Sonetto XI
In Sonetti Lussuriosi
Perche io provi un si solenne cazzo,
Che mi roverscia gl’orli della potta
vorrei trasformarmi tutta in potta,
Ma vorrei che tu fossi tutto cazzo.
Perche io provi un si solenne cazzo,
Che mi roverscia gl’orli della potta
vorrei trasformarmi tutta in potta,
Ma vorrei che tu fossi tutto cazzo.
In cul lo voglio.
Mi perdonerai donna,
Io non vuò far questo peccato,
Perché quest’è sol cibo da prelato!
perché tutti per fotter nati siamo;
e se tu il cazzo adori, io la potta amo,
e saria il mondo un cazzo senza questo.
Miri ciascun di voi, ch’amando suole
Esser turbato da si dolce impresa,
Costui ch’a simil termine non cesa
Portar la via fottendo ovunque vuole.
e mi direte al fine ch’io sono un valent’uomo in tal mestiero… Ma d’aver poco cazzo mi dispero.
Questo è un cazzo papal, se tu lo vuoi
Faustina o’n potta, o’n cul dimmelo pure
Mettimi un dito in cul, caro vecchione,
E spingi il cazzo dentro a poco a poco;
Alza ben questa gamba e fà buon gioco
Poi mena senza far ripetizione.
Questo cazzo vogl’io più ch’un tesoro!
Questo è quel ben, che mi può far felice!
Or questo si che è ben da Imperatrice!
Questa gemma val più d’un pozzo d’oro!
Non lo sai tu coglion ch’è un gran marmotta,
Colui, che di sua man fa culo e potta?
Qui voi vedrete le reliquie tutte
Di cazzi orrendi e di potte stupende,
Di più vedrete a far quelle faccende
Allegramente a queste belle putte.
Questo è un libro d’altro che Sonetti,
di Capitoli, d’Egloghe o Canzone;
qui il Sannazaro o il Bembo non compone
né liquidi cristalli, né fioretti.