La prima notte di Mr Collins
Provo per la prima volta il genere fanfiction in chiave comica.
Il protagonista è il logorroico e pedante ecclesiastico William Collins di "Orgoglio e Pregiudizio"
Nel varcare la soglia della canonica di Hunsford sorreggendo il braccio nella sua sposa Charlotte, Mr Collins era il più felice degli uomini.
I motivi di questo sentimento erano molteplici e tutti ben chiari nella sua testa.Il matrimonio, celebrato il giorno addietro, era l’ultimo passo mancante per la sua realizzazione sociale e lo metteva in una condizione assai opportuna per un ecclesiastico del suo rango.
Inoltre questa unione corrispondeva perfettamente al desiderio della sua nobile patronessa Lady Catherine de Bourgh: essa infatti non solo lo aveva fortemente consigliato verso il matrimonio, ma aveva anche espresso il suo favore verso Miss Charlotte Lucas subito dopo averne raccolto qualche notizia.
Una piccola soddisfazione maligna che si aggiungeva al suo trionfo era, poi, quella di aver placato il disappunto generatosi al rifiuto della avvenente cugina Elizabeth.
Infine (e solo infine, dato che simili questioni passionali non devono prevalere nella mente di un ecclesiastico) egli era desideroso di adempiere per la prima volta al suo dovere coniugale.
Nonostante il loro matrimonio, infatti, fosse avvenuto il giorno precedente, gli sposi avevano convenuto di rimandarne di poco la consumazione; così che il tutto potesse compiersi nella comodità domestica anziché durante il loro viaggio dall’Hertfordshire.
Dal canto suo anche Charlotte era emozionata e impaziente di esplorare la sua nuova dimora.
Gran parte del pomeriggio gli sposi lo trascorsero dunque su e giù per la casa e per il giardino.
È indubbio che tale occupazione sarebbe potuta durare molto meno se il reverendo non si fosse sentito in dovere di aggiungere almeno un commento per ogni arredo della casa e per ogni pianta del giardino.
Tuttavia la sposa sembrò molto soddisfatta della sistemazione, e dopo una rapida cena si diresse subito in camera per cambiarsi mentre lo sposo si attardava nella lettura dei Salmi.
Charlotte si spogliò quindi dei sui abiti e, prima di infilarsi la camicia da notte, si sedette davanti allo specchio per sciogliere l’acconciatura e spazzolare i lunghi capelli.
La spazzola correva lungo la chioma mentre le mani portavano le varie ciocche a pender sulla schiena o sul voluminoso seno.
Qui i capelli solleticavano dolcemente i capezzoli intirizziti, più che dal freddo, da una certa eccitazione.
Dopo aver terminato la sua preparazione Charlotte si prese qualche istante per ammirarsi allo specchio.
Era compiaciuta del suo aspetto: le sue curve morbide compensavano tutto lo splendore che i suoi lineamenti molto comuni non erano in grado di offrire.
Il petto e il sedere erano ora ben valorizzati dalla luce delle candele che si rifletteva sulla sua pelle chiara.
Con una punta di trasgressione e un pizzico di vanità la ragazza riprese la spazzola per passarla anche sul folto ciuffo di peli posto fra le cosce.
Quelli più vicini all’entrata della sua virtù erano ormai piuttosto umidicci. Segno inequivocabile dell’eccitazione che naturalmente può provare una ragazza di ventisette anni all’idea del suo primo rapporto.
Sentendo alcuni rumori provenire dal piano inferiore Charlotte indossó rapidamente la camicia da notte e, senza curarsi di allacciarla fino all’ultimo bottone, si infilò fra le coperte.
Pochi istanti dopo alcuni educati colpi sulla porta annunciarono l’ingresso di Mr Collins.
Una volta entrato cominciò a sbottonarsi la tonaca con fare solenne. Una volta arrivato all’altezza della sua prominente pancetta, però, fu colto da un lieve imbarazzo.
Quindi si diresse verso il candelabro incerto sul da farsi, finché decise di spegnere tutte le candele tranne una.
«So bene, Mrs Collins che sarebbe in generale piú opportuno compiere questo tipo di attività con il buio completo,» disse il reverendo mentre nella penombra si liberava completamente della tonaca.
«Tuttavia credo che per fini pratici possa essere più conveniente non privarci dell’ausilio di un poco di luce per svolgere un’attività alla quale entrambi non siamo ancora per nulla avvezzi.»
Detto ciò si infilò anch’egli sotto le coperte rimanendo in maglietta e mutandoni; poi strinse la moglie in uno sgraziato abbraccio poco convinto.
«Noto con piacere che avete indossato la camicia da notte,» aggiunse «ho sentito che è costume di alcune donne non fare altrettanto, ma ciò non sarebbe certo adeguato per persone della nostra levatura sociale, le quali apprezzano profondamente il valore del pudore, non trovate?»
Charlotte si limitò a convenire con un cenno del capo.
«Ripensandoci mi scuso se, per un istante, vi sia sembrato che io avessi voluto con il mio commento dubitare della vostra educazione.
Tuttavia lasciatemi dire che se l’impudicizia è un peccato vile e volgare, anche l’eccesso di riguardi in tal senso è un comportamento contrario all’intimità a cui il matrimonio ci ha disposto.
Vi consiglio dunque di non essere troppo solerte nel ricoprirvi qualora, durante l’atto, la veste dovesse alzarsi troppo, o se uno dei vostri seni dovesse accidentalmente fuoriuscire dalla scollatura».
«Le vostre parole sono molto ragionevoli» fece la moglie con fare incoraggiante.
Il marito, tuttavia, aveva ancora altre premure da rivolgerle.
«Non siate preoccupata da quanto sta per succedere mi cara Charlotte. Grazie alla mia istruzione ho avuto modo di leggere alcuni libri sull’argomento e so che per una damigella il primo rapporto può provocare un certo dolore.
Tuttavia sarò cauto e premuroso per quanto le dimensioni del mio vigore lo consentano.
Ad ogni modo qualora le sensazioni provate siano per voi troppo forti non esitate a manifestarlo e io provvederò ad essere meno irruento; certo però senza venire meno al dovere che ci è proprio.
E se la vostra natura vi porterà ad abbandonarvi a suoni molto forti non temete di produrli: i vetri sono ben chiusi e dubito che vi siano parrocchiani tanto acuti d’udito da poter riconoscerne con precisione la natura e la provenienza».
Charlotte si limitò a sorridere, compiaciuta e allo stesso tempo stanca di tante attenzioni.
«Siete dunque in una posizione confortevole, cara moglie? Non vorrei che vi affaticaste troppo dovendo mantenervi ferma per tutta la durata del nostro rapporto.
Credo proprio che a tal fine il cuscino su cui avete poggiato la testa sia quantomai adeguato.
Non ne ho dubbi, in quanto è stata la stessa Lady Catherine a farmene dono consigliandomene espressamente l’uso per la prima notte di nozze.
La gentilezza di Lady De Bourgh è veramente impareggiabile. Ma mi voglio raccomandare affinché quando la incontrerete domani vogliate, sì, ringraziarla per il cuscino, ma senza offrirle dettagli su quanto è stato favorevole alla nostra unione. Sono sicuro, infatti, che una simile confidenza sia inopportuna verso una donna del suo rango.»
A questo punto Charlotte era più spazientita che altro, non diede dunque alcun segno di risposta ma si limitò ad aprire le gambe sotto le coperte.
«Ammiro che alla mia sposa non manchino né il coraggio né l’iniziativa,» disse posizionandosi fra le gambe aperte «é dunque venuto il momento di cominciare.»
Detto ciò Mr Collins entrasse il suo modesto membro dai mutandoni e poggiandosi faticosamente su un braccio lo appoggiò contro la vulva ormai resa fradicia dall’attesa.
La concentrazione necessaria al corretto inserimento lo costrinse a qualche istante di silenzio.
Silenzio che fu interrotto questa volta da Charlotte che, con un lieve singhiozzo, salutò la verginità che da troppo tempo l’accompagnava.
Fu un saluto molto meno doloroso di quanto si aspettasse.
Mr Collins si stava apprestando a commentare qualcosa quando, prudentemente, la moglie lo attirò verso di sé e, unendovi le proprie labbra, costrinse le sue a tacere.
Dopo un’intero minuto di entusiasmo Mrs Collins cominciò a chiedersi se le deboli sensazioni che avvertiva là sotto fossero più o meno piacevoli.
Dopo un’ulteriore minuto sentì il respiro del marito farsi un poco più affannato, poi egli si interruppe e si riposizionò coricato al suo fianco.
Dall’espressione di trionfo dipinta sul volto sudato del marito Charlotte capì che il suo dovere era stato ormai compiuto.
Spero che gli estimatori di Jane Austen abbiano apprezzato
Scritto da: Fiabeggiatore
Non c'è fantasia che soddisfi quanto la realtà; ma non c'è realtà che non desideri essere superata dalla fantasia