La roulette russa del pompino
La roulette russa del pompino
L'occasione si presentò pochi giorni dopo, quando inaspettatamente Alba si trovò casa
libera per una notte perché i suoi genitori andarono in un'altra città lontana molte centinaia
di km per un funerale di una persona di cui, per altro, non gli fregava niente, una di quelle
cose che devi fare ma che ne faresti volentieri a meno. A noi restò casa libera per 36 ore,
con in mezzo una notte dove avevamo intenzione di fare follie, e dove io sarei andata
ufficialmente a farle compagnia per cena e e avrei dormito li, quindi nessun problema di
non far scoprire che dormivo fuori. Giò e Tommy sarebbero venuti dopo cena e se ne
sarebbero andati a fine festino, senza grandi timori di venire scoperti perché la casa in
questione era un po' fuori città e l'unica vicina era a più di 500 metri e per di più era una
anziana che come calava il sole chiudeva tutte le finestre e alle 21 se ne andava a letto: in
pratica una situazione più che ideale. Organizzare la cosa era stato divertente, avevo
creato un gruppo Whatsapp e una volta tutti dentro avevo scritto solo "Alba, diglielo", e da
li era esploso il finimondo.
Il finale del pomeriggio per noi due passò con molta eccitazione, ma non volevamo
cominciare prima dell'arrivo dei maschietti, "per non rovinarci l'appetito", come diceva
Alba, con il risultato che tutte e due avevamo una voglia indiavolata fino dalle 18, e la
pizza la mangiammo parlando di sesso. I due ragazzi arrivarono a casa di Alba vestiti
come per una grande occasione, mentre l'idea di noi ragazze era che di vestiti ne
avremmo fatto a meno abbastanza in fretta. Io mi ero depilata completamente, memore
della figuraccia fatta nell'occasione precedente in cui ci eravamo leccate con quella che al
momento quasi consideravo "la mia ragazza", e indossavo apposta roba provocante,
canotta senza reggiseno, una gonna corta e svolazzante e niente intimo – volevo vedere
cosa sarebbe successo tra le gambe dei ragazzi quando se ne fossero accorti, ma anche
per Alba era una sorpresa e volevo vedere come reagiva – mentre Alba aveva un top che
lasciava completamente scoperta la schiena e a stento le copriva i deliziosi seni e dei
pantaloni corti di tessuto nero lucidissimo.
I due maschietti erano arrivati abbastanza presto, al punto che sul tavolo c'erano ancora i
cartoni delle pizze che avevamo ordinato e mangiato per cena noi due e le bottiglie di birra
che avevamo bevuto per mandarle giù, e non erano venuti a mani vuote, si erano portati
altre birre: nel giro di poco il gruppo non era ubriaco ma era "allegramente sobrio" e con i
freni inibitori completamente allentati.
Fu a quel punto che Alba sganciò la bomba: "ho in mente un gioco per stasera, un bel
gioco, vi interessa?". Tommy come un boccalone ci cadde in pieno, e con faccia un po'
contrita disse che aveva in mente di meglio che giocare a qualche gioco da tavolo,
beccandosi una gomitata nelle costole da Giò che aveva invece ben capito in che
direzione andava il discorso, ma Alba si mise a ridere e proseguì "tranquillo che il gioco
che ho in mente si fa senza vestiti addosso!", rianimando Tommy immediatamente, e
proseguì "lo chiameremo 'la roulette russa del pompino', e le regole sono queste. I due
maschietti si siedono sul mio letto, Silvia e io ci inginocchiamo davanti e li prendiamo in
bocca cominciando a darci da fare e ci scambiamo ogni 40 secondi. La sfida è non farli
venire, perde chi fa venire il suo per prima. La abilità è non farli venire nei propri 40
secondi ma portarli sull'orlo alla fine del proprio tempo, in modo che quando l'altra ci mette
le labbra non si riescano a trattenere. Chi perde dovrà ingoiare tutto, fino all'ultima goccia,
e poi trasferirsi sull'altro e farlo venire e ingoiare tutto anche da lui, e alla fine dovrà
leccare la vincitrice fino all'orgasmo. Chi perde non potrà venire per tutto il gioco, nessuno
le toccherà ne la fighetta ne il buchino dietro, mentre lei dovrà far venire gli altri di bocca o
di mano ogni volta che lo chiederanno."
A dire il vero ero un bel po' preoccupata, avevo fatto qualche pompino in precedenza ma
mai mi ero fatta venire in bocca, e tanto meno ingoiato: avevo sempre finito con la mano, e
non avevo idea se la cosa sarebbe stata di mio gradimento in caso avessi perso – tanto
più che chi perdeva non avrebbe avuto orgasmi. "Non ho mai avuto lo sperma in bocca,
ne ho ingoiato... non so se ci riuscirò" dissi con aria un po' impaurita, la risposta di alba
causò l'immediato rigonfiamento delle patte dei pantaloni dei due ragazzi, che già erano
delle discrete collinette per l'attesa del gioco che li vedeva comunque sempre vincitori:
"Non avevi neanche mai leccato una fica, e ti è piaciuto parecchio mi pare" seguito da un
occhiolino. I gemiti dei maschietti ci dicevano che non farli venire sarebbe stata una bella
impresa, la mia "leccamica" stava complicando la vita parecchio ad entrambe con quella
frase.
I due "io ci sto" contemporanei misero tutta la serata nelle mie mani, e non volevo fare la
parte di quella che manda tutto in vacca, quindi sia pure con una paura fottuta (ma con la
figa fradicia) acconsentii, e invitai tutti a spogliarsi. Lo fecero, mentre guardavo godendomi
lo spettacolo, e poi sganciai la mia bomba, e alzai la gonna mostrando la fighetta depilata
non coperta dagli slip: "io farò presto a spogliarmi" con una risata nervosa. Dio, adoravo la
sensazione di essere stata nuda mentre gli altri non lo sapevano, e le facce
"sbigottitamente arrapate" di tutti e tre mi dissero che anche loro stavano gustando la
cosa. Mi spogliai nuda anche io, sistemammo uno smartphone in modo che facesse un
avviso ogni 40 secondi e tutti presero posizione, io davanti a Tommy e Alba in ginocchio
davanti a Giò. Sapevo per esperienza che il gran cazzone di Tommy ci metteva un po' più
di quello standard del suo compare a venire, dovevo cercare di sfruttare il vantaggio, ma la
posizione non era strategicamente buona: Alba mi avrebbe sicuramente passato un cazzo
più vicino all'orgasmo, dovevo darmi da fare di brutto per passargli il mio pronto a venire.
"Pronti? Via!"
Succhiavo e leccavo come una matta, facendo gemere il proprietario del Calippo che
stavo spompinando, ma lui voleva prolungare l'attesa e cercava di rimanere concentrato e
non venire. "PING!" il segnale, rapide ci scambiammo di posto, e trovai il cazzo di Giò
pieno di saliva e saporito di precum. Rallentai, cercando di preservarlo, avrei accelerato
solo negli ultimi secondi per cercare di spingerlo a stare per venire. I turni si succedevano,
due, tre, quattro volte, alla fine avevo in bocca il cazzo di Giò quando esplose. Merda,
avevo perso! Lui urlò "VENGO!", interrompendo subito l'azione di Alba... maledizione,
toccava bere anche da Tommy. Gli schizzi si succedevano, potenti, caldi e cremosi, il
sapore era meglio di quello che temevo, acidulo ma tutto sommato non ne ero disgustata
(prima di cominciare avevo avuto paura di vomitare se fosse successo). Ne feci mio
malgrado una scorpacciata, il buon Giò evidentemente si era preservato per la serata
senza farsi seghe, e mi fece bere una quantità esagerata di sperma. Ripulito il suo cazzo
passai a spompinare Tommy, con il suo cazzo non lunghissimo ma dal diametro che quasi
mi forzava la bocca, e anche lui mi riversò in gola il suo sperma. Più dolciastro di quello
del suo amico, e in quantità anche maggiore. Continuava a schizzare, e io dovevo
continuare a inghiottire.
L'ultimo schizzo me lo tenni in bocca, e mi trasferii sulla figa di
Alba che nel frattempo si era messa a gambe larghissime sulla cima del letto, facendosi
guardare la fighetta nell'attesa (forse per quello entrambi mi avevano riversato una caraffa
di sperma in pancia?) e lasciato l'etero passai al lesbo, avvicinando la faccia al sesso
profumato della mia amichetta, lasciandoci colare sopra dalle labbra l'ultimo schizzo di
sperma che avevo tenuto in bocca per poi riprenderlo con la lingua e inghiottirlo come da
regole del gioco. La cosa fece gemere tutti e tre gli altri. I maschietti tornarono
miracolosamente in tiro, e cominciarono a segarsi guardandoci. Alba si contorceva e
gemeva, ma cercava di rimandare l'orgasmo il più possibile, e dovetti impegnarmi al
massimo per farla esplodere. Quando ci riuscii i due ragazzi vennero in contemporanea,
forse per lo spettacolo erotico che stavamo dando, e mi schizzarono sui capelli e sulla
schiena, sentivo il loro seme caldo che scorreva sulla mia pelle e lo adoravo.
La serata proseguì con me che leccavo e succhiavo ogni volta che me lo chiedevano,
accumulando una voglia repressa che mi dava quasi il mal di pancia e sborra e succhi
vaginali praticamente su tutto il corpo, piante dei piedi comprese.
All'una i ragazzi ci lasciarono, dicendo che eravamo le migliori del mondo e che volevano
continuare a fare queste serate. Le migliori del mondo probabilmente significava "le più
troie che conosciamo", ma la cosa mi stava benissimo, quella estate volevo che andasse
così. Rimanemmo sole, io ero imbronciata e mi tenevo la pancia: "mi è venuto il mal di
pancia per la voglia e sono piena di sperma ovunque, ho bisogno di una doccia. Non
voglio più fare una serata dove mi eccito così e poi non posso venire!" e mi diressi
mestamente in bagno. Stavo entrando nella doccia quando sbucò Alba: "povera Silvietta, ti
ho giocato un brutto tiro vincendo, ma il gioco è finito. Ora puoi venire" e si chinò leccando
tutto il mio corpo coperto di seme fino a inginocchiarsi e raggiungere la vagina, dove
cominciò a mandarmi in paradiso.
Autore: [email protected]
Raccolte / AlphaMaster