti, i seni che dondolano morbidi al ritmo del suo bacino.
“Nessun problema, tutto quello che vuoi! ”
“Voglio anche un ventilatore che sto sudando”
Mi sollevo appena e con la lingua le lecco un seno sudato: “Ok mi sembra giusto”
Scoppia a ridere mentre aumenta il ritmo, sempre più veloce, poi rincomincia a parlare in svedese a dire cose che non capisco, improvvisamente fa silenzio, si blocca ed inizia a tremare tutta, come attraversata da una scossa, che dura qualche secondo, sta tornando alla normalità ma io non resisto più, la prendo per i fianchi e do due colpi forti da sotto, mentre la riempio grugnendo come un maiale, le scappa un altro urlo, che piano piano si affievolisce mentre la sento piano piano rilassarsi, poi mi fa un sorrisone dei suoi e si accascia di schianto al mio fianco.
Ci addormentiamo così, nudi, sudati, stanchi.
Più tardi mi sveglio, la guardo, bellissima, nuda qui al mio fianco, illuminata solo dalla luna piena che nel frattempo è sorta, esco dal furgone, così nudo come sono, devo fare pipì, mi allontano di qualche metro e la faccio contro un albero, il camper è ancora lì, ma il fuoco è spento, non possono non aver sentito e forse anche visto la nostra performance, ma non mi interessa, sto così bene in questo momento. Torno al furgone, gli accarezzo il cofano sorridendo, poi salgo e chiudo i portelloni, nel frattempo si è fatto fresco, mi rimetto a letto con lei.
Quando mi sveglio lei non c’è, apro il portellone e la cerco con lo sguardo, i ragazzi stanno preparando la colazione, sono mezzi nudi e spettinati tutti e quattro, come me d’altronde, uno mi indica il mare con uno strano sorriso, mi volto appena in tempo per vederla uscire dall’acqua, ma… è completamente nuda! È impazzita?
Mi infilo un paio di boxer e salto giù dal furgone allarmato, non è presto come ieri, corro verso di lei per coprirla, ma fortunatamente non c’è altra gente in giro, si voltano anche loro e la guardano in silenzio. Lei tranquilla raccoglie l’asciugamano e lo usa per asciugarsi avvicinandosi a me, si strofina, non si copre. I ragazzi la guardano sorridendo, poi riprendono a fare quello che stavano facendo prima, lei mi raggiunge, mi bacia felice e si avvia verso il furgone e il camper, strofinandosi i capelli, io rimango incantato dal movimento delle sue chiappe nude è a qualche metro da me, si volta sorridente mi dice: “Avevi ragione mi piace questo tipo di vacanza”
Scritto da: Pollo Ollop
Mi piace scrivere racconti erotici in cui mischio realtà e fantasia, hai letto un mio racconto? fammi sapere cosa ne pensi, consigli e critiche sono ben accette.