La studentessa universitaria

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Categoria: Etero
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All’angolo dove volantinavo non c’ero solo io a lavorare. Spesso ero in coppia con Marco, uno dei miei migliori amici, almeno le giornate passavano più in fretta. Io stavo da un lato e lui dall’altro di viale Tunisia. Nella perpendicolare, corso Buenos Aires, lavoravano quei ragazzi che ti fermavano per farti delle domande, con lo scopo di venderti una tessera per una libreria. Tra di loro c’era questa tipa, che spesso faceva i miei orari, non ci avevo mai parlato ma ogni tanto partivano degli sguardi. Almeno a me sembrava così, poi magari era la mia immaginazione da ragazzino. A occhio e croce era più grande di me di qualche anno. Alta, robusta, occhi e capelli castani. Sul viso tante lentiggini. Un sedere un po’ troppo grosso magari, ma un seno abbondante. Devo ammettere di averci fatto un pensierino ma i suoi modi mi intimorivano. La vedevo come trattava i passanti e i suoi colleghi e sinceramente speravo di non farla arrabbiare mai. Un giorno, finito il mio turno, stanco dopo un pomeriggio passato sotto il sole, girai l’angolo per tornare a casa, quando qualcosa mi colpii. Venni svegliato da possenti schiaffi, ero sdraiato su un divano, con questa ragazzona su di me.
“Meno male che ci sei, mi stavo preoccupando”
La guardai con faccia interrogativa
“Non ti ricordi cosa è successo?”
“In realtà no, l’ultima cosa che ho in mente è stavo girando l’angolo per tornare a casa …”
” E io che ti ho colpito inavvertitamente mentre stavo gesticolando? Noi che volevamo chiamare un’ambulanza ma tu che continuavi a dire “no non è niente”? Non te lo ricordi?”
“Eh? Tu mi avresti colpito? E dove?”
“Ehm lasciamo stare, davvero non ti ricordi nulla di tutto ciò? Che allora ti ho portato qui e sei collassato sul divano appena siano entrati?  Mi sa che devo chiamare un’ambulanza per davvero…”
“No ora va meglio, a parte questo forte dolore all’inguine…”
“Ehm ecco prendi il ghiaccio!  E bevi qualcosa che mi sa che hai preso un colpo di calore!”
Mi offrì del tè freddo. Eravamo in un piccolo monolocale, da studentessa, piuttosto disordinato. La ragazzona sembrava piuttosto nervosa.
“Lascia stare il disordine, non mi aspettavo ospiti! Spero che tu non mi voglia denunciare… Ehhh ti va di giocare a Tekken? “
Mezzo rincoglionito accettai, Tekken 3 era uno dei miei preferiti. Lei era molto brava quindi la sfida si era fatta interessante, avvertii un certo nervosismo quando la sconfissi.
“Voglio la rivincita! E stavolta chi perde, paga penitenza!”
Fu una battaglia all’ultimo colpo ma ne uscii vincitore. Come si dice fortunato al gioco, sfortunato in amore!
Sbatté il controller a terra, tirò due o tre bestemmie. Avevo paura che mi picchiasse ancora. Ma si ricompose e raccolse i capelli in una coda.
“Spero che il dolore là sotto ti sia passato”
Effettivamente non ci pensavo più, lei con nonchalance levò il ghiaccio e mi appoggiò una mano sui pantaloni. Mi indurii tempo zero e come se fosse la cosa più naturale al mondo, tirò giù tutto e iniziò a prenderlo in bocca. Ma era diverso rispetto alla ragazza inglese. Non potevo fare chissà quali paragoni ma sembrava molto meglio. Come muoveva la lingua non mi faceva il solletico, anzi. Contemporaneamente mi segava senza strattonarlo e succhiava né troppo forte, né troppo piano. Si sfilò i pantaloncini, sputò su una mano, si infilò due dita dentro come per controllare se fosse bagnata a sufficienza e poi mi salì sopra per prenderlo tutto in un colpo.
“I-Il preservativo …”
“Non ti preoccupare, prendo la pillola!”. E iniziò  a cavalcare a più non posso. Effettivamente senza condom era tutta un’altra cosa. Ogni sensazione veniva amplificata, non so come riuscii a trattenermi dal venire subito, forse era il rincoglionimento generale. Ero in preda all’eccitazione ma non sapevo come muovermi per paura di farla arrabbiare. Le appoggiai timidamente le mani sul suo culone ballonzolante e lo strinsi forte. Nessuna reazione negativa. Allora provai a dargli un paio di sberle. Mi guardò con occhi cattivi e iniziò a cavalcarmi più velocemente. Mi prese la faccia e me la sbatté in mezzo alle tettone. Peccato che avesse ancora addosso la canottiera e tutto il resto, quindi non raggiunsi i suoi bottoncini con la bocca, ma nella confusione le schizzai tutto dentro. Mi diede un bacio a stampo e si ritirò in bagno.
“Non male per un ragazzino”
Tra il caldo, le botte e questa scopata ero davvero fuori fase, mi stavo per addormentare ma arrivarono altri schiaffetti.
“Eh no, tocca a me divertirmi adesso”.
Si sedette vicino a me, completamente nuda . Mi spinse la testa in mezzo alle gambe . Sapeva di Saugella. Scesi dal divano e mi diedi da fare inginocchiato davanti a lei, leccai ovunque con avidità, ma mi arrivò uno scappellotto sulla zucca.
“Così non ci siamo! È la tua prima volta? Mi sa che ti devo spiegare tutto io! Fai piano e cerca di capire qual è il punto che mi piace di più “
Provai a leccare quello che chiamavano il clitoride, piano piano. A un certo punto dovevo aver beccato una parte sensibile perché la sentii muoversi tutta.
“Non ti fermare”.
Attaccai quel punto, prima piano e poi sempre più veloce seguendo i suoi ordini fino a quando non mi strinse le gambe attorno alla testa. A momenti mi soffocava con le sue coscione.
Mi sdraiai esausto sul pavimento poco pulito, esausto. Ma il relax durò poco.
“Senti non voglio essere antipatica, ma ora avrei un impegno”.
Mi accompagnò giù e mi salutò con un veloce bacio sulle labbra. Non sapevo davvero cosa pensare però mi sentivo felice. Ma durò poco, il giorno dopo c’era anche lei all’angolo. Cercai un’approccio ma mi ignorò volontariamente. Magari si vergognava di un ragazzino come me e voleva che restasse un segreto, ci poteva stare. L’importante è che ci fossero altre volte, chissà magari anche oggi dopo il turno. Ma la verità fu ancora peggio. Quando avevamo quasi finito, arrivò un ragazzo a prenderla, lei lo abbracciò forte e limonarono duro. Io questo non l’avevo mai visto, ed è un po’ di settimane che lavoravo lì. Chi era?
“Ah finalmente sei tornato dalle vacanze! Andiamo, che ho una voglia di cazzo arretrato, su …”
Volevo correre via e piangere, ma invece continuai a dare volantini come se niente fosse. Era già la seconda volta nel giro di tre settimane che le donne mi usavano a loro piacimento. Ma non era finita lì…

Prossima puntata (finale)
3.0 la vecchia

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Scrivo le mie fantasie per sfogarmi ed eccitarvi 😈.

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