Due sorelle molto complici – 5

La risposta era che ci accettava “sottomesse in prova” – che da un lato era umiliante, come se non fossimo degne di una accettazione immediata, ancora di più perché la proposta era partita da lui – e la mail conteneva tutta una serie di istruzioni su come gestire questo rapporto:

– “Potrete rifiutare un ordine, ma facendolo interromperete il gioco per 24 ore come minimo, non vi contetterò ne vi risponderò per un giorno, ma mi riservo il diritto di ‘aprire i vostri collari’ se lo fate più volte o se rifiutate un ordine importante. Ovviamente può succedere che ignorando delle situazioni che magari non mi avete detto qualcosa sia impossibile, o impossibile al momento, ma in tal caso dovrete spiegarmi il rifiuto. Un semplice ‘non voglio’ o ‘non me la sento’ non è quello che vi consentirà di rifiutare un ordine e passarla liscia. I miei ‘Ordini’ – o ‘Comandi’, come li chiamerò a volte – sono pensati per non lasciare conseguenze permanenti sui vostri corpi, sulle vostre vite o sui vostri affetti. Non vi farò perdere la faccia in pubblico, non vi farò cadere in disgrazia con la famiglia, non vi lascerò segni o cicatrici permanenti, non vi metterò in pericolo: se rifiutate un ordine, state uscendo dal vostro ruolo. La vostra risposta deve essere ‘Si Padrone’.

I miei Comandi sono sempre da intendere ‘non appena possibile’, il che significa che se vi dico ad esempio di infilarvi una banana nel culo non vuol dire che davanti a tutti dovete farlo immediatamente, ma che non appena la situazione sarà tale da poterlo fare in privato lo farete. Non rimanderete mai più di quanto necessario, ma avete il tempo di creare la situazione per eseguire un Comando.

Ogni Comando dovrà essere documentato da foto o video, e in ogni foto o video che mi farete avere dovrà esserci il mio Marchio, ovvero un foglio, un pezzo di stoffa, la vostra stessa pelle con sopra scritto a pennarello ‘ALPHAMASTER’. Le foto anonime conteranno come compiti mal eseguiti, e porteranno punizioni. Per chiarire, tutte le foto che mi avete mandato fino ad oggi non sarebbero state sufficienti per avere la mia approvazione perchè erano anonime. Solo la prima, quella tutte in tiro con la parete bianca alle spalle non lo era ed era approvabile. Voi avete l’incommensurabile vantaggio di essere in due e di essere belle, quindi almeno nelle foto dove siete una alla volta voglio delle BELLE foto, perché sarà l’altra a scattarle ed il soggetto è di suo bello.

Regola fondamentale, mi direte sempre la verità, e intendo TUTTA la verità, se mi mentirete, se mi ometterete qualcosa rispondendo, svanirò nel nulla. Non mi piacciono i bugiardi, e ancora meno le bugiarde.

Altra regola fondamentale, in qualsiasi momento potrete ‘aprire il vostro collare’ e tornare libere, e addirittura rimanere mie amiche come lo siete adesso. Basta dirlo chiaramente, e magari spiegare il perché come forma di cortesia. Come ho spiegato prima il mio limite autoimposto è che aprendo il collare possiate tornare alla vita precedente senza nessuna differenza o conseguenza.

Nei miei Comandi potrebbe essere richiesto un po’ di dolore per il mio piacere e capriccio, e sicuramente nelle punizioni sarà parte integrante, e mi aspetto che eseguiate comunque gli Ordini che riceverete.”

Era una serie di specificazioni che in parte mi tranquillizzava – diceva che potevamo uscire dal gioco in qualsiasi momento senza conseguenze – ma in parte mi spaventava a morte, fino a quando non avessimo interrotto i rapporti saremmo state soggette ai voleri e ai capricci di uno sconosciuto che ci avrebbe anche costrette a farci “un po’ di dolore” come diceva lui. Era la parte che impauriva più me, mentre la sorellina era più preoccupata dal fatto che avrei potuto rovinarle il gioco eseguendo male un ordine o rifiutandolo e soprattutto dal fatto che non era balzata immediatamente allo stato di ‘cocca del padrone’, come invece si aspettava. La comunicazione proseguiva poi con quello che si aspettava da noi:

– “avete già superato diversi step che richiedo alle mie sottomesse, come ad esempio la foto, la depilazione e avete implicitamente risposto a tante delle domande che di norma faccio prima di cominciare, quindi entriamo nella parte succosa del divertimento, o almeno del mio divertimento.

Non userete più gli slip salvo che nel periodo del ciclo o per motivi contingenti (visite mediche, posti dove sia necessario cambiarsi in uno spogliatoio come la palestra e simili). Andrete in giro senza, godendovi la sensazione di essere nude sotto i vestiti, il che comprenderà anche le gonne. Imparerete a vincere l’imbarazzo ed essere sempre pronte ed eccitate per il vostro Padrone.

Non userete più reggiseni, se non in casi particolari, anche li, per preservare quello che non deve venire intaccato, come i rapporti familiari, ma preparatevi ad avere le mammelle nude sotto gli abiti e sentirle rimbalzare e i capezzoli stimolarsi contro la stoffa.

Quando siete sole a casa starete nude, imparate a godere della vista reciproca e della sensazione di essere pronte a compiacere il vostro Padrone”

Rosy era già eccitata all’idea, era sempre stata un po’ esibizionista, e anche in questa avventura, fino dall’inizio era lei che a farsi vedere sia da lui che da me aveva provato più piacere, io invece ero indecisa su cosa provavo, sicuramente paura e imbarazzo, ma un fondo di eccitazione era confermato dalla mia vagina che si inumidiva e dalle farfalle nella pancia. Non sapevo se ce la avrei fatta, e lo dissi a mia sorella, che quasi si indignò: – “DEVI, o non ci terrà!” rispose. Finimmo di leggere le ultime righe:

– “Per finire, un’eccezione al comando delle mutandine. Ve le metterete dopo esservi messe i pennarelli, scegliendo un tipo molto sexy – vi metterete i pennarelli come dicevo, (che useremo fino a che non arriveranno i plug, auguri a Rosa che ha deciso di usare quello medio in un culetto vergine) e poi le mutandine li terranno dentro, senza che dobbiate tenerli con la mano. Avrete così le mani libere, vi masturberete fino a godere almeno due volte a testa, lasciando colare i succhi nelle mutandine che devono risultare inzuppate. Se non bastano due orgasmi fatene tre. Una volta inzuppate, toglietevi mutandine e pennarelli, e senza pulire niente scambiatevi il tutto. Rosa quelli di Bianca, Bianca quelli di Rosa e godetevi i succhi della fighetta della sorella contro la vostra.

Dato che non avete provato a torcervi i capezzoli, prima di cominciare vi metterete due mollette da bucato a testa ai capezzoli, una per parte, e le terrete fino a dopo lo scambio. Solo allora potrete toglierle.

Mutandine, pennarelli e mollette saranno le uniche cose indossate per tutto il tempo. Quando le mutandine si saranno asciugate contro la vostra fighetta potrete toglierle e lavarvi. I pennarelli invece è richiesto di tenerli solo 10 minuti dopo lo scambio. Occhio a non farveli entrare dentro completamente, il tappo deve restare fuori, ma riscontrerete che il problema non sia tanto evitare che entrino, quanto evitare che escano.

Rimanete tutto il tempo del Compito in piedi, non sedetevi, non sdraiatevi.

Foto assortite con marchio. Un consiglio, preparatelo PRIMA di infilarvi i pennarelli nel culo, scrivere con lo sfintere sarebbe complicato.” Ci aveva messo anche la faccina con l’occhiolino, dannato lui.

Seguiva il suo contatto telegram, con l’incarico di contattarlo li, che sarebbe stato più veloce e responsivo che via mail e più semplice anche mandare le foto.

Inghiottii a vuoto, l’idea dello scambio delle mutandine con i succhi vaginali mi preoccupava quasi più di quello dei pennarelli, ma ancora di più mi preoccupavano le mollette da bucato ai capezzoli, e non ultimo mi preoccupava il fatto che la sorellina fosse già nuda, eseguendo immediatamente senza neanche discuterne, e stesse andando in bagno a prendere quattro mollette, e dannata lei non prese quelle più morbide ma quelle larghe e corte che hanno una molla molto più dura. “Ci metteremo queste” disse. “Io vorrei quelle lunghe, che stringono meno” risposi notando solo in un secondo momento che non avevo contestato il fatto di eseguire il Compito ma solo quale mezzo scegliere, ma nel frattempo lei si era già messa quelle che aveva preso, con versi di un misto tra dolore e piacere. “Mettitele, e poi andiamo a scegliere le mutandine più sexy che abbiamo”.

Misi un punto fermo andando a prendere delle mollette più morbide, e me le applicai ai capezzoli, prima al sinistro e poi al destro. Non facevano malissimo, solo un po’ male, ma il dolore tendeva a scemare rapidamente lasciandomi una strana sensazione quasi di piacere, quelle scelte da mia sorella dovevano causare sensazioni più intense, sia di dolore che di piacere. Gli chiesi se fosse lo stesso per lei, e disse di si, il dolore (abbastanza forte nel suo caso) stava scemando e lasciava il posto a una sensazione piacevole di calore.

Scegliemmo delle mutandine sexy ma non dei tanga, dato che dovevano tenere dentro i pennarelli, era stranissimo farlo con le mollette ai capezzoli, la sorellina le scelse azzurre in cotone sotto e in pizzo alla vita, io bianche tutte in pizzo, mi spogliai (io non lo avevo ancora fatto), mettemmo i marker che cominciavano ad entrare con maggior facilità, i nostri culetti si stavano allenando, e le indossammo… e ci rendemmo conto di non aver fatto i cartellini con il “marchio”: non restava che togliere i pennarelli, farli e poi rimetterli.

Spostai le mutandine di lato sul sedere, tolsi il pennarello godendomi la sensazione del corpo estraneo che lasciava dilatato il mio buchino per qualche secondo, e preparai un post-it con scritto “AM”, e quando la sorellina mi disse se potevo farne uno per lei le risposi con un occhiolino di godersi uscita e ingresso, e farselo. Mi rimisi dentro il cilindretto di plastica, che a ogni ingresso diventava più agevole da inserire, e lo coprii con gli slip, mentre Rosy faceva le stesse cose. Avevamo due cartellini gialli, il mio scritto di rosso e il suo di nero, e eravamo pronte per la prima foto, che ci facemmo a vicenda prima di cominciare a masturbarci in piedi.

Mi passavo le dita sulla patatina attraverso il pizzo bianco, e i capezzoli mi mandavano fitte di dolore/piacere fortissime, il mio culetto collaborava a mandarmi fuori di testa con le sensazioni del pennarello e le dita mi facevano volare. Guardavo mia sorella fare lo stesso, vedevo le sue dita premere nel solco facendo entrare la stoffa azzurra dentro che lentamente si bagnava diventando più scura dove l’umido si diffondeva, come al solito aveva scelto meglio, le mie bianche anche se si inumidivano non si notava molto.

Sentivo la stoffa premere sulle parti sensibili, sul centro del piacere, e mi rendevo conto che le ginocchia mi reggevano a stento mentre li mio medio tentava di penetrarmi impossibilitato dalla barriera di pizzo, sentivo il pennarello che veniva premuto dentro quando tiravo la stoffa nel farlo, e veniva spinto fuori quando la rilasciavo dandomi la sensazione che mi scopasse il culetto con volontà sua, e vedevo anche la sorellina oscillare con la testa rovesciata indietro preda del piacere, e mi venne automatico dirle con voce arrochita “sei bellissima così, Rosy”. Lei aprì gli occhi e mi guardò “Grazie, anche tu sei eccitante da morire!”. Proseguimmo a far montare il piacere fino a quando esplosi in un primo orgasmo che quasi mi fece cadere a terra; riuscii a rimanere in piedi, ma con difficoltà. Rosy ebbe il suo primo, guardandomi godere, e la vidi squirtare: non la avevo mai vista farlo, e inzuppò gli slip azzurri come se ci avesse fatto pipì dentro… oddio, quelli io poi dovevo indossarli! Non so perché ma la cosa mi fece delirare di piacere, non so se era l’idea di avere i succhi di mia sorella sulla pelle o lo spettacolo erotico di lei che a ogni scossa faceva un piccolo schizzo e si contraeva perdendo l’equilibrio, ma la cosa mi spinse di nuovo in vetta ed ebbi un nuovo orgasmo, non squirtai ma fu molto, molto bagnato.

Le mie mutandine erano molto umide, quelle della sorellina fradice, e lei continuava: proseguii anche io, inebriata dall’odore di sesso, afferrai il pennarello e lo scossi avanti e indietro con violenza, volevo sentire il sedere penetrato, volevo sentire bene il buchino allargato dal marker, e nel frattempo mi infilai la mano dentro gli slip, penetrandomi con due dita sempre guadando mia sorella che vedendo me stava imitandomi. Avemmo il terzo orgasmo in contemporanea, e stavolta le dita che premevano davanti, sul centro del piacere dentro di me, mi fecero squirtare per la prima volta. Caddi in ginocchio, e stavolta avevo reso talmente fradici gli slip che i succhi mi stavano colando sulle cosce, e quando da in ginocchio appoggiai la testa per terra tenendo il culetto in aria mi colarono anche sul monte di venere fino quasi all’ombelico.

Riprendemmo fiato, rimettendoci entrambe in piedi: “ora c’è la parte che mi agita”, dissi, e Rosy fece le spallucce “in fondo sei mia sorella, non mi da fastidio”, e si sfilò gli slippini azzurri che parevano caduti in mare da tanto erano bagnati, e poi il pennarello, annusandolo e poi porgendomelo: “profuma di me, è buonissimo!”. La imitai, completamente in subbuglio, e le porsi il pennarello: mettendomi dentro al corpo il suo lo sentii caldo, scivolava dentro di me come se avesse un posto assegnato fin da sempre, il mio culetto lo bramava a quanto pareva anche se la mia mente lo rifiutava; non so perché non mi desse fastidio quanto l’idea degli slip, ma mentre guardavo mia sorella mugolare di piacere usando il mio pennarello rosso l’idea che quello fino a un attimo prima fosse stato dentro di me mi eccitò fino a farmi avere voglia di masturbarmi di nuovo, e quando glielo dissi mi rispose che la cosa valeva anche per lei.

Rimaneva un ultimo passo, lo scambio di slip, li presi, fradici, e me li misi: erano caldi come i miei, e sentivo l’odore di sesso lasciato da mia sorella, lievemente diverso da quello che sentivo quando mi masturbavo in solitaria, e la guardai. Prese gli slip, e dicendo “adoro il mio sapore” se li portò davanti alla bocca e allungò la lingua “SONO I MIEI!” urlai, e lei si fermò con la lingua fuori a due centimetri dalla stoffa. Poi fece le spallucce, il suo gesto caratteristico, e li leccò. “Sei buonissima sorellona…” e mi fece l’occhiolino. Poi se li mise.

Come da Ordini di AM potevamo toglierci le mollette, e non mi aspettavo il lampo di dolore che accompagnò l’apertura della prima mentre Rosy faceva un piccolo video in primo piano: dovetti massaggiarmi la tetta per una decina di secondi per smaltire l’ondata di dolore, e con terrore mi resi conto che dovevo anche togliere l’altra. Fu la stessa cosa, e anche Rosy dovette subire la cosa, maggiorata dal fatto che le sue stringevano almeno il triplo. Stringeva i denti e non mi sentiva quando le dicevo “massaggiala, massaggiala!” e non potevo vederla soffrire così, allungai le mani e lo feci per lei, alleviandole il dolore rapidamente. Con gli occhi lucidi di lacrime riprese fiato e disse “Grazie sorellona, toglimi anche l’altra, se lo fai tu sentirò meno dolore”. Lo feci e le massaggiai il capezzolo, e non vi nascondo che la cosa mi piacque parecchio. Le tette di mia sorella erano più piccole delle mie, ma sode e perfette: ovviamente lei approfittò delle mani libere per fare qualche scatto.

Dovemmo aspettare i dieci minuti, poi ci potemmo togliere i pennarelli facendoci a vicenda dei piccoli video dell’operazione, e di nuovo mia sorella lo annusò, quell’odore per lei era diventato una sorta di dipendenza: “Mmm… buonissimo, sa di te e di me, direi”, sempre con il suo malizioso sorriso con l’occhiolino.

Gli slip erano talmente zuppi che ci misero un po’ ad asciugare, e l’odore di sesso che emanavano non aiutava, perché mi teneva umida la patatina, ma alla fine ce la fecero a rimanere decentemente asciutti e potemmo toglierceli, rimanendo nude: “dato che siamo sole, dobbiamo rimanere nude” disse Rosy, io la guardai e risposi “ma non siamo obbligate, possiamo vestirci e dirgli che siamo rimaste nude”. Lei mi guardò malissimo, e già sapevo che non aveva intenzione di mentire.

Note finali:

Scambio sempre volentieri due parole con le persone interessate ai contenuti che pubblico, e valuto sempre seriamente eventuali proposte di donne che vogliano provare la sottomissione.

Nella raccolta:

Due sorelle molto complici: la storia di Bianca e Rosa, che si avventurano gradualmente nel mondo della dominazione, dell'autoerotismo e... chissà.

Scritto da:

Sono un maschio etero, dominante. Amo intrattenere rapporti con donne sottomesse tramite email o Telegram.

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