Azzurro cielo

Categoria: Etero
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Questa casa è veramente un buco, un buco in questo palazzone vecchio e sbeccato, corridoi lunghi e bui, odore di muffa, certo c’è anche l’ascensore, ma meglio non usarlo. Eppure si vede il mare, laggiù in basso oltre la città, l’azzurro immenso del mare, quando tira vento si sente anche, il mare, con il suo profumo intenso e rilassante. Abito qui da qualche mese ma solo da poco ho scoperto che questo palazzone ha un terrazzo condominiale con i fili per stendere i panni. L’ho scoperto per caso un giorno che volevo vedere l’immensità del mare, cercavo una finestra più in alto per vedere meglio l’azzurro, quando mi sono imbattuta in una porta di ferro, mezza arrugginita. Per aprirla la prima volta ho dovuto dare una bella spallata tanto era che nessuno la apriva, poi mi sono ritrovata in un oceano di luce, vento e urla di gabbiani. È stato quasi uno shock passare dal buio del palazzo alla luce. È enorme questo terrazzo e nessuno ci viene mai, si vede il mare, si vede tutta la città ai miei piedi. È domenica, oggi non lavoro e finalmente ho un po’ di tempo per me, faccio il bucato, sono felice di salire sul terrazzo a stendere i panni, oggi c’è un sole bellissimo, il cielo è azzurro e la brezza del mare mi danno un senso di pace che non conosco da tempo. Il sole è davvero forte è caldo, mi faccio ombra sugli occhi con la mano per guardarmi attorno, non c’è davvero nessuno. Penso che con un costume qua sopra si potrebbe prendere il sole…con un costume oppure senza. Da quanto non ho tempo di andare al mare, da quanto non ho tempo di stendermi al sole, da ragazzina passavo tutte le vacanze al mare sulla spiaggia, avevo una pelle così scura che mi prendevano in giro gli amici. Mi piacerebbe risentire sulla pelle la sensazione di calore del sole, quell’abbraccio dolce che amavo tanto. Mi guardo attorno, non c’è nessuno, non c’è mai nessuno qua, poi se arrivasse qualcuno lo sentirei dal rumore cigolante della porta. Mi sbottono un pochino il vestito leggero che indosso, sento il sole sul décolleté è piacevole, lo sollevò un po’ per sentirlo anche sulle gambe, così bianche. Prendo la tovaglia che ho steso poco fa e la metto a terra, poi dovrò rilavarla, ma meglio lei che me, mi levo il vestito e mi stendo al sole. Si sta così bene, ci vorrebbe la crema solare e magari un costume un po’ più scartato di queste mutandine e reggiseno che indosso oggi, chissà che segno mi lascerà sulla pelle, mi arrotolo un po’ le mutande e sfilo il reggiseno, lo sistemo come facevo ormai troppo tempo fa, a coprire il minimo indispensabile poi…poi mi rilasso. Chiudo gli occhi, si sta così bene, sono così stanca…

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Si alza! Si infila le ciabatte che aveva lasciato lì affianco e si alza, si aggira tra i panni stesi, controllando se sono asciutti. Ma indossa solamente quelle mutandine e quel reggiseno così semplici ma così sexy su di lei. Guardo il suo corpo nudo muoversi con grazia e disinvoltura è una situazione quasi irreale, ma in realtà semplice, non c’è malizia nei suoi movimenti. Si piega a prendere la cesta, le guardo il culo tondo, tosto, generoso. “Non stare lì a guardarmi il culo, vieni ad aiutarmi”. Scatto come una molla e corro ad aiutarla imbarazzato, ma lei sorride. Raccogliamo i panni sorridendoci, felici, raccolgo la sua biancheria, i suoi vestiti come se fosse normale, non c’è imbarazzo. Raccogliamo le lenzuola assieme e le pieghiamo, per fare le ultime pieghe ci troviamo a pochi centimetri, sento il suo seno attraverso la stoffa, vedo le sue labbra vicinissime. Ne sento l’odore, vedo i suoi occhi così intensi. Vorrei baciarla, ma perché dovrebbe baciare me, questa ragazza così bella e sensuale, mi allontano tristemente. Ci rivestiamo in silenzio, la aiuto a portare la cesta con i panni asciutti fino alla porta del suo appartamento e ci salutiamo con un semplice gesto.

Perché non mi ha baciato? Perché non ha detto nulla? Mi sfioro le labbra con le dita, quanto avrei voluto quel bacio, quanto avrei voluto. Da quanto non mi baciano, da quanto non sto con un uomo?Guardo la tristezza del mio appartamento, guardo i quattro stracci che ho lavato e che indosso. Che vita inutile. La settimana passata lentamente, lavoro, mangio e dormo non ho tempo per fare altro. Nei corridoi spero sempre di incontrarlo, ma evidentemente abbiamo orari diversi. Man mano che si avvicina la domenica, mi sale una sorta di insofferenza, di voglia, di smania. Sabato sera torno tardissimo dal lavoro, ma la stanchezza sparisce appena mi viene il pensiero che forse dovrei depilarmi. Mi ritrovo in piena notte a canticchiare mentre dopo aver fatto ascelle e gambe devo decidere se tagliare altro o spuntare o ridurre…

Che settimana triste e grigia, ma oggi finalmente è domenica, è più di un ora che giro nei corridoi, so che lei è salita sul terrazzo, l’ho sentita passare davanti alla mia porta, ma non voglio fare il maniaco che sale di sopra appena la vede passare, anche se sarebbe proprio quello che voglio fare. Appena apro la porta del terrazzo vedo i suoi panni stesi, riconosco le sue cose, subito vado a cercarla, la trovo nel solito posto, stesa sulla solita tovaglia a quadretti, sembra che dorma, ma questa volta c’è qualcosa di diverso. Le mutandine, il reggiseno. Sono state sostituiti da un mini bikini, ma lei sembra più…bella, si è tagliata i capelli? Ha lo smalto nuovo? Non saprei, sembra più… curata. L’ha fatto per me? Per il nostro appuntamento che non ci siamo neanche dati?! In effetti anche io mi sono sistemato un pochino, ho i capelli ancora bagnati dalla doccia che mi sono appena fatto, i vestiti tutti puliti, la maglietta è nuova. Mi tolgo le scarpe, mi sfilo la maglietta e mi sistemo al suo fianco. Accendo la canna e do un tiro.

“Se arrivavi prima mi aiutavi a stendere”.

“Scusa hai ragione, vuoi?”.

Gli passo la canna mentre i suoi occhi improvvisamente aperti mi scrutano. Fumiamo in silenzio. Poi improvvisamente lei si alza, disinvolta infila le ciabatte e si affaccia al parapetto. Cazzo ha un perizoma che sparisce tra quelle chiappe incredibili, ho un’erezione istantanea.

Lo so che mi sta guardando il culo, ho messo questo costume perché è l’unico che ancora mi va, anche se so benissimo che non è vero, comunque mi sono alzata perché non credo di riuscire a dirgli le cose che ho pensato tutta la settimana guardandolo negli occhi.

“Non vedevo l’ora che fosse domenica”.

“Anche io aspetto la domenica con ansia, è l’unico giorno in cui posso riposare”.

“Io non vedevo l’ora di venire quassù”.

“Si è un posto che da tranquillità nonostante lo squallore”.

Ma è scemo?!

“Io non vedevo l’ora di venire quassù” mi giro di scatto “con te!”.

Me lo ritrovo davanti, vicinissimo, ci guardiamo negli occhi per qualche secondo poi… Lo bacio, sì lo bacio io perché lui non si muove, lo bacio e lo spingo verso la tovaglia. Da quanto non sto con un uomo, da quanto non bacio qualcuno, da quanto non sento questa smania, questa voglia. Lo spingo a terra e cado con lui.

Mi ha baciato, la sto baciando, un sogno, sotto questo sole accecante. Le nostre mani ci esplorano, inizialmente ho paura di dove accarezzo, di dove stringo, ma il suo corpo reagisce al mio tocco e mi fa capire che posso osare di più. Il pezzo sopra del costume lo sfilo in un attimo mentre lei infila una mano nei miei calzoni e stringe una chiappa, sembra un invito a fare altrettanto, agguanto una di queste bellissime chiappe che ho sognato tutta la settimana, mi riempie la mano, è forte duro, fantastico. Improvvisamente mi allontana, ecco ho esagerato?! Mi guarda con i suoi bellissimi occhi spalancati, ha il fiatone, abbiamo il fiatone. Devo sostenere lo sguardo, devo guardarla negli occhi, non devo abbassare lo sguardo, non devo guardarle le tette, ma caspita quanto è difficile. Io non le guardo le tette, ma lei mi sta squadrando per bene, mi sta facendo una radiografia completa, vedo i suoi occhi vagare su tutto il mio corpo mente le sue labbra gonfie dai baci si stringono e vengono morse da quei denti perfetti. Denti che compongono un sorriso smagliante, dolce e allo stesso tempo diabolico, mi spinge giù a stendermi, poi usa quei denti per mordermi la pelle del collo, del petto, poi scende sempre più giù, mordendo famelica, si ferma solo al bordo dei pantaloni. Si solleva di nuovo, sorride e lentamente inizia a spogliarmi, lo fa con calma, gustandosi il momento, senza fretta. quando sono completamente nudo, si ferma nuovamente a guardare, non vedo il suo volto coperto ora dai capelli, chissà se quello che vede gli piace.

E’ esattamente come pensavo, non grosso, ma lungo e nodoso esattamente come lui, mi piace, mi piace come tutto di lui, è strano. Scaccio il pensiero e mi dedico a lui, mi avvicino, lo annuso, ha un buon odore, lo accarezzo, reagisce, subito, mi piace. Passo con delicatezza la lingua sulla sua cappella gonfia, lo sento sospirare, passo la lingua su tutta l’asta, seguo le vene gonfie, gli piace, risalgo nuovamente alla cappella, la stringo tra le labbra e la imbocco. Sento un rantolo, lo guardo tra i capelli, mi sta guardando con gli occhi di fuori, lo guardo mentre piano piano scendo su di lui, mentre cerco di prenderlo tutto in gola, ma non sono mai stata brava in questo, spero apprezzi lo sforzo. dai versi che fa direi che gli piace, parecchio anche, sento le sue mani delicate sui capelli, penso vogliano spingermi più giù, ma è troppo delicato per farlo, lo faccio da sola, mi sforzo raggiungo il limite a momenti rischio i conati. Le sue mani invece mi sollevano il viso, lo guardo stupita, con gli occhi mi sta dicendo che non serve, mi fa avvicinare a lui, mi bacia dolce. Poi mi fa stendere al suo posto, è il suo turno, di scrutarmi, di studiarmi, lo fa accompagnando lo sguardo con il tocco delicato delle dita e il mio corpo reagisce come non aveva mai fatto, è come se le sue dita fossero elettriche. Accarezza tutto il mio corpo, senza saltare un centimetro, dedicando il giusto tempo al seno che evidentemente gli piace molto, poi si ferma al bordo delle mutandine, mi guarda a chiedere il permesso, gli sorrido e alzo le anche, mentre lui le sfila lentamente. Resta diversi secondi immobile a guardare, sono tesa. Poi lentamente avvicina il suo viso, sento la sua lingua delicata, il suo naso tra il cespuglietto curato che ho lasciato. La sua lingua, sembra capire cosa voglio, è delicata dove deve esserlo e dura dove serve, è incredibilmente bravo, gli sto riempiendo la faccia di piacere, è fantastico, gli stringo la testa con le mani, lo blocco e lo costringo a guardarmi.

“Non ti piace? Smetto?”.

“Sei matto?! Sei fantastico continua pure!”.

Scoppia a ridere mentre gli schiaccio la faccia su di me. Ma appena rincomincia cambio idea, lo voglio dentro, subito! Lo tiro per i capelli, lo tiro a me e lo bacio, sento il mio sapore sulle sue labbra, mi fa impazzire e con un colpo di reni, lo ribalto al mio fianco e gli sono sopra, mi guarda stupito e divertito, poi gli prendo l’uccello con le mani e mi ci impalo senza tante moine. Emette un rantolo che per un attimo penso di aver esagerato, ma poi scoppia a ridere di nuovo, mi piace quando ride, mi chino su di lui e lo bacio, lo bacio poi fisso i miei occhi nei suoi ed inizio a muovere le anche, guardo i suoi occhi e vado al ritmo che sento nostro, mi perdo nei suoi occhi e su di lui. Mi piace questa cosa, mi piace donarmi a lui, con calma, ma poi la carica sale, il ritmo aumenta, le sue mani iniziano a stringermi i fianchi, il seno, inizia a spingere anche lui da sotto, sento arrivare l’onda, lo sento salire, un urlo parte dal più profondo di me, sale sempre più forte fino ad esplodere verso il cielo, verso il sole. Mi sento come se mi avesse tolto un tappo, un peso, sono felice sopra ogni cosa. Mi fermo, mi placo, lo guardo, è lì immobile a guardarmi, con quegli occhi. Rincomincio lentamente a muovermi, lo sento ancora duro e teso dentro di me, non è venuto, gli sorrido e lui con un colpo di reni mi fa cadere. È lui ora sopra di me, è lui ora che da il ritmo, con dei colpi forti, cadenzati, mi fa ballare le tette, cerco di fermarle, ma mi blocca le mani sopra la testa mentre mi guarda fisso negli occhi. Ogni botta le tette saltano, ogni botta socchiude gli occhi per poi riaprirli subito. Il ritmo da lento e cadenzato prende sempre più forza e velocità, fatica sempre di più a tenere gli occhi aperti, poi perde completamente il controllo, il coordinamento fino a scappare fuori da me, è un attimo ed esplode con un grugnito. Sento il suo seme caldo sulla mia pancia, sul mio seno, mentre lo guardo negli occhi, lo guardo godere, mi piace.

Quanto adoro i suoi occhi, che mi scrutano sempre così intensi, ma chissà come sono stato goffo ai suoi occhi, mi accascio un attimo su di lei, bellissimo il contatto con la sua pelle sudata, ma forse le peso troppo addosso, scivolo al suo fianco. Siamo stesi al sole nudi, sudati. Ci starebbe un’altra canna, cerco nei pantaloni il necessario, ne preparo una poi mi ristendo al suo fianco, fumiamo in silenzio, ci passiamo la canna guardando il cielo azzurro, la guardo di sottecchi, è la canna o diventa sempre più bella?

Scritto da:

Mi piace scrivere racconti erotici in cui mischio realtà e fantasia, hai letto un mio racconto? fammi sapere cosa ne pensi, consigli e critiche sono ben accette.

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