Una stupida ripicca. Secondo capitolo
Se vuoi che le sborri dentro e in bocca, significa che poi lei deve gratificare un cornuto con il mio sapore.
Mentre tutti si divertono, io proseguo nella mia ricerca e,
quando ho individuato, fra gli amici dello sposo, il potenziale stallone, è di
nuovo Flavia che mi blocca.
«No, piccola! Non adesso e non così. Saresti solo una troia
che fa le corna al marito. La tua deve essere una azione più raffinata e
diretta».
Passiamo il resto del giorno a divertirci e poi si torna a
casa. Due giorni dopo, sono a casa di mia suocera assieme ad Angela e Sara.
Dopo un momento di chiacchiere e risate varie, ci siamo ritrovate tutte e
quattro sul letto a leccarci a vicenda. Angela mi ha penetrato con un cazzo
finto enorme. Mi sono sentita piena e dilatata e, mentre godevo come una vacca,
ho leccato mia suocera, che stava facendo morire Sara. Abbiamo goduto a lungo e
in maniera assolutamente soddisfacente. Più tardi, le due amiche se ne sono
andate e Flavia mi ha condotto con lei, dentro la vasca idromassaggio. Sedute
ed abbracciate abbiamo parlato. Lei mi accarezzava, tenendomi stretta fra le
sue braccia.
«Adesso, ti sei resa conto che non serve mettersi a litigare
con due idioti come i nostri mariti? Che ti avevo detto? Dopo domani, nel
pomeriggio passo a prenderti, diciamo alle quindici. Ti vestirai in modo molto
semplice: una gonna con autoreggenti ed un maglioncino a V e niente altro, se
non un bel paio di scarpe dai tacchi alti. Ti porto a fare la conoscenza di una
persona speciale. In occasione della prima volta che metti le corna a tuo
marito, devi farlo con questa persona. Vedrai, ti piacerà. Inoltre, mi
piacerebbe avere un nipotino. Comprendo benissimo che la cosa ti mette in
subbuglio, ma, credimi, non sarà una cosa spiacevole. Io stessa ho messo al
mondo mio figlio che avevo la tua stessa età e posso affermare che per questi
imbecilli che abbiamo come mariti è il massimo della loro contentezza.
Crederanno di essere gli artefici del loro perfetto matrimonio, ma non sapranno
mai che questo è il risultato di un bel periodo di corna intense e molteplici».
La guardo incredula. Cerco di mettere a fuoco le sue parole,
ma lei mi bacia e chiarisce ogni mio dubbio.
«Amore mio, credi che tuo marito sia figlio del mio? Nulla
di più sbagliato! Dopo innumerevoli insistenze di mio marito che voleva un
figlio, ho deciso che lo avrei accontentato, ma a modo mio. Ho selezionato sei
maschi di vario genere. Tutti della stessa corporatura di mio marito, stesso
colore degli occhi e capelli, ma con dei cazzi da favola. Poi ho aspettato la
mia settimana di massima fertilità e mi sono fatta sbattere, a più riprese, da
tutti e sei separatamente, poi per finire da tutti e sei insieme,
contemporaneamente, facendomi inondare l’utero dalle loro sborrate colossali.
Di seguito mi sono fatta scopare due o tre volte da mio marito, tanto per
illuderlo sulla paternità, ma era già tutto fatto. Tuo marito non è suo figlio,
ma lo ha cresciuto con le sue idee stupide, per questo sembra che sia suo, ma
sta tranquilla che non lo è di sicuro. Adesso, per un po’, ti diverti poi,
quando ti sentirai pronta, selezioneremo insieme un bel gruppetto di cazzi e ti
fai ingravidare, così avrai modo di prenderti tutte le rivincite che meriti,
per avere come marito un uomo così ottuso».
La guardo stupita ed ammirata. Non credevo che si potesse
arrivare a tanto, ma, in considerazione delle tante porcate ricevute, questo è
proprio il modo più sottile e perverso per assaporare una bella rivincita:
prendermi delle libertà, per mettere in pari la bilancia delle carognate.
«Farò tutto quello che mi consiglierai tu. Mi rimetto nelle
tue mani e son sicura che non mi deluderai. Da quello che mi ha detto Sara,
anche lei ha usato questo sistema per fare un figlio, ma davvero anche tuo
nipote è un imbecille proprio come suo padre ed i nostri uomini?»
Lei mi sorride, mi abbraccia e bacia con passione.
«Con Sara le cose sono state addirittura meglio. Suo marito
non si è mai reso conto di non averla messa incinta, per il semplice motivo
che, quando la scopa viene quasi prima di metterlo dentro. Non avrebbe mai
potuto inseminarla. Quando lei gli ha comunicato di essere incinta, lui ha
fatto un tale salto di gioia che lo stesso suo padre si è chiesto come potesse
aver fatto. Naturalmente anche Angela ha fatto in modo che il figlio non fosse
del tutto di suo marito. Di questo però non siamo sicure. Quando è rimasta
incinta, scopava di brutto sia con suo marito che con due amanti fissi che le
inondava la vagina con fiumi di sborra».
Passo il tempo che mi separa dalla prima scopata con un
altro uomo, in maniera molto tranquilla e serena. Il mercoledì, scopro che mio
marito e suo padre resteranno fuori per tutto il giorno e saranno di ritorno in
serata. E' allora che mi viene a prendere Flavia e, dopo un tragitto di quasi
un’ora, si ferma davanti ad un palazzo della città vecchia e mi dice di salire
al terzo piano, di entrare in una certa porta, dove c’è una persona che mi
aspetta e di ubbidire a tutto quello che lui mi chiederà di fare. Sono eccitata
e intimorita nel contempo, ma la curiosità e la voglia hanno il sopravvento ed
entro decisa. Appena dentro, mi trovo in un luogo silenzioso ed in penombra. Di
colpo, una voce dal buio mi ordina di spogliarmi nuda. Eseguo, poi mi sento
toccare con una mano; quando mi volto, mi trovo davanti un signore di circa
cinquant'anni, ma cieco. Resto per un attimo interdetta. Lui mi parla con
dolcezza e mi chiede di accompagnarlo nella stanza da letto. Entro e mio
ritrovo vicina ad un bel letto, in una stanza fresca e pulita. Lui mi chiede di
spogliarlo e, quando abbasso i pantaloni e gli slip, scopro il più bel cazzo
che abbia mai visto. Lungo oltre i venti cm., ma grosso e nodoso. Le vene sono
gonfie e la cappella sembra una fragola grossa e matura. Vedo due palle che
penzolano grandi e piene. Lui mi fa distendere, poi prende a leccarmi,
portandomi subito ad un primo orgasmo; vengo, urlo e poi cerco di inserirlo
tutto in bocca. Godo e succhio quel palo, che sembra crescere a dismisura. Si
gonfia sempre più nella mia bocca, che, ad un certo punto, fatica ad ingoiarlo.
Lui mi lecca ed esorta a succhiarlo tutto.
«Brava…succhialo…bene…da…brava…leccalo tutto, che te lo
pianto dentro, fino in fondo».
Godo di un nuovo orgasmo. Lui mi lascia il tempo di
assaporare il piacere che mi sta facendo provare, poi mi rigira e si mette fra
le mie cosce aperte e dilatate per penetrarmi al meglio. Sento la cappella
sfiorare le grandi labbra. Ci gioca un po', lo fa scorrere su e giù lentamente,
fino a farmelo desiderare; allora lo imploro di prendermi.
«Lo voglio… dentro! Dai scopami…non resisto… dai…entra!»
Per un attimo si ferma immobile, poi spinge quel mostro di
carne viva e pulsante, tutto dentro di me. Impazzisco nel sentire che mi apre e
dilata le pareti della mia vagina, che è felice di farsi sfondare tutta. Arriva
tutto dentro con un movimento lento, ma costante. Lo sento sbattere in fondo e
mi provoca un orgasmo che mi fa tremare tutta, come sotto una scossa elettrica.
«Che…meraviglia! Ti…sento! Aprimi tutta! Cazzo! Vengo!
Vengo! Vengo!»
Resta immobile, poi comincia a pomparmi in maniera
sconvolgente. Ogni affondo è diverso dal precedente. Una volta lo spinge
velocemente, un’altra lentamente, ancora ne spinge metà e poi affonda di colpo,
lo ruota, lo spinge a scatti alternando velocità a lentezza. Mi fa impazzire.
Ben presto non so più quante volte gli ho detto che godevo. Cambiamo molte
posizioni. Di lato, sopra, da dietro, a pecora, godo, e lui sembra
instancabile. Alla fine ho perso il conto sia del piacere provato che del tempo
trascorso e, dopo l’ennesimo orgasmo, mi sento addosso una mano che mi fa
sussultare. E' Flavia, seduta accanto a me sul letto. Non l’avevo nemmeno
sentita entrare.
«Vedo che Antonio sta facendo un buon lavoro. Dai,
meraviglioso stallone, finisci di sfondare questa giovane puledra; falle una
bella schizzata di seme dentro e un po’ anche in bocca»
Lui ride divertito.
«Flavia, femmina meravigliosa, ti ho sentito entrare, e mi
aspettavo la tua partecipazione. Se vuoi che le sborri dentro e in bocca,
significa che poi lei deve gratificare un cornuto con il mio sapore. Allora vi
accontento subito».
Appena finito di parlare, mi chiava con molto impeto e, ben
presto, lo sento arrivare dentro di me, e l'impressione che ne ricavo è quella
di un bollente fiume in piena. Mi scarica dentro, cremosi getti di sborra e poi
lo estrae. Giro il capo e me lo trovo davanti; giusto il tempo di infilarmi la
cappella in bocca ed ecco altri fiotti, abbondanti e cremosi. Lecco e succhio
fino all’ultima goccia, sotto lo sguardo compiaciuto di Flavia, che mi osserva
con occhi languidi. Raccolgo in bocca tutta la sborra che esce da quel
meraviglioso strumento di piacere e, prima di ingoiarla, mi sposto verso di lei
e la bacio con passione, facendole assaporare il gusto del maschio che ho
appena succhiato. Limoniamo un poco, poi lei mi porge gli abiti e mi invita
rivestirmi, perché è ora di tornare.
«Grazie Antonio. Ero certa che non avresti deluso questa
giovane troietta, desiderosa di godere e, da quello che ho assaggiato, è sempre
un piacere gustare il tuo seme. Ti ho lasciato una busta in sala e ti ringrazio
di tutto».
«Flavia, meravigliosa creatura! Lo sai che da te non voglio
nulla in cambio. Mi fa sempre piacere esserti utile e credo che anche tu, ogni
tanto, dovresti approfittare di questi piacevoli momenti».
Lei lo ringrazia e poi ci avviamo verso casa. Ho mille
domande, ma sono stanca e lei mi annuncia che ne parleremo domani. Quando mi
lascia davanti a casa, mi ricorda di non fare nulla per nascondere il profumo
di maschio e sesso che ho addosso, tanto il cornuto non se accorgerà. Mi
rammenta di baciarlo con passione, stando ben attenta a scoprire se, per caso,
anche lui profuma di femmina. In genere, quando i nostri uomini se ne vanno
insieme, finiscono sempre per scoparsi qualche puttana, e, a volte, anche la
stessa, prima uno poi l’altro. Entro in casa e lo trovo seduto sul divano con
una birra in mano, intento a seguire una partita di calcio, fra due squadre
tedesche. Giro dietro al divano, lo accarezzo sulla testa e mi allungo verso il
suo collo. Sento un profumo diverso dal mio, gli metto una mano sulla guancia e
lo costringo a girarsi: lo bacio con trasporto, infilando con decisione la mia
lingua nella sua bocca. Per un momento appare sorpreso, ma poi risponde al
bacio, giocando solo per un attimo con la mia lingua, poi si stacca in maniera
un po’ più brusca. Sono al massimo della tensione, ma lui non si è accorto di
nulla.
«Scusami amore, ma voglio finire di vedere questa finale di
calcio tedesco».
Mi allontano e vado in camera. Dentro di me sono felice e
concordo con mia suocera che è davvero ottuso e imbecille: non si è accorto che
avevo in bocca il sapore di un altro cazzo! Una breve doccia e me ne vado a
letto stanca, ma non mi addormento subito; rifletto sul fatto che era in tuta,
mentre raramente, quando torna, si cambia. Circa una mezzora dopo viene a
letto, fingo di dormire e poi, quando lo sento che si è addormentato, vado in
bagno e cerco i suoi indumenti nella cesta dei panni sporchi. Trovo slip e
camicia. Li osservo con attenzione e trovo la conferma ai miei sospetti. Sul
bordo inferiore della camicia, ci sono visibili tracce di fondo tinta e nel
risvolto degli slip un segno di rossetto. Torno a letto e mi riprometto di non
lasciare che questo episodio resti impunito.
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