Viva gli sposi!

Come promesso torniamo con i nostri amici Laura e Giuseppe.

La volta scorsa ci avete raccontato un episodio molto particolare: una proposta di matrimonio insolita. Laura, la vuoi ricordare per chi ci legge?

L: Si, eravamo in un campo a fare sesso all’aperto. Era sera e stavamo tornando da una cena. Si è avvicinato un signore per guardare. Giuseppe gli ha lasciato il posto, diciamo così, e mi ha fatto concludere quel signore. Giuseppe era molto eccitato e mi ha detto che un’altra così, con gusti così affini non l’avrebbe trovata mai più. Quindi mi chiese di sposarlo.

Giuseppe è stato solo quello il motivo? Eravate anche innamorati penso.

G: Naturalmente. La nostra è stata una passione dirompente da subito, non deviata, ma anzi amplificata dalla trasgressione sessuale che abbiamo condiviso e che condividiamo. Ci siamo amati moltissimo in tutta una vita.

Quindi veniamo al matrimonio. Un matrimonio convenzionale? Tanti invitati? .

L: Si, e nonostante non più così pura, avevo un bel abito bianco estivo. Un po’ osé. Mi criticarono infatti.

Perché?

L: Era un abito corto, gonna ampia ma sopra il ginocchio e poi ho sempre avuto un seno generoso e lo misi in mostra con una bella scollatura. Avevo anche le spalle scoperte. Un abito da mare. Misi una specie di soprabito in tulle per la chiesa.

Sarai stata molto bella e anche eccitante immagino. Insomma quello che eri doveva emergere anche sull’altare.

Mi viene spontaneo chiedere. Avrete fatto sesso con qualcuno, sbaglio?

L: Sì, il nostro matrimonio nell’idea che avevamo, doveva essere la celebrazione di ciò che eravamo. I fatti decidemmo che non mi sarei messa le mutandine. E che sarei stata a disposizione di chiunque.

G: Volevo una festa in grande per la mia mogliettina mignottina.

E così è stato?

G: Sì!

Come avete organizzato tutto?

G: Sai, di Laura e della vita di scambio che facevamo lo sapevano già in tanti. A parte il mio amico mister E e mio fratello P, avevo già condiviso Laura con altri. C’erano i nostri compagni di università che ovviamente sapevano. Cosi come alcuni colleghi e i miei cugini.

Quindi era già noto che Laura fosse… aperta. Non vi imbarazzava?

G: No, al contrario. Sull’altare guardai i miei testimoni: mio fratello minore e il figlio del più caro amico di mio padre. Sapere che mia moglie conosceva alla perfezione i loro uccelli mi fece eccitare molto e mi venne duro allo scambio degli anelli.

Sapendo che era “espansiva” non è stato difficile proporla agli invitati, immagino.

G: Esatto… feci circolare la voce “facciamo la festa a Laura, state pronti oggi”. Si creò una bella aspettativa.

Laura racconta tu!

L: E’ successe di tutto. Complice anche l’alcol. Durante il pranzo seduti fu tutto tranquillo. L’unica cosa che ci permettemmo fu un pompino fatto a Giuseppe mentre gli ospiti si sedevano e noi finivamo il servizio fotografico. Andammo in auto. Ci vide ovviamente l’autista, e rimase pure a guardare.

E dopo?

L: Dopo iniziò la festa vera e propria. Avevamo scelto un ristorante elegante, con delle camere al primo piano della villa. Ne avevamo affittate alcune per la prima notte e altre per “servizio” (lasciare gli addobbi, vestiti, regali). Il primo piano era tutto per noi. Con una scusa salii su. Giuseppe avvisò gli altri di dove si trovava la stanza. Mi misi sul letto e non tolsi volutamente l’abito. Lo alzai ed aprii le gambe. Poi Giuseppe iniziò a portare dentro in camera ospiti. Ricordo solo la prima volta che si aprì la porta. Perché poi non mi accorgevo più. Salivano in tanti e me li trovavo lì davanti. La stanza era pienissima ad un certo punto.

E immagino anche ad un certo punto anche tu eri pienissima! Chi furono i primi?

L: Ahaha, sì, piena e felice. I primi furono Giuseppe, i due testimoni (suo fratello minore e l’amico di famiglia), suo fratello maggiore F e mister E.

G: Fu molto eccitante. La penetrai davanti ai miei fratelli e ai miei più cari amici. Tutte persone con le quali ero cresciuto. Poi iniziarono loro. A turno.

Poi si sparse la voce. Arrivò persino mio zio. Un imbarazzo notevole. Da quando era scomparso nostro padre, la figura di riferimento era lui. Si sbottonò i pantaloni e si fece fare un pompino davanti a noi. Lo ricordo in piedi accanto al letto, con l’uccello in bocca di Laura che le toccava i capezzoli. Le venne in faccia. Una scena fortissima! Mio zio era l’autorità familiare e lo vedevo lì a gettare sperma sulla faccia di mi moglie.

L: Un pisello enorme lo zio. Sai che facevo quasi fatica a tenerlo in bocca?! Mi andava sempre in fondo in gola la cappella. Glielo feci notare tempo dopo.

Laura ti riempirono per bene!

L: Si, salì anche qualche cameriere, i mariti delle mie amiche. I cugini di Giuseppe. Poi quando erano tutti mediamente ubriachi mister E e il fratello di Giuseppe mi portarono in giro. Mi presero uno una gamba e l’altro l’altra. Io avevo le braccia attorno al loro collo. Tenevano le gambe aperte. Mi portarono da una stanza all’altra. Ricordo che ridevamo, ridevamo sacco. Poi giù dalle scale. E lì iniziarono a fare scherzi.

Di che tipo?

L: Continuavano a tenermi con le gambe aperte e il vestito alzato, con la vagina esposta e le tette ormai fuori. Poi qualcun altro chiamava gli ospiti, soprattutto quelli più seri ed anziani, e li facevano entrare nei bagni. Dove vedevano me così.

G: Chiamarono anche il mio primario e il preside della scuola dove Laura faceva il medico scolastico.

L: Mi videro tutti la vagina e oscenamente esposta.

Un imbarazzo terribile.

G: Esagerammo, ma ricordo che ci guardavamo in faccia e sorridevamo.

Il momento peggiore?

L: Credo quando qualcuno ebbe la pessima idea di portare i miei nonni. “Vostra nipote vuole darvi la bomboniera”. Loro vennero ingenuamente. Io appena sentii la loro voce da dietro l’angolo mi tirai su il vestito e riuscii solo a coprire i capezzoli. Ma mi videro comunque a gambe aperte. Con il fratello di Giuseppe che tra l’altro mi stava infilando delle dita. Mia nonna si coprì gli occhi. E mio nonno, al quale ero affezionatissima rimase sconvolto “Lauretta ma ti sta toccando lì! Cosa fai?!”.

Un momento bruttissimo!

G: Si, suo nonno non le parlò più per qualche mese. Anche perché in quel momento purtroppo Laura venne.

Vuoi dirmi che hai raggiunto l’orgasmo davanti a tuo nonno?

L: Non del tutto, ma si, ero così imbarazzata e piena di alcool che, appena mi resi conto che mio nonno mi stava guardando allibito, ero così sconvolta che persi ogni freno, ogni controllo e… è brutto da dire ma venni, spruzzando parecchio.

G: Schizzò l’abito grigio di suo nonno che era accanto a me. Io ridevo e mi diede una sberla “a mia nipote, tua moglie non fai questo!”. A me non parlò più fino alla sua morte. E me ne sono sempre dispiaciuto perché era un uomo molto per bene. Con Laura si riappacificarono. Dava la colpa a me, e forse aveva ragione.

Come ti sei sentita vista da tutti fare la … zoccola – ormai possiamo dirlo.

L: E’ stato molto eccitante. Il preside a scuola mi vedeva nei corridoi e non mi salutava dopo avermi vista così in mostra.

Quanto è andata avanti questa festa hot?

L: Ad un certo punto arrivarono le mie amiche. La voce si era sparsa “la sposa è nei bagni”. Gli ospiti più anziani e più seri erano sconvolti e tornavano dopo avermi vista al tavolo in silenzio, mi dissero. Ma i giovani venivano a frotte. Ricordo che mi facevano bere champagne mentre mi tenevano sempre così sospesa. Ad un certo punto mi venne da far pipi. E anche lì mi portarono nel bagno degli uomini. E mi obbligarono a far pipi voltata in modo che chi apriva la porta del wc vedeva il mio sedere e … sì insomma, mi vedeva bene far pipi. Tennero la porta aperta e iniziarono a chiamare altri ospiti. Obbligandomi a trattenerla e a farla in base a chi entrava.

Come è finita? Un matrimonio memorabile

L: Cercai di ricompormi, ma era impossibile. Trucco sbavato, capelli sfatti. Abito evidentemente sporco di tutto. Le mie amiche e mia madre mi portarono in stanza. Mia madre si prese cura di me. Sapeva tutto e sa tutto della mia sessualità spinta. E mi ha sempre sostenuta “ogni lasciato è persa” mi diceva. Mi confessò che a vedermi così aperta come mi aveva vista con i due fratelli di Giuseppe che mi mostravano e mi toccavano davanti ad altri, aveva provato invidia oltre che vergogna per me. Mi pulì la faccia con un panno, rifacendomi il trucco. Mi spruzzò del profumo e poi tirò fuori un fazzoletto dalla borsa. Lo bagnò un attimo e mi disse di pulirmi un po’ lì sotto.

Tua madre ti capiva bene!

Poi? Come andò?

L: Io scesi e riuscimmo a salutare gli ospiti. Dando le bomboniere con evidente imbarazzo di tutti.

Rimaneste in pochi?

G: Si, quando se ne sono andati tutti, siamo rimasti in pochi. L’autista e il fotografo prima di salutarci ci dissero che avevano in mente un’idea, dopo tutte le cose che avevano visto fare (il fotografo era salito anche lui in camera e ci fece un album separato con tutte le foto sconce che ci fece).

Laura racconta tu… che idea ebbero?

L: Mi portarono in braccio in auto. Mi tolsero le scarpe e volevano masturbarmi col tacco della scarpa. Siccome ero preoccupata per l’igiene, mi fecero però sedere sul cambio della BMW grigia.

Vi assicuro che fu molto divertente come penetrazione!

Un matrimonio memorabile, dopo una proposta particolare! Posso solo immaginare il viaggio di nozze.

Scritto da:

Cosa dire di me? Sono uno scrittore amatoriale. Amo il genere dominazione, ma non disdegno tutto ciò che può essere interessante e coinvolgente. Se hai una storia da raccontare, ma non sai come farlo... scrivimi e troveremo un modo insieme! sono su Facebook come Canta Storie e alla mia mail Cantastoriedal28@gmail.com

2 commenti

  1. linda
    02/07/2022
    22:43

    Come dire la moglie come bomboniera per tutti .Se Giuseppe è contento e Laura anche , gli altri , per la bomboniera ricevuta , lo sono ancora di più

  2. GiuseppeLauraMB
    10/08/2022
    18:02

    Grazie a Cantastorie28 per averci intervistati

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